La palestra era rumorosa, le urla e gli schianti dei palloni sul parquet arrivavano dritti al ragazzo che stava in piedi a pochi metri dalla grande porta spalancata. Riusciva a intravedere diversi suoi compagni di squadra, Yamamoto che già correva sottoponendosi a sforzi estremi, Yaku che si allenava nelle ricezioni, Fukunaga che provava la battuta e Kuroo che impartiva ordini ai più piccoli.
Kenma non riusciva a distogliere la propria attenzione dal quel ragazzo, alto, con i capelli del colore dell'inchiostro, occhi nocciola e sorriso impertinente. Tutto di Tetsuro Kuroo lo affascinava, anche quella risata eccessiva che buttava fuori in occasioni sporadiche.
Sospirò e fece un passo indietro, avrebbe voluto tanto entrare quanto tornarsene a casa, non sapeva decidersi. Non voleva saltare l'allenamento e rischiare di incorrere in una qualche furiata di Yaku, che quando voleva sapeva essere decisamente più spaventoso di Kuroo, ma non voleva nemmeno stare nella stessa stanza del corvino, sapeva che stare in sua presenza l'avrebbe fatto stare male.
Si voltò, dando le spalle alla palestra, e si incamminò verso la strada. Non fece in tempo a uscire dalla proprietà privata della scuola, che Yamamoto lo raggiunse.
Si sentì stringere la spalla e non dovette nemmeno voltarsi per sapere chi fosse a trattenerlo.
"è davvero così grave?" dal tono usato sembrava sia triste che preoccupato. Yamamoto aveva sempre considerato Kenma e Kuroo come un'unica identità. Ovunque andasse Kuroo c'era anche Kenma e viceversa. Non poteva neanche immaginare un litigio tra i due.
"no, non lo è, ma non riesco a stare in sua compagnia"
"provaci, fallo per la squadra. Siamo persi senza il nostro cervello" Yamamoto stava alludendo al discorso di incoraggiamento che il loro capitano ripeteva ad ogni inizio di partita, era un bel modo per caricarli e invitarli a fare del loro meglio in campo.
Kenma sospirò, non seppe come mai, ma quelle parole lo convinsero a dirigersi agli spogliatoi e cambiarsi per l'allenamento.
Si trovava a bordo campo, lanciava il pallone contro la parete e lo faceva rimbalzare, era un buon modo per riscaldare le mani e i muscoli ancora freddi. Era concentrato su un punto preciso della parete, una piccola macchia, lanciava la palla sempre lì, non mutava di un millimetro il movimento, era davvero bravo in quel genere di esercizio, motivo per cui era anche un eccezionale alzatore.
"WOOAAAHH KUROO VUOI FARCI ROSICARE?" l'urlo di Yamamoto fece perdere la concentrazione al biondo che lisciò il pallone e gli volò oltre la testa, esattamente in mezzo al campo. Si girò per andare a prenderlo e si rese conto in quel momento che al centro della palestra, stretta a Kuroo, nonostante lui fosse sudato, c'era la ragazza della mensa.
-l'ha portata agli allenamenti?- si chiese Kenma mentre recuperava il pallone, quel dannato pallone che l'aveva obbligato a notare quel quadretto perfetto in mezzo al campo.
Tornò alla parete e ricominciò ad allenarsi, cosa che avrebbe dovuto fare anche il corvino se non fosse stato preso a sfoggiare la sua nuova ragazza come fosse un trofeo.
Dopo circa dieci minuti sentì dei passi alle sue spalle, non si voltò non gli interessava sapere chi fosse.
"hai visto la nuova ragazza di Kuroo?" ancora una volta era stato Yamamoto a raggiungerlo e a parlare con lui. Assurdo ma in quel giorno Kenma aveva parlato molto di più con lui piuttosto che con Kuroo, non era mai capitato prima di allora.
"tsk" fu la risposta secca del biondo, che cominciò a rimandare il pallone verso la parete con più rabbia e meno precisione.
"che hai?"
"non si dovrebbero portare distrazioni in palestra, non lo vedi? Kuroo ha smesso di allenarsi da quando quella è arrivata"
"si chiama Yuno"
"NON MI INTERESSA" urlò, schiacciando la palla così forte contro la parete da rovinare leggermente l'intonaco e far voltare tutti nella sua direzione per il rumore eccessivamente forte che aveva prodotto con quel gesto.
"tsk" uscì dalla palestra sbattendo volutamente i piedi sul parquet e facendo notare a tutti che qualcosa lo turbava parecchio.
Si lasciò cadere sullo scalino di cemento, sollevò il viso verso il cielo terso e sospirò. Una lacrima, al di fuori del controllo del biondo, scese lungo la guancia e si riversò sul terriccio ai suoi piedi.
"sei sudato, non dovresti stare senza felpa qui fuori"
Yaku fece scivolare la propria felpa sulle spalle dell'alzatore e gli si sedette accanto, alzando anche lui il viso verso il cielo.
"non sempre si viene compresi..." cominciò a parlare il maggiore, rimanendo però con il proprio sguardo in direzione delle nuvole frastagliate che stavano facendo il proprio ingresso nel vasto cielo "...delle volte ci si sente completamente soli, nonostante siano milioni le persone che ci circondano, noi riusciamo a sentirci isolati e incompresi. Sai quando succede anche? Quando si scopre di provare dei sentimenti che fino a poco prima ignoravamo completamente. Ci sentiamo diversi da noi stessi, lontani da ciò che abbiamo sempre creduto fosse la nostra vita. Kenma, guardami"
Finalmente abbassò lo sguardo e si voltò verso il minore, attese di venir guardato da quelle iridi feline color del miele e poi riprese a parlare con il cuore in mano.
"hai scoperto qualcosa in questi giorni?"
"no" rispose piano il biondo. Sapeva a cosa si stesse riferendo il libero della sua squadra, lo aveva compreso, un po' lo aveva sorpreso scoprire che quel ragazzo riuscisse a decifrare così bene le sue reazioni. In fondo non aveva fatto altro che lanciare una palla contro il muro, poteva significare tante cose.
"a me puoi dirlo"
"no, non ho scoperto nulla perché..." sospirò e chinò il capo, incurvando leggermente anche la schiena "...perché già lo so da tempo" concluse ricacciando indietro le lacrime.
Era da tempo, forse anni, o forse da sempre, che sapeva che il suo legame con Kuroo non era poi così semplice da definire. Lui desiderava essere il suo unico amico, non era mai stato invidioso dei rapporti di amicizia che Kuroo aveva con i loro compagni di squadra, sapeva che in qualsiasi momento, qualsiasi fosse stata la situazione, il corvino avrebbe sempre scelto lui, mettendolo al di sopra di chiunque altro, ma da quando era arrivata quella Yuno, Kuroo era cambiato e lui era scivolato in seconda posizione.
"hai provato a parlarne con lui?" la voce di Yaku era dolce, sembrava quasi un fratello maggiore preoccupato. Mentre esponeva le proprie idee, piano aveva fatto scivolare il braccio sulle spalle del minore e lo aveva stretto a sé, sentendone il peso contro il fianco.
"non voglio farlo stare male..." un leggero sbuffo uscì dalle labbra fini del biondo "...hai visto come è felice ora?"
"e se potesse esserlo anche di più?" chiese Yaku alludendo al fatto che Kuroo avrebbe potuto essere ancora più felice se a stringerlo in quel modo fosse stato Kenma.
"ehi voi due, tornate ad allenarvi" il capitano li richiamò in palestra e dovettero interrompere il discorso a metà, anche se Kenma era rimasto parecchio sorpreso da quelle ultime parole del libero.
-io potrei rendere Kuroo felice?-
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Una sola firma
FanfictionKenma nel corso della sua vita ha scritto cinque lettere a Kuroo. Ogni volta che i suoi sentimenti diventavano rumorosi nella mente, li portava per iscritto senza però consegnare mai la lettera al suo migliore amico... in qualche modo, queste letter...