"MA CHE CAZZO STA SUCCEDENDO?????" Urlò confuso il riccio. "Okay okay calmiamoci, ANZI NO. Che cazzo gli ha passato Nadia? Era droga? E perchè era messa così male? Sembrava uscita da una apocalisse. Oddio e se stesse male?" il ragazzo si immerse in una miriade infinita di pensieri senza senso, camminando da una parte all'altra della cucina.
"FORSE HA IL CANCRO... Ma cosa aveva nella tasca? Sicuro droga, o frose erba. Ma perchè Lou vorrebbe della droga...? Oddio e se scopassero? No non avrebbe senso Lou è tutto tranne che etero, credo. Ma poi si sono visti mezza volta, credo. E SE LOU MI AVESSE TRADITO? CON LA MIA EX? Gesù perchè stracazzo quel piccoletto ora è andato a passeggiare con la mia ex? CON LA MIA EX!" Si abbandonò con le braccia sul bancone della cucina lasciando che l'aria uscisse dai suoi polmoni, cercando di calmare i nervi.
"Il modo in cui la guardava... il modo in cui l'ha trattata. Quello non sembrava Louis, e quella non sembrava Nadia. Dio forse sto sognando e ora questo incubo finirà e mi risveglierò di nuovo accanto a Louis, abbracciati l'uno con l'altro. Oddio o magari è come ha detto lui, forse sta tutto nella mia testa e lui la sta veramente aiutando con i compiti. Ma non si spiegherebbe tutto questo mistero, tutta quella fretta... e tutti quegli sguardi. Dio Nadia proprio oggi dovevi venire a rovinarmi la vita." dentro di sè il riccio sentiva che qualcosa non quadrava. Ma provò ad ignorare tutto, convincendosi che si sarebbe fidato di Louis.
I due ormai camminavano da un po', alternando infiniti silenzi e domande corte con risposte brevi. "Quindi cosa vuoi fare...?" chiese il piccoletto mentre teneva il capo basso con le mani in tasca, mentre la ragazza accanto a lui camminava allo stesso modo.
"Io-io non lo so... insomma...T- tu che vuoi fare?" balbettò la ragazza guardando il ragazzo accanto a lui con occhi pieni di speranza e stanchezza.
"Io voglio sapere cosa vuoi fare tu... principalmente il corpo è tuo, io al momento non prevedevo un... beh un bambino, quindi se deciderai di tenerlo, beh a quel punto ne riparleremo con calma. " La ragazza a quel punto si portò disperatamente le mani a coprirsi il volto.
"Hey... tranquilla, senti, prenditi il tempo che ti serve, perchè ne ho bisogno anch'io, ma voglio dare la priorità a te. "disse lui fermandosi davanti la ragazza, per poi tranqullizzarla con un caldo sorriso accompagnato da un gentile sguardo. Ma nonostante ciò, il liscio non ottenne la reazione che desiderava.
La ragazza scoppiò in mille pianti coperti da parole incomprensibili. "i-io ti giuro TI GIURO CHE NON SONO STATA CON NESSUN ALTRO E...Sono sempre stata attenta!" gridò lei facendosi sentire anche dalla gente inconsapevole che passava.
-No non era questa la reazione che mi aspettavo...- pensò il ragazzo guardando stranito la ragazza. "E- e poi...c-cioè tu e HARRY... I-IO NON CI CREDO...Voi state insieme, e io? Io vi rovinerei solo la relazione...ahh" si disperava, mentre il liscio cercava di placare il suo isterismo.
"No no non piangere dai..."
"Si ma tu e Harry... E IL BAMBINO.. NON SO CHE FAREEE E HARRY TI HA CHIAMATO 'RAGAZZO'!! CAPITO? Prima era il mio ragazzo... E ORA ASPETTO IL TUO BAMBINO! LA MIA VITA FA COSI' SCHIFO!" Si abbandonò disperata sulla spalla del ragazzo, che cercava di consolarla, senza successo. "No dai non fare così..." La verità era che non sapeva esattamente che dire ad una diciassettenne incinta in preda ad una crisi di nervi.
"Vuoi che ti riaccompagno a casa?" chiese il ragazzo staccando il volto umido della ragazza. La ragazza si asciugò velocemente le lacrime che le avevano rovinato tutto il mascara e la matita. "No tranquillo... posso tornare da sola..."
"Mh va bene, però prima vorrei chiederti un favore..." aggiunse il liscio. "Okay... dimmi."
"Vorrei chiederti se potessi non dire niente a nessuno sulla gravidanza, soprattutto ad Harry."
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Larry Stylinson - Under the lights of Rome
FanfictionUn nuovo compagno di classe, timido, insicuro, sensibile, che si rivelerà una nuova e inaspettata svolta nella vita di Harry Styles, un semplice ragazzo di Roma che cerca solo di vivere la sua vita da etero, ma con scarsi risultati.