"Spogliati."

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LOUIS POV

Posso dirlo? Lo dico. Quella fu proprio una serata di merda. Anche se, non del tutto.

Dopo aver detto ad Harry che Gabriel era venuto a sapere di noi, andò fuori di testa. Ho temuto davvero che potesse lasciarmi. Ma in ogni caso non glielo avrei permesso, non per colpa di Gabriel, e non in quel modo. Le parole che disse...

"Non so se sono pronto ad amarti" c'era davvero solo quello sotto...? Non lo potevo sapere, ma il fatto rimaneva quello: quella dannata sera era riuscito a strapparmi il cuore in tanti piccoli pezzi, e se non fosse stato per me, quei pezzi starebbero ancora a marcire sull'asfalto di quella strada.

-Se non fosse stato per me... quando lo capirà quel coglione che io ci tengo a lui- sbuffai mentalmente.

-"Ti ho solo usato..." No, lui non mi ha mai usato. Un rimpiazzo. Pensa che io sia un rimpiazzo per la sua solitudine. Ah se non fosse Harry, se non fosse così perfetto, probabilmente avrei già lasciato perdere, come usavo fare prima. "Sei come le altre ragazze..." Lo ha detto nella foga delle lacrime, non pensa davvero quelle cose.-

Per mia grande sfortuna, ogni singola frase di quel lunedì sera, mi rimase impressa nella memoria, come un parassita.

Il nastro si rigirava, e si arrotolava su se stesso, facendo ricominciare quella serata come in un replay infinito. "Non so se sono pronto ad accettare un noi"

-E' confuso su un noi, dopo tutto il male passato insieme, e i momenti belli passati insieme, ancora non si fida di me, ancora non mi ama... Ma io si, io lo amo. Se solo anche lui...- scossi la testa, negando quella ansia a me stesso, un fitta mi colpiva se solo pensavo che Harry potesse non provare le stesse cose che provavo io.

Versammo tante lacrime quella sera, e la situazione non venne chiarita del tutto. Appoggiammo il problema da una parte, rimandandolo ad un momento futuro, e semmai fosse arrivato, ci avrebbe sicuramente colpito peggio di prima.

Ma a schiarire quel buio, e quelle nubi di confusione che quel riccio aveva fatto nascere in me, ci pensò quella frase. Quella veritiera, bellissima, ma allo stesso tempo spinosa, frase: "Non so se sono pronto ad amarti"

Tempo, aveva solo bisogno di tempo.

Alla fine, dopo aver "chiarito", decidemmo che avremmo dormito a casa mia, e che non saremmo andati a scuola la mattina dopo così da poter preparare per bene il piano "Fanculizzare Gabriel". Il nome del piano lo scelsi io e dovetti ammettere che ci stava davvero bene.

Anche ad Harry sembrò piacere tanto, infatti scoppiò a ridere per poi però fare lo stronzo e aggiungere. "Awww er piccoletto dice anche le parolaccie..." Lo avrei voluto picchiare in quel momento, così da potergli saltare addosso... pelle contro pelle...

Me lo stavo mangiando con gli occhi. Cercai di sopprimere i miei istinti, ma l'astinenza dovuta al suo corpo si stava facendo sentire.

-Dio è così bagnato...LUI, LUI E' BAGNATO, CAZZO TOMLINSON CONTIENITI-

Appena entrati in casa vidi i suoi occhi illuminarsi nello scrutare la casa blu con i mobili in legno. Eravamo fradici così lo presi per mano e lo trascinai in bagno cercando di evitare di svegliare mamma e di allagare casa.

Chiusi il bagno dietro di noi , dovevamo liberarci dei vestiti bagnati, ma l'atmosfera che si creò mi installò tutti altri piani in mente.

"Spogliati." quasi mi stupii del tono che usai. Glielo ordinai, e con mia grande sorpresa lui non obbiettò.

Cominciai io. Lanciai le scarpe da una parte, feci abbastanza in fretta e quando rialzai lo sguardo su di lui, lo trovai con i vestiti ancora addosso, gli occhi sgranati, le guance paonazze e lo sguardo incantato su di me.

Larry Stylinson - Under the lights of RomeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora