Capitolo 16 La perdita

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L'alloggio di Mary era situato a Clearwater Beach, una zona tranquilla e non troppo lontana dal residence. Era l'unica che abitava per conto suo. Quando arrivammo a casa sua capii il perché: era meglio vivere in un grande appartamento vista mare, piuttosto che in una camera bilocale di un residence affollato. Si trovava all'ultimo piano di una piccola palazzina di nuova costruzione, composta da soli quattro appartamenti, due al primo piano, due al secondo che non parevano abitati. Dopo aver parcheggiato l'auto, salimmo ed entrammo in casa, la ragazza ci accolse radiosa come sempre.

<< Vi stavo aspettando! Accomodatevi! >> sembrava entusiasta divederci. Quel posto mi era piaciuto subito. Nell'ampia sala era tutto arredato inaspettatamente con buon gusto, c'era un divano angolare color nocciola, proprio in mezzo, davanti alla tv cinquantadue pollici schermo super piatto che riempiva la parete. Gli scaffali erano pieni di libri di ogni genere, dalla storia al thriller, ai gialli e qualche romanzo rosa. Ero stupita di vedere tutti quei libri, era tanto carina, ma non mi sembrava il tipo che passava del tempo a leggere. Ma potevo sbagliarmi. Dovevo esserle grata per avermi indirizzato a Jason ei suoi, in seguito si perse un po', ma dovevo tentare di essere più indulgente con lei. D'altronde non era obbligata ad aiutarmi e quello che aveva fatto era molto. La guardai e le sorrisi colpevole. Di fronte alla porta d'entrata erano situate su grandi vetrate che illuminavano la stanza, erano porte scorrevoli dalle quali si accedeva al terrazzo affacciato ad una meravigliosa veduta. Nello stesso ambiente, era situata la cucina, che riempiva l'angolo più buio della stanza, i mobili erano di colore azzurro edera collocata su un piccolo soppalco. Al centro il tavolo, grosso abbastanza per una decina di persone e tutto intorno le sedie. A fianco della cucina c'erano ancora due porte, una era il bagno e l'altra la camera da letto. Mary colse la mia espressione meravigliata, mi prese per mano e mi portò sul terrazzo, dove vidi l'incredibile paesaggio che mi circondava. Si scorgeva la costa, le lunghe spiagge, e la varietà di colori e di sfumature che quel posto possedeva. 

Il mio cuore si aprì a quella vista, Clearwater era davvero fantastica.

<< Questo posto è bellissimo! >> esclamai con enfasi.

<< Già, peccato non sia mio! >>

<< Sei in affitto? >>

<< No, no. Non poteri permettermelo. È di Jason, come tutto il resto della palazzina. Io ci vivo, lo tengo in ordine e pulito, quando ne hanno bisogno i ragazzi vengono qui, ed io non pago l'affitto. Una sorta di custode. >> 

Niente maschio, pensai. Rientrammo e subito dopo lei se ne andò. Uscì di fretta dicendo che doveva iniziare il turno alla caffetteria e che non sarebbe rincasata. Io e Tyler rimanemmo soli. 

Mi guardai un po' intorno, posai le mie cose in camera e ritornai in sala, Tyler sene stava seduto sul divano con la tv accesa sul canale dello sport. Al contrario di me, lui era perfettamente a suo agio, era di casa. Mi recai sul terrazzo per non perdermi lo spettacolo del sole che stava man mano calando, era una bella sensazione stare lì fuori e godersi il momento. Volevo che la mia mente fotografasse quel posto e che imprimesse le sensazioni che suscitava, per non dimenticarlo mai. Dopo qualche minuto la mia guardia del corpo mi raggiunse, giunse al mio fianco, la brezza gli spostava i capelli e il suo sguardo era dritto davanti verso il paesaggio,

<< Come stai? >> chiese.

<< Questo è un momento di pace. >> asserii. Mi cinse le spalle per un secondo, poi mi sorrise e rientrò, lo seguii con lo sguardo e lo vidi sfilarsi la fondina con la pistola e appenderla all'attaccapanni situato dietro la porta, poi andò a sedersi davanti alla tv e, come in precedenza , concentrarsi sul canale dello sport. Pensai che se lui era così rilassato, io potevo stare tranquilla, non avrei corso rischi quella sera. Era di l'ora cena, rientrai e decisi di essere gentile con lui, mi diressi verso la cucina per preparare qualcosa, gli ero grata per ciò che stava facendo e volevo in qualche modo dimostrarglielo. Era l'unico sentimento che mi era concesso provare, il resto, avrei dovuto tenerlo per me. Mentre tagliavo la cipolla nella padella, i pensieri divennero invadenti e incontrollabili. Pensai a Tyler e al fatto che eravamo completamente soli in quell'appartamento e che sarebbe potuto succedere di tutto. Ma se da una parte la cosa mi eccitava, dall'altra mi terrorizzava. Rapita da quel pensiero, a un tratto mi resi conto che era proprio vicino a me, con l'espressione colma di meraviglia:

Una sola via d'uscitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora