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Alis

Martedì

"Ieri sono stata la prima ad entrare nell'autobus. Ti aspettavo, ma non sei arrivato."

"Già, ho fatto tardi. Sono tornato a piedi" disse Nathan pensieroso.

"Okey va bene, la prossima volta ti aspetto fuori, così se mai dovessi essere in ritardo, andiamo a piedi insieme" sorrisi. Tirai fuori qualche titolo di film da poter guardare giovedì e li commentammo insieme. La metà li scartava solo perché i titoli non erano originali, o almeno quella era la sua scusa; in realtà erano di genere romantico e non andava pazzo per i film d'amore.

"Facciamo che scelgo io" esclamai con un'idea in testa.

"Ti lascio fare."

A scuola ci separammo e mi fiondai in classe, ero tra i primi già dentro. Quando venivo a piedi con Nathan, venivo sia in anticipo che in ritardo, dipendeva dall'orario in cui si svegliava e dal passo mantenuto. Sul banco notai una scritta: "Ti va di uscire oggi? Matt."

Per quanto fossi sorpresa, non potevo accettare, avevo già un impegno. Io e Nathan, come ci eravamo promessi tempo prima, dovevamo andare alla pista di skateboard. Non mi sembrava il caso di rifiutare anche perché ero stata io a supplicarlo. Non feci in tempo a cancellare che entrò Dan e iniziò a fare battutine come al solito.

"Siete passati al livello successivo? Messaggini scritti sui banchi?" Poco mi interessava il suo pensiero, lo faceva solo per ferirmi. Anche Alan entrò in classe poco voglioso di fare lezione. Quel giorno sembrava anche particolarmente assonnato e sbadigliava ogni due per tre. A lezione fu ripreso più volte per la poca attenzione, così gli chiesi quale fosse il problema. Rispose di non aver dormito per i troppi pensieri che aveva in testa, al che gli proposi di prendere un caffè alle macchinette durante la pausa e non poté che accettare.

Quando uscimmo però fui bloccata da un corpo, un contatto che mi fece rabbrividere, avevo letteralmente abbracciato il busto e potevo sentire i muscoli. Ero pronta a sentirmi in imbarazzo. Quando alzai il capo istintivamente, vidi un sorriso accogliermi, il sorriso di Matt.

"Stai comoda?" ridacchiò e mi allontanai subito sentendo la necessità di quella vicinanza. La verità era che stavo veramente bene e faceva strano solo pensarlo.

"Scusa non ti avevo visto." Stavo andando letteralmente a fuoco, un po' per il disagio un po' per aver sentito qualcosa nello stomaco.

"Qual è la tua risposta?" Ci misi qualche secondo per capire la risposta che cercava riferita al messaggio lasciatomi sul banco.

"Non posso" faticai per dire quelle due parole soprattutto perché sentivo dei forti sensi di colpa.

"Cosa c'è di più interessante di un'uscita con me?" La presenza di Alan mi imbarazzava maggiormente, potevo definirmi fortunata solo perché era mezzo addormentato.

"Nathan. Cioé non che sia più interessante, ma da tempo avevamo pianificato un'uscita" puntualizzai senza dare troppi dettagli e vidi il suo volto trasformarsi in quello di un cucciolo. Il cuore batteva sempre più forte, i suoi occhi mi tenevano incollata a tutta quella tenerezza. Sembrava di essere appena stata punta dalla spina della rosa più bella del campo, mi sentivo tremendamente in colpa per aver dovuto rifiutare e il suo sguardo dolce non aiutava. Un ciuffo biondo gli ricadeva sulla fronte in modo buffo e, come se mi avesse letto nel pensiero, portò una mano sui capelli per sistemarli.

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