"She's got the breaks
She's the scene"22.
Ripose il bicchiere ed asciugò il tavolo dove il liquido si era versato su tutta la superficie. Presente la sua risata ad accompagnarla in quei gesti scoordinati dovuti alla stanchezza e al sonno interrotto da poco.
"Sei di buon umore, Jackson?" bofonchiò, portando la testa indietro mentre si sedeva nuovamente con un indice saldo alla tempia, massaggiandola lentamente.
"Tu non lo sei affatto invece" la sua voce le arrivò bassa e calda, mascolina.
"Mi sono appena svegliata, dammi il tempo di capire dove sono e cosa sto facendo"
"E dove sei? Cosa fai?" rise appena e la fece sorridere con naturalezza.
"Tentavo di non interromperti, in realtà. Sono in cucina e stavo facendo colazione prima che questa si versasse ovunque. Sei rimasto sveglio tutta notte?"
"Non proprio tutta notte ma ero particolarmente ispirato e non volevo sprecare neppure un secondo"
"Mi piaceva quello che stavi suonando, potresti continuare?" si morse il labbro speranzosa e lo sentì ridere, ancora.
"E' tardi, Nina, devo andare"
La ragazza mugugnò, nascondendo un sorriso.
"Allora non la tratterrò signor Jackson, le auguro una buona giornata e grazie per la compagnia"
Michael coprì con un gesto deciso i tasti del pianoforte, avvicinandosi a passo felpato alla grossa vetrata.
Spostò piano la tenda, guardando con ammirazione il mondo ed il suo risveglio.
"Dovrei essere io a ringraziarti, la tua sinfonia notturna mi ha ispirato in un qualche modo"
Nina arrossì, grattandosi il capo.
"Lieta di essere stata utile"
"Pensavo... " si interruppe.
"A cosa, Michael?"
Seguì il suo silenzio ed uno sbuffo caldo contro il ricevitore.
Nina picchiettò il pollice sul tavolo, aspettando la risposta dell'uomo, assopita e rapita.La sua mente, la sua personalità erano per lei un rompicapo.
Michael era in grado di essere trasparente, puro e fresco come un ruscello di alta montagna. Candido e sicuro di sé agli occhi di chi lo contempla mentre scorre con veemenza, seguendo il proprio corso, lasciando senza parole chiunque potesse bearsi della sua bellezza. Un ritmo ben scandito e una forza magica a sospingerlo nella direzione a lui destinata. Ma una ripida curva bastava a trasformare le certezze dell'affluente in nitidi dubbi. Bastava davvero un'analisi più attenta per Nina e leggeva in Michael l'immenso fardello della sua intelligenza e della sua eccentricità. Non era sicuro di sé; non lontano dal palco. Non scorreva seguendo il proprio corso ma si abbandonava, sbuffando e cedendo a forze maggiori che lo attanagliavano sospingendolo a destra e a sinistra. Il ritmo regolare della sua acqua era un singhiozzo bloccato in petto e Nina sfiorò le linee dure del tavolo in legno, dure come le ombre nei suoi occhi e come la linea della sua mascella, ben scandita e per lei così attraente.
"Pensavo.." riprese, umettandosi le labbra e poggiando l'intero palmo contro la vetrata a separarlo dal mondo.
"Non sei costretto a parlarmene, Michael. Anche se ammetto di essere egoista " fece una breve pausa, sospirando "Vorrei tanto ascoltarti mentre ti liberi dei pensieri che ti calzano stretti, che prendono spazio in quella mente così eccezionale. Forse ti sembrerà assurdo, e crederai che ti stia adulando, ma trovo che ogni tua riflessione sia stimolante e vestita di un intenso tesoro emotivo a cui vorrei tanto fare da spettatrice. Le tue parole mi motivano, mi spingono a riflettere oltre quello che dici e mi trovo sempre sorpresa da quanto tu possa essere ... di più. Sempre di più"
Si strinse nelle spalle, mordendosi il labbro, sperando di essere stata chiara.
Maledicendosi attimi dopo, sentendolo rimanere in silenzio.Era fortemente assorto nelle parole della ragazza, chiedendosi come facesse ad aprire il proprio cuore in quel modo.
Si domandava come riuscisse ad essere spensierata e tanto matura al tempo stesso.
Come facesse a fidarsi e perché riservava la sua bellezza a un qualcuno come lui.
Tanto piccola, come i sospiri che quella notte lo avevano cullato e ispirato. Erano leggeri, quasi impercettibili ma lo avevano scosso con un'intensità da costringerlo ad alzarsi dal letto con foga e fretta per non perdere la sua musica. Per paura potesse svegliarsi, potesse essere meno reale. Una volta seduto di fronte al pianoforte nero e lucido, aveva dondolato il proprio petto seguendo la melodia e il cadenzare di quelli che erano i suoi respiri. Chiudendo gli occhi e lasciando ancora una volta che Dio prendesse possesso di quell'amore.
L'aveva sentita poi agitarsi, borbottando parole poco comprensibili e si era immediatamente bloccato con le dita sui tasti.
Poteva immaginarla voltarsi e rivoltarsi in un letto vuoto, inconscia che così sola non fosse. I suoi occhi si inumidirono alla certezza che anche la sua piccola bambina avesse i propri spilli al fianco, i propri demoni che la scuotevano nei suoi momenti di massima vulnerabilità e arrendevolezza. La richiamò piano "Nina, lascia andare" e seppur non potesse sentirlo, aveva speso parole di conforto per diverso tempo sperando di risentire i suoi respiri sereni inglobarlo in una pace ultraterrena.
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🆆🅷🅰🆃 🅰🅱🅾🆄🆃 🆄🆂? - ᴀ ᴍɪᴄʜᴀᴇʟ ᴊᴀᴄᴋꜱᴏɴ ꜰᴀɴꜰɪᴄᴛɪᴏɴ
Fanfiction"Io ti sono così indifferente e lo trovo meraviglioso" "Ogni qualvolta avrai bisogno di me sarò qui Michael. Me lo sono promessa"