Da piccolo Harry amava guardare l'alba, era l'inizio di una nuova e bellissima giornata.
A vent'anni compiuti da poco per lui era come una tortura l'alba.
Gli piaceva il modo in cui il cielo si colorava, ma ormai per lui significava che doveva alzarsi per andare a mettersi al lavoro.
Da quando sua madre era morta il patrigno, Robin, aveva preso le redini della casa e cinque anni prima per Harry era iniziato l'incubo di essere trasformato da un ragazzo di una famiglia "nobile" a un semplice e inguardabile sguattero della casa. E tutto solo perché se non fosse che era pur sempre il figlio di due persone amate, a detta di Robin, altrimenti lo avrebbe buttato sulla strada.
Harry odiava quella vita ma sapeva che se fosse andato via, non avrebbe trovato un posto dove andare siccome non aveva altri parenti.
L'unica ragione che gli permetteva di farsi forza era l'affetto che i fratellastri avevano sempre per lui.
Zayn e Martha non lo avevano mai odiato, mai, neanche da bambini quando si sono conosciuti, se facevano i cattivi nei suoi confronti era solo per far piacere al padre, erano dei bravi attori in quello.
Harry mugugnò quando la luce del sole iniziò a fare capolino dalla finestra della sua misera stanza.
Si alzò velocemente e indossò i suoi vestiti, un paio di pantaloni beige, una maglietta a maniche lunghe verde scuro, un piccolo grembiule bianco e un paio di stivali marrone scuro.
Sbuffando scese le scale e andò subito in cucina dove Sarah, la cuoca, stava iniziando a preparare il necessario per la colazione che doveva essere servita tra non molto al signore di casa e ai figli.
Sarah accolse Harry con un sorriso smagliante e Harry timidamente ricambiò mettendosi all'opera.
Doveva concentrarsi e non distrarsi, un solo sbaglio e il patrigno si sarebbe infuriato, conosceva le regole.
E la piccola cicatrice che gli era rimasta sul braccio destro, nascosta dalla maglietta, ne era la prova.
Nessuno l'aveva difeso quella volta, Martha e Zayn non poterono fare nulla, quel giorno erano andati al villaggio a fare delle spese e a casa erano rimasti solo Robin e Harry.
Harry doveva portargli il tè ma per sbaglio era inciampato in uno sgabello messo male e aveva rovesciato tutto addosso al patrigno.
Il ricordo della sua sfuriata e della punizione che Harry ricevette era ancora indelebile, il conforto che gli diedero i fratellastri lo aiutò a farsi forza, ma non più di tanto.
Sarah sembrò accorgersene ma non disse nulla.
Harry finì di preparare il necessario e poco dopo iniziò a servire le persone a tavola.
Robin lo guardava con odio e disprezzo come un leone che guarda la sua preda, Zayn era sempre silenzioso la mattina ma sorrise debolmente alla vista di Harry, mentre Martha sorrise un po' di più e quando Harry finì di servirla gli sussurrò un grazie
Harry: ho finito, serve qualcos'altro?
Robin: no, vattene e vai a lavorare, scansafatiche
Harry: sì
Harry chinò la testa e se ne andò sotto lo sguardo compiaciuto di Robin e quello dispiaciuto dei ragazziAngolo autrice
Povero Hazza 🥺🥺🥺
Odiare già Robin: Fatto ✔️
Stimare leggermente Zayn e Martha: fatto ✔️
Vi è piaciuto il capitolo?
Proseguirete nella lettura?
Alla prossima!
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CinderBoy {Larry Stylinson}
FantasyHarry è orfano dei suoi genitori e vive col suo patrigno, il fratellastro e la sorellastra. Il patrigno lo odia e lo tratta come uno sguattero ma per fortuna il fratellastro e la sorellastra, sotto l'aspetto di cattivi lo proteggono sempre. E quando...