Settima notte

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Quella volta si ritrovò di fronte a una parete. Ci impiegò sicuramente più tempo di quanto ci avrebbe messo lei a comprendere dove si trovasse: davanti alla Stanza delle Necessità. Aveva trascorso un'altra ora al gala dopo che Hermione gli si era allontanata e aveva chiacchierato con Blaise e Lumacorno, soprattutto di come stesse proseguendo il processo contro Lucius. L'insegnante gli si era complimentato a lungo per il coraggio dimostrato nel fare una cosa del genere, e gli aveva mormorato che, in caso di bisogno, avrebbe potuto contare sul suo appoggio. Malfoy lo aveva ringraziato, ma si era sentito alienato per l'intera durata della conversazione: le parole che la Granger gli aveva sussurrato all'orecchio durante il loro breve ballo lo avevano lasciato di stucco. Forse per quella ragione si era intrattenuto più di quanto avrebbe desiderato a quella sorta di festa privata: per posticipare il più possibile il loro incontro successivo.

Ora però era nuovamente lì. Malfoy chiuse gli occhi, si concentrò profondamente e, quando li riaprì, indosso portava la divisa scolastica. Non era certo del perché la ragazza non avesse ancora usufruito di quel trucchetto banale che il mondo dei sogni concedeva loro, ma si era risposto che, probabilmente, a Hermione non interessasse affatto di come gli potesse apparire di fronte, visto quanto poco lo avesse sempre tenuto in considerazione. Sospirò; era giusto così.

Contemplò a lungo la parete, dicendosi che, con ogni probabilità, lei dovesse trovarsi oltre la porta incantata che celava la stanza. Desiderò evocarla con impellenza, ma tergiversò alcuni minuti. Voleva prima decidere come comportarsi, così da non finire di nuovo per litigare e ferirla. Non ora che avevano finalmente ripreso a parlarsi.
Le aveva domandato scusa al gala, e lei aveva tentato di ostentare disinvoltura, negando e riducendo l'incidente a un suo errore di calcolo, poiché aveva creduto che la sua controparte reale non fosse minimamente coinvolta. Solo dopo era venuta a conoscenza che il Draco dei propri sogni era allo stesso tempo anche quella fantomatica controparte che aveva creduto di potere astenere dal tutto. E per lui era valso allo stesso modo, soltanto che lei non era mai stata con nessun uomo prima.

Il serpeverde si inumidì le labbra, poi tentò di regolare il respiro. Ricordò quanto avesse desiderato toccarla appena poche ore prima e si sentì d'improvviso tremendamente vuoto nel realizzare che, ora che era venuto tutto allo scoperto, non avrebbe potuto farlo più. Lei, sicuramente, non glielo avrebbe concesso. Strinse le proprie mani, tese lungo i fianchi, in due pugni frustrati, poi camminò avanti e indietro di fronte alla parete fino a quando la porta non prese a formarsi dinanzi ai suoi occhi.
Lo attraversò un brivido, mentre i ricordi dell'armadio svanitore e dei mangiamorte prendevano sempre più piede nella sua mente, ma cercò di allontanarli subito, tornando a concentrarsi su Hermione.

Granger, Granger, Granger, si ripeté come un mantra, certo di non volere ricordare neppure un piccolo, disgraziato dettaglio di quella notte sulla torre di astronomia. Infine, quando la porta fu apparsa, la aprì, facendosi così largo all'interno di una piccola camera da letto tutt'altro che anonima. Vide la ragazza accomodata sul letto sussultare per la sorpresa nel vederlo. Indosso portava un paio di pantaloncini corti molto aderenti e una t-shirt grigia:
"Malfoy, che ci fai in camera mia?"

Il biondo si guardò attorno. La sera in cui aveva deciso di smaterializzarsi a casa della riccia, lo aveva fatto all'interno della sala, dove l'aveva trovata chinata a terra con la bacchetta tra le mani. In quell'occasione non aveva avuto alcuna opportunità di verificare dove potesse dormire una donna come Hermione Granger, ma non lo sorprese affatto l'arredamento semplice che lo stava circondando in quel momento. C'era una grande libreria dall'aspetto vintage a occupare interamente una parete, e la trovò piena di libri a lui del tutto sconosciuti, scritti con ogni probabilità da una quantità di vecchi babbani. Contro un altro muro c'era un armadio non troppo grande, anch'esso dall'aspetto antico, e infine, vicino al letto, una cassettiera ricoperta di oggetti irriconoscibili ai suoi occhi di mago. Notò moltissime fotografie e stampe appese in maniera confusa, prive di cornici.

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