Dan
Passò qualche giorno, non vidi più Mila, me ne feci una ragione. Tutto sembrava monotono, niente si allontanava dai normali schemi. Matt mi parlava, forse ero l'unico a cui parlava ancora normalmente, tanto che sembrava non ci fosse nulla che non andasse, almeno superficialmente. Ma io lo conoscevo.
Percorsi il corridoio della casa dei Kings per poter arrivare in cucina e fare colazione.
Dormivo spesso lì. Tutti credevano che non volessi andare dai miei, il che era verissimo, ma potevo anche decidere di stare dai miei zii.
Il punto era che Lena mi aveva chiesto di non lasciarla sola e non voleva dirlo a nessuno. Quando me l'aveva confessato, l'avevo guardata per qualche secondo, come se fossi incantato da quelle parole, in realtà mi sentivo tremendamente in colpa e vuoto per la causa."Perché non l'hai detto prima?" avevo chiesto inizialmente alla sua richiesta di restare a dormire nella casa.
"Perché altrimenti avrei dovuto spiegarne il motivo."
"Del fatto che non vuoi stare sola in una casa così enorme e silenziosa?" Pensavo fosse stata quella la ragione. Non aveva risposto. "Aspetta, c'è qualcosa che non sappiamo?" L'avevo guardata supplicandola con lo sguardo di raccontare ciò che teneva nascosto e liberarsene.
"Tyler. Sono io che volevo nascondermi e andarmene... non perché credessi che avessero potuto farmi qualcosa conoscendo la mia identità, ma che Tyler l'avesse fatto. Una sera... era venuto un gruppo di amici a casa sua... hanno iniziato a bere, poi qualcosa è andato storto. Non so di cosa stavano parlando ma Tyler si è improvvisamente arrabbiato con uno di loro. Sentivo le urla, ma non ero lì con loro. Mi trovavo nel piano superiore. Poi non ho sentito più niente, così ho deciso di scendere e ho visto uno di loro steso per terra e sanguinante. Intorno tutti i pezzi di vetro di varie bottiglie. Gli altri se ne erano andati, tutti. Me ne andai anche io... spaventata, e non sapevo cosa fare. Ora però ricordo quella scena continuamente e mi è rimasta sulla coscienza. Avevo paura che Tyler potesse scaricare quella rabbia su qualcun altro e non potevo più reggere la situazione." Stava cercando di trattenere le lacrime di fronte a me, il Dan apatico che non piangeva mai. Avrei voluto piangere per lei se solo avessi saputo farlo. L'avevo abbracciata e le avevo promesso che sarei rimasto con lei.
Preparai la colazione per entrambi. Mi ero svegliato presto, ma era l'unica volta in cui accadeva. Di solito era Lena a lasciare il tavolo pronto, difatti si sarebbe svegliata anche lei di lì a poco. Ed ecco che la vidi arrivare con il pigiama.
"Buongiorno" disse e le sorrisi. Guardò il tavolo e si sedette ancora più contenta di prima pronta per mangiare.
"Sai," iniziò, "non te l'ho mai detto, ma sei come un fratello per me. Nathan mi è mancato tantissimo, in qualche modo mi hai alleggerito quella sensazione di vuoto..."
"Hai Aron."
"Con Aron è diverso. La persona che si ama è diversa da un fratello." Si alzò, quel gesto mi fece quasi paura, e venne verso di me abbracciandomi. Chiusi gli occhi per un istante e se non fosse stato per il mio carattere, le avrei confessato quanto anche lei per me fosse una sorella.
Era dura accettare che non l'avessimo protetta abbastanza e che non potesse frequentare la scuola normalmente insieme a noi. E Nathan... lo rivolevamo con noi, come una volta.
"Che ne dici se ci riuniamo tutti qui questa sera?" proposi.
"Ma è quello che facciamo sempre."
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𝐊𝐈𝐍𝐆
RomanceBugie, rivelazioni e amori incerti. Il Bronx è una scatola piena di ricordi dolorosi per Alis che sarà costretta ad aprire di nuovo una volta tornata. Non ha mai accettato il passato e così è stato difficile vivere il presente come una ragazza norm...