Lucius Malfoy, nel corso dell'infanzia del figlio, non si era mai premurato di tacergli la sua sconfinante passione per il collezionismo di manufatti magici, soprattutto se oscuri. Lo aveva persino accompagnato a rivenderne alcuni quando era venuto a sapere dei controlli del Ministero, ma alla fine lo avevano scoperto. E nonostante un enorme numero di pezzi unici fossero stati prelevati da Villa Malfoy da una decina di ispettori impomatati, altrettanti –soprattutto libri, per l'appunto- erano rimasti al loro posto, nascosti nella biblioteca di famiglia tanto grande che non si era avuta la giusta minuzia di setacciarla per intero.
Lucius ne era stato felice, mentre a Draco, allora dodicenne, non era importato granché. Non aveva mai compreso a pieno l'ossessione del padre; non fino a quando non gli era divenuta estremamente chiara la sua posizione tra le fila della guerra. E allora era stato decisamente troppo tardi.Così quella mattina il biondo avanzò all'interno dell'ampia stanza ripiena di libri domandando solo una piccola cosa a Narcissa: di non venire disturbato. Era perfettamente consapevole di avere proposto alla riccia di fare ricerca insieme, ma qualcosa gli aveva titillato la curiosità fin dalla notte stessa, e aveva ceduto come un bambino in procinto di farsi raccontare un segreto incredibile.
Perciò si posizionò di fronte l'antica scrivania in mogano che primeggiava all'interno della sala, agitò brevemente la bacchetta e domandò che gli apparissero dinanzi tutti gli scritti che potessero anche solamente accennare al concetto di magia intrinseca ai sogni. E così fu.Il motivo per il quale d'improvviso si stesse prodigando tanto nella ricerca, poi, era così imbarazzante che avrebbe preferito non realizzarlo mai in tutta la propria esistenza: perché iniziava a pensare che, più tempo avrebbe trascorso con la Granger, più sarebbe stato complicato dimenticarla. E non voleva permetterselo.
Certo, non si era allora dimostrato particolarmente furbo nel domandarle di fare ricerca insieme, ma non era stato in grado di impedirselo. Ma, per lo meno, per farle anche solo un piccolo, infimo dispetto che lei neppure avrebbe realizzato, lui avrebbe iniziato quella stessa mattina.Sospirò, osservando almeno una quindicina di polverosi libri posarsi uno a uno sulla superficie della scrivania. Ne lesse i titoli distrattamente e un brivido lo percorse; lo studio del subconscio –come controllarlo-, maledizioni impossibili, oscuri incantesimi di persecuzione, magia oscura e controllo della mente, arte maligna...
Quelli erano solamente alcuni dei titoli più grotteschi sui quali i suoi occhi si fossero mai posati. Malfoy aggrottò la fronte. Gli tornò alla mente il fatto che la Granger avesse supposto potessero esserci forze oscure sotto quanto stava accadendo loro e si ritrovò a negare con veemenza pur di scacciare l'idea. Non desiderava doversi mai più trovare faccia a faccia con qualcosa di tremendo come i mangiamorte. E secondo quella logica, avrebbe allora dovuto rinunciare a leggere ogni singolo libro di fronte a sé.Eppure non lo fece.
Sospirando amaramente e ricordando quante maledette volte Hermione avesse avuto ragione nel corso della propria vita, Draco schiuse un primo, spesso tomo e prese a leggere.
Hermione si presentò nei pressi della Tana poco dopo l'ora di pranzo. Si ritrovò a contemplare con commozione l'edificio mal raccapezzato di fronte i propri occhi prima di muovere un passo definitivo verso l'ingresso. Bussò alla porta con le labbra già prontamente arricciate in un sorriso:
"C'è nessuno?"
Nel giro di pochi secondi l'uscio si aprì, rivelando il volto gioviale di Molly Weasley. Indosso portava un abito estremamente originale e colorato, con una manica diversa dall'altra e una lunga gonna a pois a completare il tutto. La strinse in un abbraccio caloroso all'istante:
"Mia piccola Hermione! Sei uno splendore!" la adulò maternamente, per poi lasciarla andare, sistemarle un ciuffo di capelli ribelle e invitarla ad accomodarsi dentro:
"Cosa posso offrirti? Un'acquaviola? Biscotti?"
La ragazza negò, ringraziando brevemente per l'attenzione. Si accomodò sul sofà estremamente soffice, completamente fasciato di coperte cucite all'uncinetto, poi tornò a osservare la donna: "Mi ero messa d'accordo con Ginevra-"
Molly si portò entrambe le mani ai fianchi: "So tutto. Mi sento così desolata che per fare imparare qualcosa a mia figlia tu debba farti mettere in mezzo a queste fesserie."
Hermione ridacchiò: "In realtà è molto brava. Diciamo che è anche..."
"Negligente." Le suggerì la madre dei fratelli Weasley.
"Istintiva." Cercò però di essere più gentile Hermione.
La donna negò. Si acconciò i capelli in uno chignon disordinato e camminò fino alla cucina poco distante. Nel frattempo continuò a parlarle:
"L'istinto. Un'arma a doppio taglio."
La riccia annuì. Osservò le proprie gambe leggermente abbronzate lasciate per lo più scoperte dagli shorts che aveva deciso di indossare. Si guardò attornò e notò che nulla nell'arredamento era minimamente cambiato. Poi si sentì a disagio nel silenzio e riprese parola:
"Ieri è venuto Harry?"
Molly rispose subito, sfruttando un tono di voce evidentemente soddisfatto: "Sì. È stato molto, molto carino."
Hermione deglutì a vuoto. Era certa che Harry non avesse detto nulla a Molly, o ad Arthur, o a George di quanto avvenuto presso il proprio piccolo appartamento. Ma a Ginny?
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Lucid Dreams -Sogni Lucidi-
Fanfiction"Per 'sogno lucido' si intende quel sogno avuto in coscienza del fatto di stare dormendo." |estratto cap.5| Lui la guardò, questa volta esclusivamente in quegli occhi tanto vivi da poterlo scottare a distanza, e per un secondo fremette. Si irrigidì...