Capitolo 5 - "Her hair, her face, her lines Divinity in motion"

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"The way she moved
Her hair, her face, her lines
Divinity in motion"

5.

Non appena Nina toccò il letto, sentì la stanchezza piombare sul suo corpo e si addormentò poco dopo.

Una volta tornato a casa, Michael sentì la testa pesante e confusa.
Domani sarebbe stato un giorno importante, avrebbe avuto ospite a Neverland il pittore e la copertina del suo nuovo album avrebbe iniziato a prendere vita. Le tempie gli pulsavano, si sentiva agitato e capì che l'incontro di lavoro non fosse l'unico pensiero a tenerlo insonne. Non riuscì a dormire, si rigirò nel letto fino a perdere le speranze di potersi addormentare e si alzò. Si fece un tè caldo e, con la tazza fumante e bollente fra le mani, uscì in veranda.
La notte era fredda ed una leggera brezza lo sfiorava facendogli venire la pelle d'oca. Il cielo era colmo di stelle quella sera. Si riflettevano negli occhi scuri dell'uomo illuminandoglieli. Paragonò le stelle alla vivacità di Nina, il solo pensiero lo fece sorridere ed abbassare il capo, rifugiandosi dal bagliore. Avrebbe voluto chiederle un parere artistico e aver modo di conoscere meglio quella ragazza eccezionale ed unica col suo carattere turbolento. Si sentiva così solo e l'allegria della ragazza sarebbe stata un'ottima medicina per la sua anima tormentata. La sua felicità era coinvolgente, il sorriso non lasciava mai il viso della donna e Michael la invidiava. Avrebbe voluto tanto essere come lei, serena e sorridente nella sua ingenua spontaneità. Pensò a quanto desiderasse vederla, a quanto desiderasse passare con lei una giornata intera a parlare di qualsiasi cosa gli passasse per la mente. Con lei aveva avuto la sensazione di poter esprimersi liberamente, senza alcun vincolo e limite. Questo lo affascinava e lo portava a sfiorarla col pensiero. Tornò a letto, la notte era troppo pungente per un uomo freddoloso come lui. Si infilò velocemente sotto le coperte, prendendo un libro tra le mani. Spostò lo sguardo sulla sveglia analogica sul comodino e, infine, sul fiocco rosso accanto. Si perse nella lettura fino a quando fu rapito da Morfeo.
Si addormentò con il libro aperto sul proprio petto.
Furono solo un paio d'ore di riposo, le sue, quando la luce del giorno fece capolino nella stanza svegliandolo.

"Tesoro, pensi di perdere il bus anche stamattina?"
La voce della madre le interruppe il sonno, facendola repentinamente sedere.
"Che ore sono" bofonchiò, la voce impastata dalla stanchezza.
"Se sei così stanca puoi non andare un giorno, hai due occhi.." la madre si era seduta all'angolo del letto.
Le sfiorò una guancia e Nina scosse la testa con forza. "Che ore sono?" "E' tardi, il bus passa fra pochi minuti"
A tentoni la ragazza cercò il telefono sul comodino, compose l'ultimo numero chiamato. Nick.
"Buongiorno, sentivi già la mia mancanza?" "Non ho le forze di risponderti, mi sono appena alzata. Penso che avrò bisogno di un altro tuo salvataggio dell'ultimo minuto. Sei già in università?" "In realtà stavo per uscire di casa, ti aspetto fuori"
La ragazza sbiascicò un grazie e chiuse la telefonata sotto gli occhi incuriositi della madre.
"Chi hai chiamato? Helen?" "No, un compagno di università" "Eri con lui ieri sera?" "Si, è un tipo a posto"
"Attenzione bimba mia" le stampò un bacio in fronte e divincolandosi dalla dolcezza di Jill corse verso il bagno.
Si infilò veloce in doccia. Non asciugò i capelli, non ne aveva tempo, e i suoi ricci gioirono all'idea di essere liberi, ribelli e voluminosi come mai. Veloce indossò un jeans nero, abbinò una camicia color canarino sotto ad un maglioncino scuro. Sistemò il colletto all'esterno, piegandolo e lisciandolo con le dita. Guardò l'ora, preparò lo zaino, si truccò appena gli occhi e bevuto un bicchiere di latte si lanciò in strada. L'auto era già nel viale ad attenderla.
Aprì la portiera, chiudendola dietro di sé piano e si sedette. "Buongiorno Romeo" "Buongiorno Nina"
Le tirò un riccio che, come una molla, ritornò al suo posto. "Magari ci potresti giocare un altro giorno? Andiamo. Helen mi avrà dato per dispersa un'altra volta. Ieri le dovevo anche riportare l'auto. Sono un'amica tremenda"
La ragazza le indicò la strada e Nick rise, ingranò la prima e uscirono imboccando la via per l'università.
Non parlarono molto durante il tragitto. Ogni qualvolta il ragazzo tentava di instaurare una conversazione la ragazza lo metteva a tacere con un gesto della mano, ripetendo "Non ancora Nick, devo ancora svegliarmi".
Arrivarono in Università, puntuali. Helen li aspettava all'ingresso a braccia conserte.
Nina le corse incontro e iniziò a baciarle ripetutamente la guancia "Sono un'amica pessima e tremenda"
Helen la scansò con una mano e rise.
"Se non vuoi più prendere il bus e vuoi stare sola con Nick in macchina basta dirlo"
"Ho semplicemente problemi con la gestione del sonno. Non riesco più a svegliarmi in tempo e la tua macchina ce l'ho io, quindi non potevo chiamarti e chiederti un passaggio"
"Quindi sono un rimpiazzo alla migliore amica?" Nick si intromise sollevando un sopracciglio.
"Sarai sempre il numero due dopo di me" Helen lo sfidò avvicinandosi al suo viso ridendo.
"Sembrate due idioti" Nina li strattonò e li spinse verso l'entrata. "Il numero uno sarà sempre chi mi darà da mangiare a pranzo"
"Allora ho stravinto la medaglia d'oro!" Helen tirò la ragazza dalla sua parte e l'abbracciò stretta. Nina si divincolò.
"Basta con tutte queste effusioni, è ancora troppo presto"
I tre si avviarono sorridenti verso l'aula dove occuparono i loro soliti posti in terza fila.
All'ingresso del professore chinarono il viso sul libro.

🆆🅷🅰🆃 🅰🅱🅾🆄🆃 🆄🆂?  - ᴀ ᴍɪᴄʜᴀᴇʟ ᴊᴀᴄᴋꜱᴏɴ ꜰᴀɴꜰɪᴄᴛɪᴏɴDove le storie prendono vita. Scoprilo ora