"Sei solo un codardo"

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LOUIS POV

7:30 del mattino, una doccia veloce, un po' di latte con i cereali, jeans non troppo stretti e non troppo bassi e infine la solita maglietta nera dei The Fray.
Ne avevo di tutti i colori, anche fucsia, non a caso era la mia band preferita.

Presi le cuffiette, le chiavi di casa, lo zaino esageratamente pesante con i libri e mi incamminai verso scuola.
Non era tanto lontana da casa mia, ci arrivavo in cinque minuti a piedi, due se invece prendevo una scorciatoia, per la mia vecchia scuola invece mi ci volevano trenta minuti di treno e tra un po' non avevo tempo nemmeno di respirare...

Decisi di prendere la scorciatoia, non mi andava di fare il giro, d'un tratto però la mia mente atterrò di nuovo su quella orribile immagine, quella era la stessa strada dove il giorno prima vidi quella orribile scena.

Harry rannicchiato a terra pieno di lividi in faccia con la mano che gli copriva la bocca per non urlare dal dolore, mentre Gabriel lo pestava senza pietà dandogli calci ripetutamente, non ero sicuro di quanti gliene avesse dati, persi il conto a quindici...
In quel momento riaffiorì di nuovo quella brutta sensazione, senso di colpa.

-Potevo fare qualcosa, potevo chiamare qualcuno, potevo fare qualsiasi cosa e invece sono rimasto lì a guardare come un codardo, perchè è questo quello che sei... un codardo-

Continuai a camminare cercando di ignorare quelle vocine fastidiose che non mi lasciavano mai in pace... le odiavo.

-sei solo un codardo, uno stolto, un idiota, nessuno ti ama, nessuno ti parla, non hai amici. Ti sei  mai chiesto perchè? Ti sei mai chiesto perchè nessuno ti guarda, perchè nessuno ti parla, perchè nessuno tiene a te...? Beh perchè nessuno merita di avere una persona come te accanto, perchè sei solo un codardo... perchè sei solo un fantasma...-

Scossi la testa cercando di scacciare quei pensieri dalla mia testa, ma diventarono solo più forti, come se qualcuno avesse alzato il volume, urlavano e urlavano e io non potevo fare altro che ascoltarli... e dargli ragione, ero solo un codardo...

L'ingresso della scuola ormai si era riempito e tra un po' non ce la facevo nemmeno a camminare senza scontrarmi con qualcuno.

Vidi Harry che si guardava attorno, forse cercava qualcuno, ripensai di nuovo al giorno prima e a quello che Gabriel gli aveva fatto, mi sentii di nuovo male al solo pensiero che probabilmente lo aveva picchiato per colpa mia, perchè mi aveva difeso...

Ripensai a come era stato carino con me e a come mi aveva coperto le spalle il primo giorno di scuola...

Mi mancava quella sensazione, la consapevolezza che qualcuno tenesse a me. 

-Perchè è così con me? Nessuno si è mai interessato, a nessuno è mai importato, passo in mezzo alle persone  e loro non si accorgono nemmeno che io ci sono. Avrei potuto gridare e nessuno mi avrebbe sentito.-

Come un fantasma.

Soprattutto dopo quella storia nella vecchia scuola... Quella dannata storia. Il vecchio me.

Presi un po' di coraggio e mi avvicinai a lui, all'inizio non si accorse nemmeno che ero lì.

Rimasi un po' a guardarlo, quelle labbra... morbide e carnose, un po' rosee, quei capelli che a vedersi sembravano così morbidi, quanto avrei voluto accarezzarglieli, quegli occhi, quei bellissimi occhi verdi che ogni volta che incrociavano i miei mi trapassavano l'anima lasciandomi senza fiato... avrei potuto guardarli tutto il giorno senza stancarmi mai.

Sobbalzò appena si accorse della mia presenza, nonostante i lividi in faccia rimaneva il ragazzo più bello che io avessi mai visto.

Gli chiesi come stava, disse che andava tutto bene ma era chiaro che stava ancora male, ogni tanto accennava una smorfia di dolore come se volesse reprimerlo, si vedeva che era un ragazzo forte, lo ammiravo molto per quello.

Larry Stylinson - Under the lights of RomeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora