-2- accennare il sorriso

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Il giorno dopo, quando Kuroo uscì di casa, non vi trovò Kenma ad aspettarlo come al solito, ci rimase male e decise di dirigersi da solo a scuola. Arrivò leggermente in anticipo, in quanto quella mattina aveva deciso di uscire un po' prima di casa per non far aspettare il biondo e incorrere di nuovo nella sua ira. Sforzo inutile in quanto Kenma non si era affatto presentato a casa sua quella mattina.

Decise di andare a controllare in classe del minore, vedere se fosse già seduto al suo banco o avesse proprio saltato le lezioni. Con suo stupore e anche una lieve tristezza, lo trovò piegato sul banchetto ad osservare l'albero oltre la finestra.

Si avvicinò al fondo della classe con dei lunghi passi, raggiunse il biondo e picchiettò un paio di volte il dito sulla sua spalla. Attese che quello si girasse e, non appena vide gli occhioni color ambra, inarcò un sopracciglio e lasciò la domanda silenziosa. Sapeva che Kenma avrebbe compreso cosa gli volesse chiedere.

"avevo fretta di venire a scuola oggi" disse il biondo tornando a scrutare il panorama esterno, sicuramente più interessante di quegli occhi nocciola che brillavano per qualcun altro.

"Kenma, mi vuoi dire che ti è preso ieri?"

"avevo fame e per colpa tua non ho potuto mangiare"

Kuroo sbuffò e si sedette sulla stessa sedia di Kenma, obbligandolo a scansarsi quel poco che bastava per far entrare entrambi sul sedile di legno scheggiato.

"ti ho già chiesto scusa per quello. Non sei nemmeno venuto agli allenamenti"

"avevo una visita dal medico" buttò lì Kenma. Non era del tutto una bugia, aveva avuto davvero una visita dal medico, solo che era stata la settimana precedente.

"avresti potuto avvertire"

"ho perso il numero di Yaku"

"ME" urlò il corvino obbligando Kenma a voltarsi nella sua direzione. Sapeva che così facendo avrebbe attirato l'attenzione del resto della classe, lo aveva fatto di proposito, sapendo che Kenma non amava attirare l'attenzione e che quindi si sarebbe trovato obbligato a dargli un po' più retta per fargli abbassare i toni.

"non mi andava" concluse il biondo muovendo il fianco e facendo quasi cadere dalla sedia Kuroo.

Quel giorno, Kenma pranzò da solo. Non appena la campanella era suonata, era corso nella grande sala, aveva accaparrato ciò che più lo convinceva e si era portato il pranzo in giardino.

Camminò qualche minuto prima di arrivare sotto il grande albero, lo stesso che scrutava dalla finestra della sua aula. Si sedette sul terriccio poggiando la schiena al tronco rigido e cominciò a tirar fuori il panino che si era preso alla mensa. Una volta scartato, lo studiò con occhio critico e cominciò a sezionarlo in modo tale da renderlo mangiabile per i suoi gusti. Tolse i pomodori, l'insalata, i cetriolini e il formaggio, lo richiuse lasciando solo la fetta di prosciutto crudo e cominciò a mangiare.

Non ebbe il tempo di dare il secondo morso che una voce gli fece alzare lo sguardo dal suo pranzo.

"perché ieri non sei venuto agli allenamenti?" Yamamoto si trovava in piedi di fronte a lui, teneva le mani sui fianchi e lo sguardo puntato sulle iridi color miele dell'alzatore.

Kenma cercò di ricordare la scusa che aveva rifilato quella mattina al capitano e poi abbassò le mani con cui ancora stringeva il panino.

"avevo una visita dal medico"

Yamamoto storse la bocca e si sedette al fianco del biondo, ne studiò il misero pranzo e poi sollevò lo sguardo in direzione della chioma verde ricoperta di piccoli fiori bianchi.

"non avevi avuto la visita medica la scorsa settimana?"

Kenma sbuffò, era stato scoperto. Sollevò anche lui lo sguardo verso la chioma folta e respirò profondamente, come a voler soppesare le possibili risposte da dare a quel suo compagno di squadra. Lanciò un'occhiata all'amico, ormai lo poteva definire tale da più di un anno, non l'avrebbe mai creduto possibile, ma era riuscito a farsi degli amici oltre al suo vecchio complice Kuroo.

"ho discusso con Kuroo e non volevo vederlo" si guadagnò lo sguardo confuso del coetaneo, poteva sentire i suoi occhi percorrere tutta la sua figura, come se fosse alla ricerca di un qualsiasi segno che testimoniasse la litigata avvenuta con Kuroo. Inutile dire che quel segno lo si poteva notare solo all'interno degli occhi ambrati di Kenma, quegli occhi leggermente arrossati per aver versato lacrime durante la notte.

Come se Yamamoto avesse avuto un'illuminazione, tornò con l'attenzione sugli occhi chiari del biondo e si soffermò studiandone la lucentezza, i capillari rossi ben evidenti e gli aloni, altrettanto rossi, che li contornavano. Sospirò e tornò a poggiare la nuca contro la corteccia dell'albero.

"è qualcosa facilmente risolvibile?" chiese in un sussurro. Aveva paura di sembrare un ficcanaso, sapeva che Kenma non amava parlare, né tanto meno svelare qualche suo sentimento.

"devo solo accettarlo" concluse il biondo buttando il panino, a cui aveva dato un solo morso, nella busta di plastica e alzandosi per tornare in classe.

"Kenma..." Yamamoto seguì il biondo nei movimenti, non lo perse di vista nemmeno per un secondo, sapeva che quel ragazzo aveva l'incredibile capacità di sparire all'improvviso, come se si smaterializzasse "...per qualsiasi cosa puoi parlare con me, lo sai vero?"

Il biondo annuì accennando un sorriso, sapeva che non era facile essergli amico, ma Yamamoto si impegnava sempre per riuscire a stargli simpatico e non turbarlo più del dovuto, si meritava di certo i suoi sorrisi più sinceri. In quel momento però riusciva solo ad accennare quel sorriso che Yamamoto si sarebbe meritato. 

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