Capitolo 12 - "It is a friend of mine (Who is it?)"

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"It is a friend of mine
(Who is it?)"

12.

I due si sedettero sulle rispettive poltroncine, dopo un breve cenno d'intesa con l'uomo.
Michael la invitò a fare altrettanto mentre si sedette all'altro capo della stanza di fronte alla scrivania di legno scuro. Diverse scartoffie erano poste all'estremità mentre al centro vi regnavano due piccole cornici posizionate di fronte all'uomo. Accavallò le gambe, mettendo in mostra le sue lunghe gambe affusolate e Nina, impacciata, si guardò intorno.
Posò le sguardo sui due estranei. Erano alti, vestiti di nero e con un volto serrato e serio.
Uno dei due si schiarì la voce e Nina prese posto alla destra dell'uomo più robusto.
"Lei è Nina Park, mi ha aiutato a terminare la copertina dell'album. Loro invece sono rispettivamente Bill e Steven, due miei fidati collaboratori"
"Molto piacere Signorina Park" si rivolse verso di lei, spostando il busto, l'uomo alla sua sinistra e mostrò un accenno di sorriso.
"Piacere mio Steven"
L'altro si sporse appena rivolgendole un timido cenno col capo. La donna sbattè gli occhi e riportò l'attenzione su Michael.
"Vi ho chiamato qui in quanto fra pochi giorni uscirà l'album e vorrei discutere con voi degli ultimi dettagli. Il nome di Nina vorrei comparisse tra i collaboratori grafici" fece una breve pausa, dove umettò il labbro inferiore e Nina osservò a lungo le sue labbra carnose, ora lucide. Vederlo mentre parlava di affari la destabilizzò, portandola a realizzare chi fosse davvero il suo nuovo amico. Sereno e padrone, aveva un'aria autoritaria. Guardava i due con sguardi rapidi e veloci che non accettavano obiezioni. Steven e Bill pendevano dalle sue labbra, annuendo e assicurando che i loro doveri sarebbero stati svolti.
Aprì un cassetto, abbassandosi appena, i suoi movimenti erano posati e graziosi. Estrasse una pila di fogli che appoggiò alle gambe, sfogliando frettolosamente per un rapido controllo.
"Questo Nina è necessario per la collaborazione. Vorrei potessi firmare per la riconoscenza del tuo aiuto" le allungò un foglio, guardandola appena. Ne estrasse una seconda pila più generosa "... e la dichiarazione per la tutela dei diritti d'autore. Questo vuol dire che sei ufficialmente parte dell'album e nessuno può diffondere il disegno senza citare il nome dell'artista..." le allungò nuovamente le scartoffie e fissò le sue iridi scure nei suoi occhi chiari. "... nonché il tuo"
Nina fece fatica a reagire, intrappolò il labbro fra i denti annuendo impercettibilmente.
"Vuoi del tempo per leggerlo.. e pensarci?" il tono divenne più dolce, meno rigido e inquisitorio, meno formale.
"Non penso di averne bisogno, signor Jackson. Mi presterebbe una penna per firmare?"
Michael sorrise e le allungò una penna nera a stilo. La ragazza la girò fra le dita, sorpresa di quanto fosse pesante, e si appoggiò alla scrivania chinandosi verso di lui. Firmò ogni spazio dedicato alla sua nomina e terminato, posò penna e fogli ritornando a sedersi composta.
"Benvenuta nel Team Signorina Park" Steven allungò la mano, grande e scura, verso il suo corpo.
Nina la prese salda nella sua e la scosse appena. "Grazie, grazie mille"
"Ho avuto modo di vedere il suo ritratto" la voce di Bill irruppe "e devo davvero farle i miei complimenti"
"La ringrazio Bill" le guance le si scaldarono e abbassò gli occhi per rialzarli prontamente alla voce di lui.
"Bene" Michael sorrise furbo "i miei complimenti penso siano scontati e penso di averti mostrato la mia riconoscenza" la guardò da sotto le ciglia lunghe con fare accattivante e malizioso, la bocca di Nina si aprì in una smorfia di stupore. Pensò a cosa stesse facendo, era assolutamente inopportuno e la metteva a disagio.
"Sì, sono io ad essere grata dell'opportunità concessa" disse con un flebile sussurro.
Michael si sollevò in piedi, i due gli strinsero la mano e uscirono, sotto lo sguardo supervisore del Re.
Non appena uscirono Nina si buttò all'indietro sulla poltrona e portò le ginocchia al petto.
L'uomo si posizionò di fronte, chinandosi sulle proprie gambe e poggiando i palmi sui rispettivi braccioli della sua seduta.
Cercava i suoi occhi ma la ragazza si dondolava, smuovendo appena i ricci dell'uomo che chino aspettava una sua reazione.
Di colpò si fermò, buttò a terra le gambe e avvinghiò le sue braccia intorno al collo dell'uomo che, sorpreso dal gesto inaspettato, perse quasi l'equilibrio.
"Oh piccola Nina, pensavo non fossi contenta" sussurrò. Il suo alito caldo le solleticò il collo e la ragazza rise.
"Michael, come posso non essere contenta. Mi hai dato un'opportunità magnifica, ti sarò sempre grata della tua fiducia e ho amato lavorare con te. Mi ha dato modo anche di conoscerti ed è stato magnifico. E' più di quanto sognassi"
"Sogna in grande e realizzerai di conseguenza, bambina mia. Ho la possibilità di aiutarti, farti conoscere al mondo e sono grato di poter utilizzare la mia fama per qualcosa di giusto e buono come metterti in mostra, se è ciò che desideri" si staccò, terminando il contatto. Nina ne rimase delusa, il petto di lui era così accogliente. Scacciò il pensiero di quella notte e l'immagine di loro due avvinghiati sotto la coperta.
"E' ciò che desideri, vero? Non sono stato avventato?" si mordicchiò l'unghia del pollice, ci rifletteva ora per la prima volta.
Sorrise e l'uomo rivide il suo brillantino splendere alla luce del sole.
"Michael, dipingere è tutto ciò che desidero. Sei stato molto premuroso e... come mi hai chiamato prima?"
Michael avvampò, portando lo sguardo altrove.
"Bambina"
Nina rise forte, riportando le ginocchia al petto.
"Sono una bambina solo perché tu sei un vecchio"
Michael notò le sue gote colorarsi e le fece un'incredibile tenerezza. Quella bambina conosciuta in modo così casuale, rincontrarla donna e riscoprirla vera. Ciò che adorava in lei era proprio la sua spontaneità, non era posata solo perché di fronte a lei c'era Michael Jackson. Non ci badava neppure, lei pensava e diceva esattamente ciò che le passava per la testa. Adorava come si sforzasse di rincuorarlo, perché le veniva naturale. Non vi era malizia, non vi era opportunismo. Era un'amicizia sincera e il suo cuore ne aveva tremendamente bisogno.
"Farò finta di non aver sentito come mi hai chiamato, sennò sarebbero guai per te."
Risero e poco dopo il suo tono divenne dolce, carezzevole. La donna lo trovò sensuale.
"Sai Nina, io avevo proprio bisogno di te"
"Come?"
"Io... " si morse il labbro carnoso per poi sorridere, scuotendo il viso. "E' imbarazzante ma avevo proprio bisogno di te. Mi doni una spensieratezza che pensavo perduta da tempo. Ho sempre tanto da fare, tanto lavoro e molte preoccupazioni. Tu per me sei brezza in una torrida estate californiana. Sento che starti accanto mi può aiutare, che tu possa capirmi e sorreggermi. E' egoistico come pensiero ma ho bisogno della tua amicizia. Sento che sei tremendamente sincera ed io ho bisogno proprio di questo! Qualcuno che mi prende in giro, come farebbe con un suo caro amico, e che mi rimprovera se necessario. Voglio essere Michael e con te sento di poterlo essere. Io ti sono così indifferente e lo trovo meraviglioso"
Gli occhi di Nina parvero ingrandirsi, più di quanto non lo fossero già.
Il verde delle sue iridi splendeva e brillava nel sentire quelle parole così lenitive per lei.
"Ogni qualvolta avrai bisogno di me sarò qui Michael. Me lo sono promessa"
L'uomo piegò appena il viso, corrucciandosi. La ragazza si affrettò a spiegarsi.
"Vedi, quando abbiamo parlato al telefono, quando ci siamo visti la prima sera e anche quando ho ascoltato la tua canzone alla radio ripercorrevo sempre mentalmente il disegno dei tuoi occhi. Sono stati loro a colpirmi per prima, oltre ovviamente al tuo vestire stravagante. " sentì l'uomo ridacchiare e chiedergli di proseguire "Te l'ho detto sei luce. Mi hai completamente abbagliato ed ho sentito una forte connessione. Come se avessi ritrovato un filo perduto e seguendolo mi avesse portato proprio a te che dall'estremità lo tenevi saldo al petto. Quando ti ho parlato, credevo potessi sbagliarmi o di aver provato una sensazione deviante ma trovo tu sia un uomo colto, intelligente e davvero di buon cuore. Ho sentito al petto una morsa quando le ho viste la prima volta... " abbassò lo sguardo "Mi riferisco a quelle ombre nei tuoi occhi. Sento che ho bisogno di aiutarti, che tu hai bisogno di un amico e di essere amato per ciò che sei. Sento che sei incredibilmente cattivo nei tuoi confronti, riservi per te stesso un giudizio ferreo e sei masochista. Mi sento spinta da una forza invisibile verso di te. Quindi permettimi di aiutarti. Sento di doverlo fare e lo voglio fare. In più tu aiuti anche me" alzò il viso e sorrise.
"Io?" si puntò l'indice al petto.
"Sì, proprio tu. Mi sei di ispirazione, Michael. Anche io vorrei avere la tua stessa luce e infondere amore in tutte le persone che incontro. Sei arrivato fin qui con il tuo talento e la tua testa. Mi sento libera con te, non è solo una tua sensazione. Non che con Nick o Helen non lo sia, ma è diverso. Non parlerei mai della luna o del creato di Dio con loro, con te sì. Parlerei per ore con te, di qualsiasi cosa e so che imparerei sempre qualcosa di nuovo. Parlerei dei colori, delle mie passioni e so che avresti una prospettiva interessante. Su qualunque cosa. Hai una tua visione del mondo che mi riporta alle fiabe e alla magia. Sei benefico per me. Trovare una persona con cui poterti aprire e condividere il cuore, oltre ai pensieri, per me è unico e raro. Non scomparire nell'ombra Michael, non ti dimenticare di me quando avrai in braccio tutti quei premi e so, lo sento, che succederà a breve. " fece una pausa "Pluripremiato e amato Michael Jackson"
L'uomo diventò paonazzo e sfiorò con il dorso della mano la guancia della ragazza che chiuse gli occhi, abbandonando il viso contro la sua pelle. Sospirò. "Anche questo contatto è speciale, nessuno mi ha mai toccato così" sentì le gote in fiamme e ciò che disse la costrinse a non aprire gli occhi dall'imbarazzo. "Ogni cosa che fai non è dettata dal caso e mi fai sentire speciale"
Lui le prese il viso con entrambi i palmi facendoli combaciare con il suo viso. Timidamente si diede il coraggio di accarezzarla ancora, muovendo i pollici e disegnando piccoli cerchi sulla pelle liscia e giovane delle sue guance.
La vide abbandonarsi a quel contatto, socchiudere le labbra. Carnose, gonfie ed invitanti. Non aveva il coraggio di guardarlo in viso e questo per Michael fu un sollievo perché era imbarazzato e vederla così abbandonata.... Dio, se gli piaceva.
Sentì una morsa allo stomaco e il fiato divenne corto.
Si pentì di come il suo corpo stesse reagendo di fronte all'arrendevolezza di lei.
Sentì il cavallo dei pantaloni divenire stretto e mordendosi il labbro appoggiò la fronte alla sua, sospirando forte. Tentò di calmarsi, di placare la sua eccitazione. Quella donna era una dolce tentazione, così bella.
Rimasero diverso tempo in quella posa fino a che lei aprì gli occhi trovando due pozzi di cioccolata di fronte a sé. Rabbrividì.
Un mare in burrasca, ecco cosa vedeva e sentiva dentro di sé ogni qualvolta intrecciava lo sguardo col suo.
"Ok, basta smancerie per oggi, cosa facciamo Re del Pop?"
Nina sollevò le sopracciglia facendolo ridere.
"Oggi ho un ospite a pranzo, sono sicuro che ti farà piacere vederla"
"Non volevo disturbare rimando ancora qui Michael"
"Non sei un disturbo, sei mia amica e mia collaboratrice"
"Mmmh, mi piace come suona"
Risero e si alzarono raggiungendo la porta.

Passeggiarono. Lui indossava un cappotto con il bavero alto sino al mento e le aveva prestato una sua giacca per proteggerla dal freddo. Aveva dovuto insistere parecchio ma alla fine la convinse ed era dolcissima. Pareva ancor più una bambina, con quella giacca larga e lunga sul suo corpo. Le nascondeva le mani, le forme e per lui fu un sollievo.
Sfruttarono i timidi raggi del sole invernale per fare qualche passo nel Ranch, chiacchierando animatamente.
"Pensò che mi chiederanno di promuovere l'album con un Tour"
"Non mi sembri molto contento all'idea"
"Oh, io... amo i miei fans"
Nina rise. "E odi i Tour"
"Sì! E' un inferno il Tour. Si passa da un continente all'altro, perennemente assonnato. Fai fatica ad abituarti ai fusi orari sempre così diversi. Dopo il concerto è il momento peggiore. Non riesco a dormire, l'adrenalina alle stelle. Sono agitato e indolenzito. Quando rientro a casa per mesi passo dal letto alla cucina e di nuovo dalla cucina al letto" gesticolò molto pronunciando quel libero sfogo di tutta fretta.
"Sei vecchio, è normale, mi stupisco tu riesca ancora a sostenere certi ritmi... " lo canzonò.
Vide un bagliore nei suoi occhi, sapeva di averlo sfidato apertamente e Michael amava le sfide.
"Pardon?"
"Oh mi hai sentito bene! V-e-c-c-h-"
La prese dalla vita e con un gesto fulmineo la caricò a sacco di patate sulle spalle.
Le sue grosse mani sulle cosce longilinee della ragazza, tese e salde. Sentiva la sua pelle calda coperta dal jeans e al solo pensiero che a pochi centimetri si trovava il suo fondoschiena, così sensuale e prorompente, Michael arrossì e si sentì di nuovo eccitato, col cavallo stretto a fasciarlo. Il suo corpo era provocante, lo aveva notato sin dalla cena di come quella bambina fosse sbocciate in un fiore di donna affascinante.
Si sgridò mentalmente per il poco contegno. <Damn, Michael. Stai pensando davvero questo?>
"Mettimi giù, questo non dimostra niente" rideva e tirava piccoli pugni sulla sua schiena.
"Non prova niente? Un vecchio non potrebbe sollevare così una fanciulla"
"Sei solo allenato! Questo non toglie che sei vecchio e dopo avrai il fiatone e tanto male alla sciatica"
"Ti meriteresti.. " <una sculacciata> pensò e arrossì.
"Oh-oh, questo silenzio è preoccupante."
A salvarlo fu Steven che si avvicinò con sguardo corrucciato.
"Salve Nina, Michael. E' arrivata la signora Taylor"
"Ciao Steven" la ragazza sventolò la mano non potendolo vedere in viso. Le sue dita esili spuntarono buffe dai riccioli che a penzoloni toccavano quasi terra.
"Ottimo, grazie Steven" diede una leggera pacca all'uomo ed espirando sentì la tensione diminuire.
Iniziò ad incamminarsi verso il cancello.
"Michael, ti sei dimenticato che sono ancora quaggiù? Dio, ho paura che mi arrivano i tuoi piedi in faccia."
Rise e la ignorò.
"Dopo dovrò lavare i capelli, ti sto pulendo il Ranch"
Arrivarono davanti all'imperiosa e autorevole insegna: Neverland.
Una lungo SUV dai vetri scuri varcò la soglia e, non appena la macchina fu del tutto ferma, Michael aprì la portiera,.
Nina scivolò appena e con le mani si fece spazio fra le gambe di Michael, facendo capolino con la testa per poter vedere cosa stesse succedendo. Michael abbassò lo sguardo, sentendosi toccato, e la vide: con le labbra prigioniere nella sua solita presa ferrea dei denti, sforzandosi di scivolare ancor più giù per liberarsi. Strinse la presa sulla sua pelle, provocandole un brivido e un mugugno che a stentò trattenne.
"Cosa stai combinando bambina?"
"Voglio salutare Elizabeth guardandola in faccia, se questo è l'unico modo"

La signora Taylor uscì dalla portiera, tenuta gentilmente aperta da Michael ma ciò che vide la destabilizzò.
Michael, in tutta la sua eleganza e bellezza, era fermo di fronte a lei, statuario. La testa china e alle spalle una donna che teneva la testa penzoloni tra le gambe parlando con lui, come se fosse del tutto una posa naturale.
"Michael?"
Entrambi si voltarono in sua direzione.

Michael lasciò la presa delicatamente facendola atterrare con la testa sull'erba gelida e abbracciò la donna, nascondendo il viso nella sua folta chioma cotonata. Aspirò il buon profumo forte e materno della sua cara amica, stringendola appena. Si scostò, mirando la tunica violacea che indossava Elizabeth con gesto rapido, per poi puntare lo sguardo divertito verso Nina che si era alzata e si stava pulendo giacca e pantaloni con le mani sbuffando. Non appena si sentì osservata, alzò il viso e sorrise.
"Buongiorno Elizabeth"
"Ciao cara! Che sorpresa! Ma.. " indicò con l'indice Michael, poi di nuovo la donna "Eri tu la scimmietta a testa in giù? Stai bene?" "Sì, Michael si diverte in questo modo. Probabilmente voleva farsi mirare i mocassini da vicino"
Risero di cuore entrambi e insieme si avviarono verso la casa.
I tre erano contenti e gioiosi del pranzo che avrebbero passato insieme, grati l'uno della compagnia dell'altro.

🆆🅷🅰🆃 🅰🅱🅾🆄🆃 🆄🆂?  - ᴀ ᴍɪᴄʜᴀᴇʟ ᴊᴀᴄᴋꜱᴏɴ ꜰᴀɴꜰɪᴄᴛɪᴏɴDove le storie prendono vita. Scoprilo ora