-23- sei lettere e una sola firma

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Il giovane ragazzo camminava con un paio di cuffiette nelle orecchie e la sua canzone preferita che risuonava nella sua testa. Sembrava muovere i passi a ritmo delle note e gli occhi correvano rapidi lungo tutto il panorama che lo circondava.

I capelli, scuri con pochi riflessi dovuti al nero pece delle sue ciocche più lunghe, si muovevano anch'essi a ritmo delle note che correvano lungo i fili. Aveva lo sguardo assorto, i passi leggeri e la mente vicina a qualcuno che in quel momento non era al suo fianco.

Raggiunse un luogo da lui spesso visitato, il parco abbandonato, proprio di fronte a una panchina di legno marcio che stava in piedi per miracolo. Si guardò intorno sempre con le note musicali ad accompagnare ogni suo gesto, era una cosa che gli piaceva fare, immaginare di essere all'interno di un video musicale, esserne il protagonista e far nascere brividi lungo la schiena di coloro che lo vedevano.

Si soffermò quando notò un anziano signore seduto su di quella vecchia panchina che di solito era lui a occupare. Gli si avvicinò, perché lui non riusciva mai a farsi gli affari propri, tendeva ad immischiarsi nelle vite altrui.

Prese il filo bianco delle cuffie e tirò, privandosi della musica all'improvviso. Guardò con un sopracciglio alzato il signore dagli occhi spenti.

"sta bene, signore?" chiese avvicinandosi di qualche passo all'anziano, che non gli dava l'idea di una persona in buone condizioni. Quello sconosciuto aveva i capelli grigi, gli occhi vacui e la pelle rugosa. Le mani tremavano poggiate sulle cosce magre e il bastone con cui si aiutava per camminare era poggiato al suo fianco.

"ho sorriso" gli rispose il brizzolato, spostando la propria attenzione dal parco abbandonato al ragazzo che gli aveva rivolto la parola.

"ne sono felice, signore. Ha bisogno di aiuto?" continuò il giovane.

L'anziano abbassò lo sguardo e scosse la testa in negazione. Deglutì e tornò a guardare il giovane di fronte a lui. Inclinò la testa e inarcò un sopracciglio, anche quello grigio come i capelli.

"dove abita?" provò a chiedere ancora il giovane, sedendosi accanto allo sconosciuto. Spesso gli era stato detto di non dare confidenza a chiunque, ma quel signore gli dava l'idea di aver bisogno di aiuto e lui non poteva di certo tirarsi indietro. Il suo migliore amico era stato chiaro in passato "sei troppo gentile con le persone, dovresti aprire gli occhi e capire che alcune persone sono crudeli", in quell'occasione aveva risposto con una smorfia e una schicchera sulla fronte del suo migliore amico.

Gli mancava, era troppo tempo che non parlava con quel ragazzo. Sollevò lo sguardo verso il cielo terso e sorrise, in fondo quella era l'espressione che preferiva mostrare.

"qui vicino..." rispose il brizzolato "...non soffro di demenza senile, sto bene, semplicemente oggi è una data importante" si strinse nelle spalle e lanciò uno sguardo al minore.

"davvero? Che data?" il ragazzo dai tratti morbidi e i capelli scuri allargò il sorriso, aveva l'idea che quell'anziano signore avesse alle spalle una storia da raccontare. Spesso il suo migliore amico gli aveva detto che non tutte le persone anziane amano raccontare il proprio passato, ma anche in quell'occasione l'aveva zittito con una linguaccia.

"tsk..." anche l'anziano sembrò accertarsi che il tempo reggesse, sapeva che prima o poi, durante la giornata, sarebbe piovuto "...sei uno che chiacchera"

"me lo dicono spesso, signore"

"pioverà"

"davvero?" la curiosità nei confronti dell'anziano cresceva, non tutto ciò che diceva sembrava avere un senso, ma il giovane sentiva che nella testa del brizzolato tutto seguisse un filo logico.

Una sola firmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora