Mila
Giovedì
Chiusi il libro bruscamente, avevo letto una pagina più di una volta e alla decima riga iniziavo a perdere la concentrazione. Non sapevo più come fare a non sovraccaricarmi di pensieri, avevo bisogno di tranquillità e non sapevo dove andare a cercarla. Ero riuscita a raggiungere la metà di Emma, non sapevo come, non ricordavo nulla e tutti quei cognomi mi confondevano. Avrei dovuto smetterla di leggere classici e passare a libri più semplici.
Mi alzai dal pavimento del corridoio completamente vuoto. Mi piaceva saltare qualche ora a scuola durante la settimana per evitare la confusione e rilassarmi. Di tanto in tanto si sentivano dei rumori sommessi, ma nulla di più grazie alle pareti che bloccavano le voci. Iniziai a camminare lentamente per completare l'ora e aspettare il suono della campanella; cercai di trovare qualcosa di interessante da guardare ma era tutto monotono. Come la vita, anche quella era monotona. Ancora dovevo trovarne il senso, ogni giorno sembrava però che ne perdesse un po', o almeno dal mio punto di vista.
Decisi di chiudere gli occhi e camminare per un po' lungo il corridoio senza guardare niente, mi piaceva farlo, era come se non fossi io a decidere dove andare, ma fosse tutta una scelta del destino o una cosa del genere. Nemmeno sapevo se crederci al destino. Feci un passo alla volta limitata da un senso di timore che mi rallentava, tastai il muro per capire in che direzione dovessi andare, l'angolo mi portò a girare a destra e riprendere il percorso rettilineo. Proprio quando cambiai direzione, sbattei contro qualcosa, o meglio qualcuno, non era sicuramente il muro, forse avrei preferito lo fosse.
"Oh guarda" esclamò lui.
"Mmh" mugugnai disinteressata, un modo per non salutarlo e al contempo per non rimanere completamente in silenzio.
"Cosa ci fai qui? Non dovresti essere a lezione?" continuò. "Cioè poco mi interessa, perché te lo sto chiedendo?"
"Poni questa domanda a te stesso, non a me" risposi con l'intenzione di andarmene. Mi guardò alzando un sopracciglio confuso, lo feci anche io, perché non avevo detto niente di male. Sbuffò facendo per andarsene per la sua strada, poi ritornò indietro.
"Aspetta" affermò. "Sei amica di Alis giusto?"
"E a te... Dan," pronunciare i nomi di conoscenti mi faceva strano, "a cosa dovrebbe servirti saperlo?"
"Rispondi in modo normale per una volta" disse duramente, iniziava a stancarsi.
"Non siamo proprio amiche", o almeno questo dipendeva dal suo modo di interpretare il concetto di amicizia, "ma abbiamo parlato un paio di volte se non sbaglio, posso andare?"
"No." Sembrava proprio che non avrei più goduto del silenzio di lì in poi. "Ti ho vista parlare con lei una volta in cortile, dovreste conoscervi bene."
"Le tue supposizioni sono sbagliate. Quella era l'unica volta, come puoi dire che ci conosciamo bene? A te bastano pochi minuti per sapere tutti gli interessi di una persona e la sua vita?"
"Mi basta sapere se mi fido." Non replicai per lasciare che il discorso finisse. "Non parli più?"
"Il tuo tono è arrogante," osservai, "in realtà non avrei motivo di parlare. Sei tu che hai iniziato la conversazione, chiamala come vuoi."
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𝐊𝐈𝐍𝐆
RomanceBugie, rivelazioni e amori incerti. Il Bronx è una scatola piena di ricordi dolorosi per Alis che sarà costretta ad aprire di nuovo una volta tornata. Non ha mai accettato il passato e così è stato difficile vivere il presente come una ragazza norm...