"Liam?"

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Erano ormai passati trenta minuti così iniziai ad avviarmi verso casa quando d'un tratto sentii qualcuno alle mie spalle chiamare il mio nome.

Mi girai e con mia grande MA GRANDE sorpresa mi ritrovai faccia a faccia con...

"Liam?"

"Harryyy" disse entusiasto aprendo le braccia pronto accogliermi in uno dei suoi fantastici abbracci.

Aveva una maglietta a maniche corte grigia scura e una tuta larga grigia con delle nike nere, era leggermente sudato e aveva i capelli un po' umidi.

Mi lasciai stritolare, anche se forse ci stava mettendo troppa forza...

"Liam...Liam...così...però non respiro."

"Si lo so ma è passato così tanto tempoo"disse stringendomi ancora più forte.

Dopodichè sciolse finalmente l'abbraccio, lasciandomi respirare.

"Ah...aria, mi era mancata" dissi ridacchiando.

"Allora come ti va? Sono tipo due anni che non ti vedo...madò"

"Due anni?! Oddio pensavo meno....mah comunque io sto bene dai, te?"

-Ho solo avuto un attacco di panico una mezz'ora fa ma tutto bene, caramelle unicorni e arcobaleni- pensai

"Hai risolto...quelle cose con i tuoi ecc...?"Chiesi cercando di non essere troppo invasivo.

Liam aveva sempre avuto molti problemi famigliari, soprattutto dopo il divorzio dei suoi e dopo il compagno della madre che non si poteva proprio descrivere come il migliore dei compagni.

Mi ricordo che alle elementari me ne parlava spesso ma sempre con l'ingenuità di un bambino, diceva che i suoi si erano presi una pausa e nel frattempo la madre si era fatta un nuovo "amico" e cose così.

Mi raccontava spesso episodi che all'epoca con la mia ingenuità non ne capivo la gravità.

A quella domanda abbassò un po' lo sguardo ma senza scalfire il suo bel sorriso.

"Io alla grande, adesso vivo con mia madre, ha lasciato il compagno un anno fa e vabbè mio padre lo sai già."

Già...il padre.
Ve la riassumo semplice: uno stronzo.

"Vuoi un po' d'acqua?" chiese porgendomi una bottiglietta di plastica piena fino a metà .

"Greve, sì stavo a morì."

"Senti ma cambiamo discorso...ho saputo che ora abbiamo un nuovo amico in comune eh" disse dandomi un piccola spintarella.

Iniziammo a camminare nel frattempo, senza una meta precisa, tanto la ciclabile andava sempre dritta.

"Cioè?" dissi accigliato, bevendo un sorso d'acqua dalla bottiglia che mi aveva porso.

"Sicuro lo conosci, mi parla di te avvolte...è bassino, occhi azzurri-"

"pfffffffffffff" Gli sputai l'acqua sulla maglietta strozzandomi anche.

"Che- cazzo- dici..." Dissi cercando di non soffocare con l'acqua.

Mi iniziò a guardare male indicando la maglietta grigia che gli avevo fracicato.

"Scusa...?" dissi accenando un sorriso colpevole.

"Uhh ora avrò freddo..." disse sbuffando

"Ma...ma fanno più di venti gradi...hai ancora quel problema con le temperature eh"

"brrr già" disse rabbrividendo.

"E allora portati una felpa...no? uhh sempre il solito, vabbè torniamo al discorso di prima..." Presi un po' d'aria e aggiunsi.

Larry Stylinson - Under the lights of RomeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora