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Alis

Mercoledì

Quando aprii gli occhi, trovai Matthew in piedi a fissarmi. Mi sedetti in soggezione e chiesi: "Perché sei già sveglio?"

"Volevo guardarti...", si fermò e non continuò la frase. "Mi è passato il sonno, il pavimento è scomodo."

"Già." Mi massaggiai la schiena appena me lo fece notare.

Non sapevamo quando sarebbe suonata la campanella. Prendemmo degli snacks dal distributore per fare colazione e aspettare che Dan venisse ad aprire. Matthew pensava che stesse ancora dormendo, in quel momento noi eravamo la sua ultima preoccupazione. Iniziavo ad abituarmi all'idea quando invece sentimmo un lieve rumore e qualcuno bussare alla porta per poi scoprirsi essere proprio Dan.

"Sarà stata una tortura alzarsi presto" esclamò Matt scherzando e aspettando una sua reazione. Non rispose, aprì la porta.

Sbadigliò un paio di volte prima di rivolgerci lo sguardo e chiedere: "Allora, avete risolto?"

Entrambi scoppiammo a ridere per il tono assonnato e gli occhi socchiusi. Come era riuscito a guidare in quelle condizioni? Ma soprattutto, mi aspettavo che sarebbe venuto tardi per assicurarsi che avessimo trascorso abbastanza tempo insieme.

"La vera domanda è: perché sei già qui?" domandò Matthew.

Fece una smorfia e rispose: "Non riuscivo a dormire e se mi addormentavo... meglio lasciar perdere. Sto cercando di restare sveglio."

"Quindi non avevi sensi di colpa?" insistette.

"Cosa? No. Avevate tutto ciò che vi serviva, cibo e coperte. Io invece sono stato qui dentro al freddo."

"A proposito" fece Matt "dovrai raccontarmi cos'è successo."

"Sì sì" fu la risposta che faceva dedurre che volesse dire tutto tranne cosa fosse accaduto con Mila.

Quella situazione mi incuriosiva molto. Si erano avvicinati recentemente e mi interessava sapere come fosse il loro rapporto, sapevo però che non mi riguardava.

Matthew proprose di saltare le lezioni quella mattina per discutere sull'omicidio di Joan. Dan non poté che essere d'accordo, non si tirò affatto indietro. La loro amicizia era molto stretta, per me anche aver accettato senza obiezioni era fiducia.

Sistemammo i nostri zaini e le coperte per poter andare via. Prima di uscire tornammo in classe per trovare il mio telefono, era proprio sopra al banco e fui fortunata a trovarlo ancora lì. Controllai la batteria, era abbastanza carico per chiamare nonna e parlarle qualche minuto. Dopodiché uscimmo dalla scuola e andammo in direzione dell'auto di Dan.

"Aspetta" disse Matt bloccandomi mentre aprivo la portiera. Lo guardai confusa. Spostò una ciocca dei capelli dietro all'orecchio e li sistemò passando le dita come se fossero un pettine. "Ecco, erano un po' arruffati."
Poi, come se non fosse successo nulla, entrò.

Rimasi imbambolata quanto bastava per innevorsire Dan e richiamarmi alla realtà. Mi destai ed entrai anch'io.

"Passiamo da Nathan?" chiesi ricevendo il silenzio come risposta.

"Devi dargli qualcosa?" domandò confuso Dan.

"No... viene con noi" spiegai allora.

"Con noi?" Guardò Matthew per avere forse una conferma o qualche spiegazione in più. "Scordatelo."

"Io e Matt ne abbiamo parlato. Lui non c'entra niente con Joan."

"Ti fidi così tanto di lui?" fece Dan alzando il tono di voce e rivolgendo lo sguardo nuovamente all'amico proprio accanto a lui, anche se la domanda era indirizzata a me.

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