Sister problems

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E' uso comune pensare che i postini suonino due volte alla porta, che questo fatto sia assordato o meno, Peter spalancò l'uscio di casa avvolgendosi alla bene meglio la vestaglia in vita, con un nodo morbido dettato dalla fretta.

Come aveva anticipato, Stiles si presentò alla residenza degli Hale di buon mattino, non scordando di presentarsi con una colazione cucinata dal sottoscritto: per lui era inconcepibile che un ospite si presentasse a mani vuote e poiché desiderava che gli fosse concesso di restare in quella villa per più tempo possibile, si impegnò per sfornare una rustica torta.

Il giovane Stilinski venne accompagnato, per meglio dire scortato, dal padre. Noah era mosso da un naturale senso di protezione nei confronti del figlio: dopotutto non aveva mai avuto modo di sperimentare personalmente se gli Hale fossero una famiglia raccomandabile, motivo in più per squadrare questo fantomatico 'Derek' di cui Stiles non faceva altro che parlare.

Da brava persona civile quale era, Peter si chinò per raccogliere il giornale che gli era stato recapitato sullo zerbino da uno di quel ragazzini che, muniti di bicicletta, offrivano questo servizio alla comunità.

"Buongiorno Stiles, non credevo di vederti così presto. Buongiorno anche a lei sceriffo" puntò ad indovinare, sperando che il distintivo appuntato sulla divisa dell'uomo accanto al ragazzino, non fosse un misero travestimento da quattro soldi.

"C'è qualche problema?" domandò Peter, incapace di nascondere un evidente stato di agitazione. Come biasimarlo? Non era la prima volta che la finanza effettuava dei controlli sulla legittimità del suo patrimonio, dunque i goccioloni di freddo sudore che gli imperarono la fronte, furono più che giustificati.

"No signore. Mi sono semplicemente offerto di accompagnare mio figlio. Immagino che Derek le abbia parlato della sua idea di condividere il natale e mi sembrava opportuno presentarmi prima del fatidico cenone" tentò lo sceriffo un tono convivale, grattandosi nervosamente la base della nuca: non era esattamente un uomo aperto a repentine nuove conoscenze.

"Prego, accomodatevi. Scusate il disordine ma i ragazzi stanno ancora dormendo e non ho voluto accendere l'aspirapolvere per disturbarli" Stiles tentò di nascondere un sorriso dietro ad un finto sbadiglio: Peter era esattamente come Derek lo aveva descritto, la personificazione dei suoi bizzarri racconti, dunque non si sarebbe stupito di vederlo passare il folletto agghindato a modi Freddie Mercury nel moto video musicale.

Calze a rete e baffi a parte, Stiles rimase colpito dall'immensità dell'abitazione degli Hale ma in particolare da un dettaglio, minuscolo quanto non indifferente: l'ambiente, seppur accogliente, risultava asettico: nessun soprammobile orribile acquistato durante una gita di classe (quel genere di regalo che si recapita ai genitori dopo aver visitato una qualche città, non importa se dietro l'angolo), nessuna fotografia di famiglia, nessun quadro dipinto dalla vena artistica di qualche famigliare, nulla di tutto questo.

La villa degli Hale sembrava in esposizione, pronta alla vendita da tanto era impersonale e priva di particolari. Stiles si domandò se anche la camera di Derek fosse appena uscita da una rivista di immobili.

A proposito di Derek, vi ho parlato dell'improvvisa trasformazione di Peter nel perfetto padrone di casa, dunque potete facilmente intuire che il ragazzone fosse ancora immerso nel mondo dei sogni. Prendere sonno la scorsa notte era stata un'ardua impresa: abituato com'era a stringersi al petto Stiles, fu costretto ad accontentarsi di un misero surrogato di stoffa e piume d'oca.

Derek fissò quel cuscino per una mezz'ora buona prima di premerselo contro ed affondarci il naso. Se solo avesse potuto, avrebbe scodinzolato dalla gioia di poter percepire il tipico odore di Stiles: caramello misto a quel profumo inconfondibile delle pagine dei fumetti che divorava.

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