Capitolo 20 - "It's Worth The Giving It's Worth The Try"

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"It's Worth The Giving
It's Worth The Try"

20.

"Prego, siediti. Spero non ti scoccia se ho desiderio di farti qualche domanda"
David con la mano lo invitò a sedersi e quest'ultimo lo seguì nei movimenti, prendendo posto sul divano, in fronte all'uomo.
Michael annuì e gli rivolse un sorriso timido, dandogli il permesso di porgergli qualsiasi domanda ritenesse opportuna. Nonostante la concessione data, era agitato e dondolava la gamba accavallata, spostando l'aria e picchiettando l'indice contro il ginocchio ossuto e teso sotto il pantalone scuro.
Particolare che non sfuggì all'attenzione di Nina che alzò un sopracciglio avvicinandosi all'orecchio del padre, dando le spalle a Michael, scusandosi con la mano aperta.
"Papà, non soffocarlo. E' una persona sensibile, sii gentile. So che il suo genio è interessante ma sii spontaneo"
Si allontanò dal padre che intrecciò lo sguardo della figlia, uno sguardo amorevole e rassicurante.
Nina fece per andarsene quando, ripensandoci, sentì il bisogno di un contatto e poggiò le mani sulle spalle dell'uomo che sussultò al tocco delle mani calde e piccine della donna.
Michael si voltò, imbarazzato e Nina rise.

"Rilassati, è solo mio padre. Sono io la peggiore sfacciata della casa e se sei sopravvissuto a me sopravvivrai a mio padre alla grande"

La risata di David fece eco nella stanza, smorzando la tensione.
Michael sorrise, sforzatamente, scrollò le spalle e abbandonò la schiena contro la testiera del divano. "Sono davvero dispiaciuto, per me è sempre molto imbarazzante" si grattò appena il capo, per poi sorridere a Nina.
Quella ragazza era una sorpresa per lui, senza bisogno di comunicare verbalmente gli aveva letto l'anima e vi aveva scovato i suoi turbamenti, dandogli la forza e rassicurandolo quel tanto che bastava per vederla allontanarsi e non sentirsi più agitato. Seguì i movimenti delle sue anche, delle sue gambe affusolate che svelte lasciavano la stanza.
La vide indugiare, girarsi appena nella sua direzione e stringergli un occhiolino che lo fece avvampare, costringendolo a portare la sua attenzione al padre.

Il quale ora serio lo studiava.

"Ti ha dato molto disturbo mia figlia? Da padre volevo ringraziarti per ciò che le hai offerto e per averla notata... artisticamente parlando" marcò la parte finale della frase, passando il pollice tra la breve ed ispida barba.
"Affatto. Credo sinceramente nel talento di vostra figlia, è ammirevole vedere quanto Dio sia stato generoso con noi. Siamo artisti nelle mani di Dio, regaliamo emozioni e penso che questo sia il futuro di Nina: incantarci e stupirci con quanto possa creare"
"Il suo carattere espansivo non ti è d'impiccio nel tuo mondo? Vorrei chiederti solamente di non illuderla di un'amicizia impossibile, sembra lei ci tenga molto a te" puntò le iridi in quelle scure dell'uomo.
Michael serrò le labbra, abbassando il capo.
"Con il massimo rispetto, non prenderei mai in giro nessuno, tantomeno una ragazza come lei. Sua figlia con me è stata molto buona e sincera e non potrei mai mancarle di rispetto" sollevò il viso, cercando conforto nei tratti del padre, ma vi trovò solo il riflesso delle proprie paure.
"Io... capisco i suoi timori e ammetto di averli anche io perché ho paura il mio mondo possa sovrastarla e ferirla. Ma tenterò il mio meglio per far sì che questo non succeda"
David diede una pacca a Michael che annuì, iniziando ad intavolare una conversazione che spaziava tra l'amichevole e il professionale, porgendogli continue domande al quale l'artista rispondeva di buon cuore.

"Cosa mangia, tu lo sai?" Jill la guardò severa e Nina scosse il viso in segno di dissenso e alzò le spalle.
"Non so che cosa mangia, devo informarmi?" si mordicchiò appena le unghie, poi la madre schioccò le dita, radiosa, avendo trovato con cosa deliziare l'uomo.
Insieme iniziarono a muoversi freneticamente per la stanza, Nina seguiva diligentemente gli ordini impartiti di Jill.
Pazientemente aiutò la madre, divenendo la sua orma a tal punto da scontrarsi l'una contro l'altra diverse volte mentre si dimenavano impacciate. Quando il suono dell'accensione del forno ruppe il silenzio, le due si lasciarono scappare un sospiro di sollievo, sorridendosi. "Va pure da lui, qui finisco io"
Nina annuì, avvicinandosi alla credenza per recuperare ed afferrare tre calici in vetro.
"Magari gli uomini hanno sete" bofonchiò. "E quel terzo bicchiere?" fece spallucce, ignorandola.
Portò sotto al braccio una bottiglia di vino bianco e si affrettò a raggiungerli in salotto, fuggendo allo sguardo inquisitorio di Jill.

🆆🅷🅰🆃 🅰🅱🅾🆄🆃 🆄🆂?  - ᴀ ᴍɪᴄʜᴀᴇʟ ᴊᴀᴄᴋꜱᴏɴ ꜰᴀɴꜰɪᴄᴛɪᴏɴDove le storie prendono vita. Scoprilo ora