Quando la mattina successiva Hermione sollevò pigramente le palpebre, lo fece dimentica di dove si trovasse. Faticava sempre a ricordare a che punto fossero rimasti di primo acchito, ma quel giorno le sopraggiunse alla mente più in fretta del solito. E questo perché lui si trovava lì con lei.
La ragazza si puntellò sui gomiti e una fitta di dolore le attraversò la schiena. Dormire sul divano non le aveva fatto bene, ma la visione di un addormentato, innocuo Draco Malfoy accomodato di fronte ai propri occhi, fu capace di farle spuntare un sincero sorriso in volto. Lo osservò a lungo, incerta sul da farsi, ricordando cosa avessero condiviso la sera prima, cosa nel corso della notte e soddisfatta che avessero finalmente parlato apertamente di quanto stessero facendo. Infine, come un fulmine a ciel sereno, fu attraversata da quell'ultimo pensiero che era stato in grado di rovinarle tutto il sonno.
Chiunque li avesse costretti a condividere i sogni, poteva averlo fatto nella speranza di distrarli?
Infondo l'ipotesi dello scherzo iniziava a suonarle poco credibile, soprattutto visti quanti giorni stessero trascorrendo senza che le cose cambiassero di una sola, piccola virgola. A mente fredda, si disse la giovane, era decisamente più probabile che qualcuno avesse scelto di unirli in quella bizzarra situazione con il fine di renderli deconcentrati.
Guardò ancora una volta Malfoy addormentato, poi scivolò piano via dal sofà. Camminò fino alla cucina.
La trovò completamente a soqquadro dalla notte precedente. Contemplò colpevole le tazze e la bottiglia in frantumi ed evitò cautamente di calpestare il vino ormai rappreso sul pavimento. Si allungò verso il tavolo in sala e afferrò la propria bacchetta. Ripulì tutto in un batter d'occhio e accese il bollitore elettrico. Nel frattempo continuò a riflettere. Si trattava di uno dei suoi più grandi difetti come dei suoi più incredibili pregi, ma Hermione Granger, una volta risucchiata da un'intuizione, faticava profondamente a distaccarsene. E ora era proprio così.La guerra d'altra parte era finita da solo alcuni mesi, e Ronald e Ginny le avevano parlato appena pochi giorni prima di quanti mangiamorte ancora vagassero nei meandri più tetri del Mondo Magico, come ratti alla disperata ricerca di un riparo.
Puntò il proprio sguardo verso il sofà e vide, oltre lo schienale rialzato, il braccio marchiato del biondo. Si sentì rabbrividire. C'erano cose che i pochi seguaci rimasti di Voldemort non gli avrebbero perdonato, così come avrebbero volentieri posto fine alla vita di lei se solo avessero saputo del suo piccolo appartamento babbano. Il punto era, se davvero fossero stati un branco di maghi oscuri a tentare di confonderli, chi poteva essere la loro preda? Lei, appartenente al Trio che aveva sconfitto il loro maestro, o lui, che stava cercando di ritrattare qualsiasi cosa gli fosse mai stata educata come sacra?La ragazza sospirò, voltandosi nuovamente verso il bollitore elettrico. Si scaldò un po' d'acqua e si preparò un tè, al quale aggiunse un po' di latte. Lo bevve piano, accomodata su uno sgabello, imponendosi la calma e dicendosi che, solamente perché la sua intuizione le sembrava tremendamente possibile, non stava a significare che fosse di conseguenza quella corretta.
Cercò di ricordare se negli ultimi giorni si fosse imbattuta in titoli di giornali diversi dal solito, più sospettosi, o se le fosse sembrato che qualcosa, semplicemente, non fosse andato normalmente. Eppure non le venne in mente nulla. Decise però, per calmare il proprio animo tormentato, che avrebbe spedito un gufo a Harry nel pomeriggio, così da domandargli qualche informazione, sulla quale lei avrebbe giurato che sarebbe stata muta come una tomba. Perciò fece per alzarsi, pronta a iniziare ad abbozzare qualcosa, quando udì un gemito provenire dal divano poco distante."Un maledetto marchingegno di tortura." Bofonchiò Malfoy, sollevando le braccia e tendendole verso il soffitto dell'appartamento. La ragazza arricciò le labbra, poi lo vide apparire oltre lo schienale del sofà piano, con i capelli spettinati e gli occhi socchiusi per la stanchezza.
Hermione scrollò le spalle: "A nessuno piace dormire sul divano."
Il serpeverde annuì, sospirando e portandosi una mano contro la fronte. Indosso portava solamente i boxer, mentre la ragazza si era infilata il pigiama la sera prima, quando si erano accomodati di fronte al televisore. Si guardò attorno:
"Che ora è?" vide il sole filtrare dalla finestra del soggiorno in maniera aggressiva, segno che non potesse essere prima mattina.
Lei osservò l'orologio appeso alla parete: "Le dieci." Tornò a lui "Hai da fare?"
Malfoy pensò che fosse stranissimo che non ci fosse nessun imbarazzo dietro il fatto che avessero appena trascorso una doppia notte insieme, realmente e in sogno, ma non le disse nulla. Annuì, per poi alzarsi in piedi:
"L'ennesima udienza."
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Lucid Dreams -Sogni Lucidi-
Fanfiction"Per 'sogno lucido' si intende quel sogno avuto in coscienza del fatto di stare dormendo." |estratto cap.5| Lui la guardò, questa volta esclusivamente in quegli occhi tanto vivi da poterlo scottare a distanza, e per un secondo fremette. Si irrigidì...