Built Something

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Derek correva forsennatamente tra i corridoi della villa, per meglio dire, lo avrebbe fatto se solo i polmoni non fossero completamente anneriti dal fumo. L'ossigeno a sua disposizione stava iniziando a scarseggiare: il ragazzo sapeva di avere a disposizione una manciata di minuti, prima che il suo corpo dichiarasse un collasso.

Giurò a sé stesso che avrebbe reagito finché non si fosse assicurato che la sua famiglia fosse al sicuro. Il piano terra pareva sgombero e poté giurare di sentire le urla delle sue sorelle, provenire dal seminterrato.

Si precipitò in quella direzione, guidato solamente dall'istinto e dall'udito, scoprendo a suo malgrado di non essersi sbagliato: Laura reggeva tra le braccia una Cora priva di sensi, arrancando per i gradini delle scale.

"Laura!" urlò Derek, aiutandola: si scambiarono la bambina ed il ragazzo afferrò un braccio della sorella maggiore per avvolgerlo attorno alle spalle.

"Derek porta in salvo Cora" gli ordinò la sorella maggiore. "Non riuscirai mai a scappare da qui, se dovrai sopportare il peso di entrambe!" urlò disperata.

"Lau, non ti lascio qui!" Derek la afferrò letteralmente per i brandelli di maglia, spingendola affinché passo per passo, divorasse quella manciata di gradini che la separavano dalla salvezza.

"Porta Cora fuori di qui. Ti seguo: non è il momento di fare il testardo e se litighiamo ora, moriremo tutti e tre!" il moro si convinse che la sorella dovesse avere ragione così, con le ultime forze, depositò Cora tra le braccia dei soccorritori.

A discapito delle urla dei paramedici che gli intimavano di lasciarsi visitare, Derek si rituffò in quell'inferno.

Al di sopra delle rampe di scale, vide Laura farsi forza, strisciando con il corpo contro lo scorri mano, divenuto ormai incandescente.

Derek porse entrambe le mani alla sorella.

Qualcosa scattò nella mente di Laura, come un sesto senso che le suggeriva il fatto che ormai ogni speranza fosse vana.

Corse per i due gradini che lo separavano dal fratello, spingendolo all'indietro giusto prima che le bombole di gas che la famiglia Hale custodiva nel seminterrato, esplodessero.

"Laura..." sussurrò Derek, perdendo lentamente i sensi. Un vortice di calore fuoriuscì dalla rapa di scale, sarebbe costato la vita al giovane ragazzo se solo i pompieri non fossero intervenuti.

Se fossero stati più pronti, probabilmente la ragazza si sarebbe potuta salvare e con questo rimorso Derek chiuse gli occhi.

"Derek!" lo chiamò Peter, scuotendo quel piccolo corpicino martoriato.

"Derek...".

"Derek svegliati!" il ragazzo aprì gli occhi: il suo corpo da bambino era sparito, ora si trovava in quello di un giovane sulla ventina.

Scattò immediatamente a sedere, risucchiando l'aria in un gemito di sorpresa.

"Derek, calmati. Rilassati" una voce lo fece voltare: Stiles era inginocchiato accanto al suo cuscino, in uno stato di evidente preoccupazione.

"Non ho idea di che incubo ti stia tormentando da questa notte ma hai avuto la febbre. Ho tentato in ogni modo di svegliarti ma non ne sono stato in grado" solo allora il moro si rese conto le il gelido sudore che gli imperlava la fronte, fosse trattenuto da un panno umido.

"Vuoi che chiami l'infermeria?" Derek scosse il capo.

"Dimmi che va tutto bene..." lo implorò, Stiles fu pervaso dal dubbio che l'amico non fosse del tutto cosciente.

"Va tutto bene Derek. Sono qui con te, vedi? Sei stato tremendamente agitato per tutta la notte. Non sapevo esattamente come comportarmi, ho cercato di rassicurarti ma appena sembrava che stessi meglio, tornavi a dimenarti. Ho domandato a Isaac quale fosse la tua colazione preferita" gli indicò un sacchetto sul tavolino.

CherofobiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora