Capitolo 8 - "Just say it and I'll do Just make this thing come true"

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"Just say it and I'll do
Just make this thing come true"

8.

Uno scossone smosse i due ragazzi dai propri pensieri.
Michael le strinse la mano e lei ricambiò inserendo le proprie dita negli spazi vuoti delle sue. Un gesto spontaneo che li fece sorridere. L'autista abbassò appena il vetro che li divideva, Nina tentò di fuggire dalla presa ma Michael le bloccò il polso e scivolò con le dita lentamente alla ricerca del suo palmo, del suo calore. Piccoli brividi corsero lungo la spina dorsale della ragazza a quel contatto prolungato.
"Signor Jackson, siamo arrivati"
Nina lo guardava, esterrefatta di quel gesto tanto dolce quanto possessivo. Lui non accennava a voltarsi nella sua direzione, annuì alle parole dell'uomo e ringraziò. Solo quando la macchina fu completamente ferma, lui la guardò sorridente. Le fece un occhiolino e con la mano libera aprì la portiera, tirandola verso di sé ed obbligandola ad uscire nella sua stessa direzione. Si allungò a prendere la borsa magica e scese subito dopo di lui. Le loro mani erano ancora salde e perfettamente combacianti, sembravano essere fatte l'una per essere riempita dall'altra.
"Siamo arrivati piccola e magica Nina" disse a bassa voce e le sue gote si colorarono di un colore vivace. Notò solo allora di quanto l'abbigliamento eccentrico non facesse parte del personaggio pubblico ma della sua persona.
Sciolse la presa dalla sua mano per coprirsi il sorriso.
"Dai, seguimi" Michael le fece cenno di proseguire e con lui davanti come guida seguì i suoi passi. Portava i mocassini, un pantalone stretto e nero che accompagnava le sue gambe toniche e snelle sino alla cintura larga, con diversi strass sporgenti. Soffermò lo sguardo sulla schiena, fasciata dalla camicia azzurra che evidenziava la sua fisicità, la vita piccola e le spalle ampie. Gli occhi repentinamente scivolarono verso il suo fondoschiena, si morse il labbro e cercò di distogliere l'attenzione imbarazzandosene ed apprezzandone le curve sinuose.
Voltandosi appena, notò quanto la circondava. Percorrevano un sentiero di ciottoli, guardò indietro e notò una grossa insegna nera con lettere d'oro padrona della scena. Come aveva fatto a non accorgersene prima? La sua coscienza la punzecchiò ricordandole che la sua attenzione era rivolta a lui, incurante del mondo esterno. "Neverland" sussurrò. Accarezzò con lo sguardo quelle lettere in rilievo, la scrittura era in corsivo maiuscolo. Le ricordava la scritta utilizzata e amata dalla Disney. Appena sopra all'insegna, notò una grossa corona d'oro con inciso il suo nome in corsivo.
Sorrise, egocentrico, non lo avrebbe mai detto.
Michael non trovandola più dietro di sé, tornò sui suoi passi trovandola sorridente a braccia conserte dinnanzi al cancello. Si fermò ad osservarla per poi poggiarle una mano sulla spalla. Nina saltò sul posto sbarrando gli occhi e alla vista del suo sguardo terrorizzato Michael si mise a ridere.
"Come sei buffa, ma cosa ci fai qui?" gli lanciò un occhiataccia ma sorvolò.
"Apprezzavo la vista" indicò l'entrata "Anche se non avrei mai detto potessi essere così spavaldo, lettere dorate, corone.... Mi hai sorpreso Michael Jackson" "Spero in positivo" "E' bellissima, se te lo stai chiedendo" lui sorrise.
"Vieni, avremo modo di vedere tutto, non temere" si accinse a seguirlo, standogli affianco. Le arrivava all'altezza del collo e si sentì piccola. La sua altezza, l'immensità del verde circostante, lo sfarzo, il buon gusto nella cura delle piante a contornare la strada di ciottoli, il profumo dei fiori. Tutto le ricordava quanto i loro mondi straordinariamente non fossero legati l'uno all'altro eppure camminavano all'unisono verso l'ingresso della sua casa. Ciascuno nei propri pensieri, fino a che si trovò di fronte a una veranda in tegole di legno scuro che ritagliavano un ottimo riparo dal sole. Un profumo immenso la attraversò e credette di essersi persa tra le righe di una favola Disney.
"Dai Michael, mi stai prendendo in giro" l'uomo si girò corrucciando la fronte.
"Non è davvero possibile che tutto sia così accurato nei dettagli, nella luce. Non puoi proprio vivere qui. Mi stai facendo uno scherzo ma io non mi faccio prendere in giro, io percepisco subito se c'è qualcosa che non va e qui non va tutto! E' tutto troppo bello, delizioso .." si voltò dandogli le spalle "Quella aiuola ha la stessa forma del fiore accanto, non può essere naturale, vado ad assicurarmi che sia vera.." Michael incrociò le braccia, rimanendo fermo al suo posto e sorridendo alla vista della sua amica che con grandi passi si affrettava a raggiungere la meta.
Sfiorò con le dita il fiore, i suoi petali erano così sottili e leggeri che le parve di avere in mano un foglio di carta. Si chinò a bocca aperta allungandosi verso l'aiuola che la punse appena. Teneva l'equilibrio sulle punte.
"Salve Signorina" una voce profonda la distolse dai suoi pensieri e spaventata cadde sul proprio fondoschiena e con i palmi per terra. Guardò nella direzione della voce e vi trovò un uomo alto e brizzolato con un sorriso gentile.
"Mi dispiace Signorina, non pensavo di darle tanto spavento... Se permette" le porse la mano per rialzarsi, Nina accettò ben volentieri. "Scusami tanto ero distratta e .. Caspita, anche lei è vero" disse non appena afferrò saldamente la mano dell'uomo che rise appena. "Sono il Giardiniere del Ranch Signorina, il mio nome è Albert"
"Tanto piacere Albert, io sono Nina, immagino non si dimenticherà di me tanto facilmente" si grattò la nuca in imbarazzo e si voltò verso Michael che rideva tenendosi la pancia dalla comicità della scena a cui aveva assistito.
"Scusami Albert" corse verso l'amico che pizzicò ma le sue risa non cessavano, incurante.
"Michael piantala, per favore"
Nulla. Era vittima di una risata infinita. Lo pizzicò nuovamente.
"Basta Michael, guardami"
Non notando un minimo cenno, si sedette in veranda a braccia conserte, con il broncio sul viso.
Dopo alcuni minuti Michael le si inginocchiò di fronte, con le mani poggiate sulle sue ginocchia e gli occhi lucidi per le risate di cuore. I suoi palmi erano caldi e bastarono per confortarla dell'offesa.
"Potresti farlo di nuovo per me?" le disse guardandola dal basso e mordicchiandosi il labbro inferiore.
Nina lo spinse appena dalle spalle facendolo cadere esattamente come lei poco prima.
Lo spostamento del suo corpo le diede modo di inspirare a pieni polmoni il suo forte odore di sandalo, così mascolino.
"Ecco fatto, desiderio esaudito" sorrise appena e vide Michael rialzarsi in fretta per pizzicarle una guancia.
"Brava, hai preso una piccola rivincita .. Sappi che me la pagherai ... ma adesso vieni.. Ti voglio mostrare quanto le tue supposizioni fossero vere"
Vinta dalla curiosità lo seguì, l'uomo sospinse la porta e vi si affiancò per permetterle di entrare per prima.
Ciò che vide le arrivò dritto al petto, come un pugno.
