"che cazzo vuoi"

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louist91 ha messo mi piace alla tua fot...

No aspe' ma che cazz...

Louis... quel Louis? Er piccoletto?

cliccai sul profilo:

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Cazzo nessun post. Cercai di capire se quello nella foto profilo fosse davvero lui, ci provai in tutti i modi ma era troppo piccola.

Doveva essere lui. Per forza...
Oppure era solo un tipo, di nome Louis, aspe' ma il cognome?

-Sei un cojone Harry- pensai, come al solito.

Nome utente: Louis Tomlinson

-Cazzoooo, è luiii. Vabbe dai non è una cosa così scandalosa perchè ti agiti tanto-

Ma infatti si. Poi ricordai di aver visto la notifica prima di aver incontrato il piccoletto. Non aveva senso, come faceva già a sapere il mio nome.

Una coincidenza? Minchia che coincidenza...

Senza pensarci lo inziai a seguire, almeno così avrebbe saputo che avevo capito che era lui... credo.

Arrivò finalmente il treno, da lì in poi la giornata non sembrò durare tanto. Arrivato a casa mangiai il pollo con le patate che aveva preparato mamma, poi feci una doccia veloce e controllai i compiti.

Matematica, italiano, due tavole di discipline pittoriche, ancora da cominciare, alcune tavole di geometriche da recuperare...

Alla fine mi misi sul letto ,senza concludere nulla, per circa due ore.

Spesso i miei penisieri incontravano quel ragazzo, così timido e così piccolo in un mondo di giganti, mi faceva.... tenerezza?

.......

6:30 del mattino, caffè con il mio cornettino ripieno di nutella, treno eee...... si ritorna alla solita schifosa vita di un liceale italiano.

Harry Styles....il diverso, il tossico, il problematico, quello col nome inglese.

L'ingresso della scuola si riempì in poco tempo, sembrava di vivere in un mondo popolato da cloni, ogni gruppo indossava gli stessi identici vestiti. Non ce la facevo a stare lì altri due anni senza impazzire.

Ero uscito di casa un po' di fretta, dato che temevo di perdere il treno, mi ero messo una camicia blu scura, quasi nera, leggermente sbottonata, con dei jeans neri, stivaletti neri e una giacca di pelle nera.

Okay si, me piace il nero...

La campanella stava per suonare quando sentii qualcuno picchiettarmi la spalla, mi girai e non fui sorpreso di ritrovarmi la faccia di Gabriel incazzata.

"Che cazzo vuoi?" cominciai io.

Ricominciai a sentire la puzza di sigarette e sudore, solo che stavolta era più forte, ma si lavava mai sto ragazzo?

"Oggi ci sto io al banco con Luiss" disse avvicinandosi sempre di più alla mia faccia.

"No, e comunque se pronuncia LOUIs, la S è muta" risposi con voce secca e fredda, per poi ritornare a dargli le spalle.

-Che si fotta- pensai

"Non era una domanda Siles" mi prese per la spalla facendomi rigirare, lo guardai storto e lui spostò subito la mano.

"Senti ma che problema hai con i nomi? Hai preso una botta in testa da piccolo? uh.. forse più di una vero?" dissi io, mimando una finta smorfia di dolore.

Larry Stylinson - Under the lights of RomeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora