Sedicesima notte (quarta parte) & Epilogo

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Ron pensò di non avere sentito bene. In piedi di fronte il ragazzo che si era trovato a detestare ardentemente per tutta la propria infanzia e adolescenza, non poteva credere a ciò che le sue orecchie avessero appena udito. Sgranò lo sguardo e osservò oltre la figura asciutta del biondo, verso la ragazza che fino a pochi mesi prima aveva creduto di amare nella maniera corretta.
Con Hermione le cose erano andate naturalmente; si erano conosciuti, avevano battibeccato, poi un giorno lei era diventata bellissima e lui non era più stato in grado di capire nulla. Aveva compreso quanto gli avesse insegnato con i suoi rimproveri continui e si era detto che forse quello era innamorarsi. Andando avanti, però, avevano compreso entrambi che il loro affetto, per quanto sincero e indistruttibile, non sarebbe mai sfociato completamente in un qualcosa da amanti.
E, nel realizzarlo, Ron era sceso a patti con sé stesso, e si era detto che allora, prima o dopo, la sua migliore amica avrebbe trovato qualcuno degno di trattarla come un'amante. Perché Hermione era attraente, coraggiosa e straordinariamente intelligente, e non sarebbe mai potuta passare inosservata.

Eppure non aveva mai ponderato – neppure per un solo, misero istante – che a riscoprirla sarebbe potuto essere Draco Malfoy.

"Cosa?"
Fu la voce della riccia a spezzare il silenzio che era calato dopo la confessione del serpeverde. Hermione avanzò verso i due, afferrò il braccio di Draco e lo costrinse a guardarla. Vestita con quella maglia troppo larga, sembrava decisamente piccola:
"Cosa vuol dire?"
Malfoy faticò a mantenere il proprio sguardo in quello di lei, eppure si impose coraggio. Ormai si era sbottonato e non avrebbe più avuto il benché minimo di senso tirarsi indietro. Prese un respiro profondo:
"Intendo che ho rischiato di perdere completamente la testa quando ho capito che ti avevano presa." Raccontò con sincerità "Che sono andato a cercare Potter e il tuo ex per salvarti, e che non ti permetterò mai più di allontanarti da me."
Hermione avvertì le lacrime pungerle contro le palpebre per fuoriuscire. Deglutì a vuoto:
"Ma avevi detto-"
"Dico un sacco di stronzate. Credevo lo avessi capito dopo tanti anni." Sorrise imbarazzato il biondo. Osservò la maniera in cui le lacrime presero a percorrere il volto delicato della ragazza e di primo acchito non comprese. Pensò che potesse non essere ciò che lei aveva sperato. Poi, però, vide le sue labbra soffici arricciarsi in un sorriso e l'angoscia svanì all'istante.

"Anche io, Draco."
Questa volta fu lui a non comprendere. Aggrottò la fronte: "Cosa?"
"Ti amo."

Ron rimase immobile a osservarli baciarsi e tentò di trovare una maniera giusta di reagire, ma si rese presto conto che non sarebbe mai stato il tipo di persona disposta a riflettere prima di parlare:
"Che miseriaccia significa, 'Mione?" sollevò una mano e indicò il serpeverde "Lui? Tra tutti?"
Draco ghignò divertito, come vittorioso alla fine di una lunga battaglia, mentre la riccia ruotò lo sguardo al soffitto esasperata. Quante volte ancora avrebbe dovuto affrontare quella conversazione? Nessuno aveva sottoposto Ron al terzo grado quando aveva passato un anno a sbaciucchiarsi con la più oca di tutta Grifondoro –Lav Lav Brown. Sbuffò:
"Ci siamo ritrovati a condividere molto tempo insieme."
Il rosso sgranò lo sguardo: "I sogni? Quelli che diceva Harry?" si bloccò, poi realizzò "Harry lo sapeva!"
"Immagino che Potter non te lo abbia detto per non farti dare di matto, come stai facendo ora." Commentò semplicemente Draco. Ron lo fulminò con lo sguardo:
"Nessuno ha chiesto il tuo parere, furetto!"
Il serpeverde rise. Hermione si mise in mezzo:
"Harry non ti ha detto niente perché non era nulla di...serio."

Ron guardò prima lei, poi Malfoy. Si portò una mano tra i capelli scompigliati:
"Nulla di serio? Vi siete appena detti che vi amate!"
Hermione azzardò un mezzo sorriso: "Credevamo non fosse nulla di serio. È complicato, Ronald, mi dispiace."
"A me no." Commentò semplicemente il biondo, scoccando un bacio sulla guancia della riccia per il solo, malizioso piacere di vedere il giovane Weasley diventare rosso fino sopra le orecchie per il nervosismo.

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