La vide socchiudere le labbra carnose e puntare i suoi grandi occhi smeraldo sull'intero perimetro della stanza, la trovò così tremendamente buffa e dolce. La osservò avanzare timidamente, dopo aver chiesto il permesso con un leggero cenno del capo, e soffermarsi sul mobilio. Sfiorò con la punta delle dita la credenza percorrendone il profilo con gesto lento sotto i suoi occhi scuri che non la perdevano di vista. Si soffermò al centro della stanza, guardandosi attorno, per poi avvicinarsi al camino acceso. Si abbassò, come aveva fatto in giardino, tenendosi in equilibrio sulle proprie punte e chiuse appena gli occhi.
"Ti immaginavo un uomo da camino"
Michael rise e la raggiunse accovacciandosi accanto al suo corpo.
"E ti svelerò di più" la ragazza aprì gli occhi e i suoi occhi chiari riflettevano le danze delle fiamme colorandoli di una sfumatura aranciata. "Il leggendario Re del Pop ama alla follia starsene a gambe incrociate su questo tappeto, con il volto caldo e riscaldato dal fuoco di questo camino. Ovviamente il tutto in pigiama e se il silenzio è assordante, una bella cassetta di cartoni animati o musica classica con una buona tisana calda fra le mani."
Nina gli sorrise, canzonandolo un po'.
"Ma come: niente martini e belle donne al tavolo con te?"
Michael rise, poggiando i propri palmi sulle ginocchia.
"Non è festa tutti i giorni" "Allora anche il Re del Pop è un uomo e una star come tutti"
"Oh Nina... " lei osservò la sua lingua umettarsi il labbro inferiore "Essere molto famoso non vuol di certo significare essere come ci si aspetta. Raramente bevo, come ti ho già detto detesto non avere il controllo della situazione e bere molto porta a perdere la ragione e questo mi disinibisce. Lo odio. Non nego che non disprezzo il buon vino o la compagnia di una bella donna, sono un uomo anche io seppure è difficile da ricordare. Persino io me ne dimentico talvolta. Quella che ti ho descritto prima è la mia vera natura, la mia quotidianità. Partecipare a eventi mondani purtroppo fa parte del pacchetto, spesso è necessario partecipare, mostrarsi attivi nella comunità. Quelli a cui preferisco senz'altro mostrarmi sono gli eventi di beneficienza. Lì sento di essere utile e di avere uno scopo che va ben oltre i convenevoli, che onestamente odio."
Nina abbassò il viso, sorridendo.
"La mia era una provocazione Michael. Da come ti sto vivendo e conoscendo oserei quasi dire che tu appartenga ad un altro mondo, quasi come se non ti accorgessi della tua notorietà. Mi viene difficile pensarti davvero con un martini, un sigaro fra le labbra e sotto il braccio una modella. Ti vedo più da camino"
"Non idealizzarmi troppo Nina, Michael è sia l'uomo del camino e pigiama che l'uomo elegante che ritira premi e tiene discorsi a grossi eventi mondiali. " "Ma non l'uomo da martini e modella" Lui si gratta appena la nuca.
"Te ne dispiace?" "No, affatto. Odio la superficialità e il conservare le apparenze" Sospirò, rialzandosi.
"Nina, sei così estranea a tutto questo. Anche i tuoi genitori conservano delle apparenze per conservare sé stessi. Anche io, seppur odio i convenevoli, desidero dare di me l'apparenza migliore e talvolta non puoi semplicemente dire ed agire proprio come vuoi. Hai un mondo intero là fuori a giudicarti e devi obbligatoriamente salvaguardare il tuo cuore, la tua persona ed evitare di dar modo di distruggerti quindi inconsapevolmente pensi ed agisci in modo da conservare te stesso. Il personaggio è pur sempre parte della tua identità, io fatico a dissociarmi e ti chiedo di perdonarmi se possa capitare anche con te. Per questo sono molto affascinato dalla tua personalità, così sincera e trasparente. E' difficile per me incontrare qualcuno e dare per scontato che ciò che racconta e mostra di sé è innegabilmente ciò che è. Riesco invece a percepire che di te posso fidarmi e che sei splendidamente sincera, non dosi parole e pensieri e ti ringrazio perché voglio conoscere la tua anima per quella che è. So che è un discorso complicato e difficile da sostenere ma io sono tutto ciò che vedi. Sono l'Artista, il Cantante, il Ballerino ma anche un uomo e spero un giorno di essere anche un padre e un marito. Non sono superficiale ma non sono nemmeno il ragazzo che puoi incontrare all'università o in un bar impegnato a leggere un giornale."
Fece una pausa e Nina si alzò aspettando proseguisse.
"Quello che intendo dire... è che non vorrei tu ci rimanessi male se d'un tratto il solo Michael ti sembra così lontano perché io sono l'insieme e potrebbe capitare di essere in prima pagina con un bicchiere di vino in una mano con accanto una donna, magari una ragazza che ha partecipato ad un video musicale, una ballerina o anche solo una donna di spettacolo. Non per questo sono superficiale, perché lì in copertina c'è sì il personaggio pubblico ma coesiste anche Michael"
Nina sorrise e gli prese una mano, distraendolo dal suo monologo.
"Michael, non ti devi di certo giustificare con me. Ti ripeto che la mia era una provocazione."
"Ed io ti ricordo che sono un essere umano ma soprattutto un uomo"
Lasciò la presa e Nina gli tirò una leggera gomitata di scherno.
"Ok, ho capito di aver scaldato il tuo animo e sappi che ti considero un uomo prima di tutto. Non dimentico chi tu sia ma chiunque tu voglia essere ricordati sempre che" posò un indice alla tempia dell'uomo "prima di essere un Jackson, un cantante o un uomo, sei un'anima e quella non la puoi nascondere mai. "
Portò le braccia dietro alla schiena, inclinandosi leggermente col busto.
"Adesso signor Jackson mi potrebbe mostrare la copertina? Non sto più nella pelle"
Michael rise e le fece cenno di seguirla. Mentre percorrevano il lungo corridoio si chiedeva che cosa pensasse di lui, di quei dipinti ai muri, delle sculture, dello sfarzo e dei suoi ritratti appesi alle pareti. La osservava muovere la testa curiosa in ogni direzione, sbirciare ogni tanto oltre qualche porta per poi affrettare il passo e riseguirlo.
Spinse appena una porta e si ritrovarono nella sua sala di registrazione privata. La sentì trattenere il respiro. Una grossa vetrata separava la zona d'incisione dalla zona del miglioramento del suono. Due poltrone in tessuto si trovavano all'angolo della sala con sopra una tela, la tela della copertina. La vide avviarsi verso i mille pulsanti colorati e sbirciare con acceso interesse ogni centimetro di quella stanza. Michael le si affiancò iniziando a spiegarle cosa fossero e come si usassero. Nina annuiva e seguiva con lo sguardo ogni zona indicata dall'uomo, pendendo dalle sue labbra. La trovava così arrendevole e piccola.
Avrebbe potuto ascoltare la sua voce per ore intere. Il suo tono era dettato da una smisurata passione, trasmetteva con ogni fibra del suo essere il suo amore per la musica. Ogni parola pareva carica di elettricità e una piccola morsa al ventre la destabilizzò, lo trovava attraente.
"Cavolo Michael, mi piacerebbe tantissimo vederti all'opera"
"Non mi piace far sentire le mie canzoni prima dell'uscita dell'album"
"Peròòòò" lei si avvicinò furtiva alla porticina della sala di registrazione "al telefono mi avevi promesso che collaborando con te avevo un diritto privilegiatissimo di poter sentire l'album"
"Sì ma prima devi collaborare con me" le fece cenno di sedersi sulla poltrona e sbuffando, richiuse la porta che aveva leggermente sospinto e si sedette, poggiando i gomiti accanto alla tela.
"Non rimuovi il telo?" la canzonò l'uomo che divertito si sedette di fronte, accavallando le gambe e portando le mani in grembo.
Il movimento delle sue gambe, la dolcezza con sui si protese con il busto in avanti, la sua gestualità: le ricordava un portamento reale. Quella, pensò Nina, doveva essere una sua caratteristica speciale. Tutti i suoi movimenti, dalla camminata allo spostamento di ogni parte del suo corpo, ricordavano quella di un'autorità imponente e reale.
"Non ripetermelo due volte"
Nina rimosse il telo con un gesto rapido e rimase a bocca aperta.
Quella di fronte a sé era un'opera d'arte a tutti gli effetti. Un tripudio di colori e immagini si presentavano dinnanzi a lei e sfiorò col proprio polpastrello tutti i soggetti per sentirne la pennellata viva del Pittore. Percorse tutto il disegno potendone percepire la storia, come se sfiorando il quadro questo potesse prendere vita e parlarle. La giostra, le metafore nascoste, il titolo e infine a palmo aperto il vuoto dove immaginò dovesse materializzarsi il suo lavoro.
"E' incredibile Michael, non solo come è stato realizzato e la bravura del pittore, sicuramente indiscutibile, ma mi lasciano spiazzata questi simbolismi, queste metafore, l'idea dietro tutto questo. Troppo lavoro per una sola copertina di un album, non ho mai visto nessun disco raccontare una storia così triste ed eccitante. Sono pericolosamente tentata di scappare lì dentro e premere bottoni a caso fino a che non parte una tua canzone. Voglio fregarmene dell'avvertimento, voglio sentirti."
Si rese conto di aver parlato spinta dall'eccitazione della situazione e non appena realizzò la sua sfacciataggine e la sensualità di ciò che avesse detto, sollevò gli occhi ridacchiando verso l'uomo. Incontrò i suoi, che la attendevano e brillavano di felicità. Sembravano due pezzi di cielo scuro rubati ad una speciale notte stellata.
"Grazie Nina... Pensi davvero sia bella?"
"Penso davvero che sia uno spettacolo, la copertina più bella di tutti i tempi. Se non sapessi fosse una copertina di un tuo album in uscita, avrei benissimo detto fosse un nuovo pezzo d'arte da esporre al pubblico. Lo trovo delizioso e sarò orgogliosa di partecipare ma... " Nina si sporse al centro del tavolo, aspettando lo facesse anche lui.
Non appena anche l'uomo si chinò si ritrovarono con le fronti a pochi centimetri di distanza, i loro riccioli cadevano come ostacoli in mezzo al loro sguardo.
"Ma.." la incitò lui con tono basso e roco. Nina osservò le sue labbra aprirsi e richiudersi, nascondendo un sorriso. Deglutì.
"Ma poi avrei molte domande a cui dovrai rispondere, vorrei tanto mi spiegassi come tutti questi simboli possano far parte della tua vita e di te"
"Non temere Nina, ti soddisferò se.."
"Se.." Nina tentò di tenere a freno qualsiasi pensiero, la sua frase era deliziosamente contestualizzabile ma si morse la lingua.
"Se tu soddisferai me" riportò il busto appoggiato allo schienale della poltrona e rise appena, notandola avvampata e con le gote rosse.
Tossì appena, cercando di scuotersi da quella bolla in cui pareva essere entrata con tutto il corpo.
Aprì il suo borsone e timidamente poggiò a terra un cavalletto in legno, posizionò la tela bianca su di esso e regolò l'altezza per permetterle di dipingere in piedi. Dispose ordinatamente i pennelli e la tavolozza sul tavolo e legò in vita un piccolo grembiule per evitare di macchiare i propri abiti. Michael studiava ogni suo movimento, sfiorandosi le labbra e non perdendo di vista neppure un suo gesto. Passò i palmi sopra ai jeans e tirò fuori la matita facendo un occhiolino a Michael che in tutta risposta abbassò appena il viso per rialzarlo subito in cerca dei suoi occhi. Sostenne la matita fra le labbra, mentre si apprestava a raccogliere la sua chioma ribelle. Raccolse i capelli in uno chignon disordinato e ci infilò nel mezzo la matita che li sosteneva goffamente.
"Pensi davvero che la matita possa sostenere tutto quel peso?" Michael sembrava divertito.
"Certo, a modo suo fa il suo dovere" L'uomo sciolse il suo codino, liberando i propri ricci sulle spalle.
"Tieni, usalo pure" le passò l'elastico che fino a poco prima era prigioniero dei suoi capelli scuri.
"Tranquillo Michael, ho tutto ciò che mi serve. Però lo prendo lo stesso così non potrai legarli più"
Nina si affrettò a rubargli l'oggetto dalle mani e lo indossò al polso mentre con l'indice gli indicava dove posizionarsi.
Michael si alzò, si mise in piedi proprio dietro la tela e la guardava, affascinato.
La ragazza continuava a saettare lo sguardo dalla tela bianca, in netto contrasto, ai i suoi occhi così scuri e penetranti.
Scosse la testa e sorpassò la tela, posizionandosi proprio davanti all'uomo che trovandosela così vicino trattenne il fiato.
"Posso.." Nina alzò la mano avvicinandola al suo viso.
Michael sentì il cuore accelerare e annuì permettendole di toccarlo.
Le dita della ragazza si insediarono nei riccioli dell'uomo, li smosse facendoli danzare davanti ai propri occhi. Poi, con delicatezza ed estrema precisione, ordinò i riccioli più corti posizionando il più ribelle proprio al centro del viso, in mezzo al suo sguardo.
Il suo tocco era delicato e da quella distanza poté chiaramente distinguere il suo profumo fruttato, gli parve quasi di poterne percepire il sapore, dolce come una caramella.
"Mi stai spettinando?" Michael rise tentando di smorzare la tensione che si era creata nel suo stomaco. Nina sorrise dando modo all'uomo di notare un piccolo brillio. Prima di allora non se ne era mai accorto.
"Ti sto ordinando, non spettinando. Anche i tuoi sono come i miei, tendono ad andare nella direzione opposta a quella desiderata però sono sicuramente più collaborativi"
"Hai un brillantino al dente" non seppe perché lo disse. Nina corrucciò la fronte.
"Sì, ti piace?"
"Sorridi di nuovo" Nina eseguì gli ordini e Michael non perse l'occasione per studiarla.
Aveva una dentatura perfetta, i suoi denti erano bianchi e ordinatamente allineati eccetto per quei canini che erano allungati, particolarmente appuntiti. Il canino destro, in particolare, si notava di più per quel leggero luccichio che creava quel piccolo punto luce. Si chiese come avesse fatto a non notarlo prima d'allora. Lui, un così attento osservatore.
"Affascinante, è fastidioso? E' sporgente? Ha fatto male metterlo? Ma è appiccicato o all'interno del dente?"
"No, assolutamente no. Non è fastidioso, non è sporgente, non mi ha fatto male indossarlo e non è all'interno del dente. Posso rimuoverlo quando voglio e non mi crea alcun problema. Scusa papà se te l'ho nascosto"
Nina si prese gioco di lui, vedendolo così incuriosito e sorpreso. Michael diventò rosso e si riposizionò fissando la tela.
A quel punto si allontanò, prese tra le dita il pennello e iniziò a disegnare.
La stessa passione che l'aveva colta nell'auto la rivide a pochi passi da lui.
La vide imprigionare di nuovo quel labbro tra i denti e stringere quegli occhi grandi per concentrarsi. Sembrava abbandonare il proprio corpo e Michael cercò di mantenere uno sguardo neutrale ma alla vista del suo candore, della sua devozione si sentiva un estraneo. Sentiva di invadere la sua privacy sbirciandola così rapita e sensuale.

🆆🅷🅰🆃 🅰🅱🅾🆄🆃 🆄🆂?  - ᴀ ᴍɪᴄʜᴀᴇʟ ᴊᴀᴄᴋꜱᴏɴ ꜰᴀɴꜰɪᴄᴛɪᴏɴDove le storie prendono vita. Scoprilo ora