10. Le dodici torri

254 15 6
                                    

Madagascar
Elle

Il ponte, come previsto, è crollato subito dopo il nostro passaggio. Enid tira un sospiro di sollievo, mentre cerca di mettersi più comoda sul sedile posteriore del furgone.
"Poteva andare peggio, no?" domanda sarcastico Sam. Nate scuote la testa, lanciando un'occhiata torva al fratello.
Proseguiamo lungo le strade rocciose e ricoperte di sabbia rossa del Madagascar, fino a quando non ci imbattiamo su un'ampia struttura vecchia cent'anni con al centro un ponte levatoio innalzato.
"Qualcuno deve andare ad abbassarlo." dico, osservando la costruzione.
"Vado io." dice Nate, scendendo dal furgone.
"Ti seguo." faccio io, saltando fuori dall'autovettura. Enid mi guarda come a voler dire "Brava, ragazza. Parlargli!", ma la ignoro. Non credo sia il momento adatto per parlare di quello che è successo tra me e Nate tanti mesi fa. E quando è il momento giusto? Domanda la mia voce interiore. Non lo so. Sembra che non ci sia mai un momento giusto...
"Elle." E poi di cosa dovremmo parlare? So quello che ho visto. I miei occhi non mi hanno ingannata e...
"Elle?" il danno è stato fatto, perciò non si può tornare indietro.
"Elle!" esclama Nate. Mi volto di scatto verso di lui, notando che tiene la corda che ha issato per saltare dall'altra parte del burrone che separa il terreno su cui ci troviamo noi da quello della struttura.
"Oh, sì scusa." sussurro imbarazzata. Afferro la corda con entrambe le mani e faccio qualche passo indietro. Dopodiché mi metto a correre, saltando all'ultimo minuto per bilanciarmi bene. Una volta atterrata dall'altra parte, lascio la corda che viaggia indietro. Dopo neanche un paio di secondi, Nate è accanto a me. Posso notare la sua fronte impregnata di sudore, le braccia sporche di terra e qualche taglio sulle mani. Il clima non è dei migliori. Fa così caldo che potrei spogliarmi a momenti, ma non credo sia il caso.
"Accidenti a queste zanzare!" dico, colpendomi un braccio con una mano.
"Già, ci stanno mangiando vive." commenta Nate, asciugandosi il sudore dalla fronte.
"Spero che mangeranno prima te..." sbuffo con fare scherzoso.
"Ah... è così che la mettiamo?" domanda, fingendosi offeso.
"Sì. Dai, cerchiamo la leva." dico, incamminandomi verso la struttura. Il luogo non è grandissimo, per cui riusciamo a trovare la levetta subito, ma con un piccolo problema.
"Le scale sono fuori uso... forse potrei arrampicarmi là su per buttare giù quella cassa di legno." dico indicando la torre che si regge sopra le nostre teste.
"No, faccio io. Tu resta qui." dice Nate, con fare protettivo.
"Nate, ho scalato di peggio." gli faccio notare.
"Lo so, ma..." Nate viene interrotto da Enid che alzando le braccia in alto esclama: "Ehi, piccioncini! Qua si muore di caldo, perché non vi sbrigate?" domanda la mia migliora amica.
Nate mi lancia un sorriso imbarazzato. Se usciremo vivi da qui, prometto di uccidere Enid, penso, mentre osservo Nate scalare lentamente la torre.
"Fai attenzione!" gli grido.
Nate annuisce, dicendomi di non preoccuparmi, perché ha scalato di peggio. Ha-ha. Divertente, Nate!
"Ragazzi, vedo un'altra torre dall'altra parte del ponte! Sembra più grande delle altre!" esclama felice, l'uomo.
Nathan inizia a spingere la cassa, la quale però fa crollare il pavimento di legno su cui si trova Drake.
"Nathan!" urlo, spaventata. L'uomo fa in tempo ad afferrare la cassa, che scivolando lungo la corda di supporto, atterra rovinosamente a terra. Nate rotola più avanti, facendomi tremare le gambe. Mi inginocchio accanto a lui, controllando se non ha rotto niente.
"Sto bene, ma Elle... Non chiamarmi mai più per nome intero." dice, guardandomi seriamente.
"Scherzi? Ti sei quasi rotto l'osso del collo e la tua preoccupazione è questa?" scuoto la testa, esasperata.
Ci alziamo entrambi per spingere la cassa vicino al muro, che ci serve per raggiungere facilmente la manovella. Una volta raggiunti la leva, iniziamo a girarla per abbassare il ponte.
"Fermi, fermi! Shorline in arrivo!" urla Jane. Nate ed io ci prestiamo a ripararci dietro un muro, tirando fuori le pistole.
"Facciamoli fuori." dico, iniziando a sparare.

"Questo era l'ultimo!" dice Enid, guardandosi intorno per accertarsi che sia davvero così.
"Abbassate il ponte, prima che ne arrivino altri." fa notare Sullivan, accendendo il furgone.
Una volta abbassato il ponte levatoio, Nate ed io torniamo al nostro furgone e proseguiamo verso la prossima torre.
La struttura risulta essere più grande delle altre, proprio come ha fatto notare Nate poco fa.
"Wow, dite che il tesoro si trova qui?" domanda Jane, osservando con cura la costruzione della torre.
"Non ne sono sicura." le dico. Un tesoro del genere dovrebbe come minimo trovarsi in una grossa stanza. Questa torre, seppur più grande delle altre, non contiene di sicuro una ricchezza di tale stazza.
"Ho trovato l'entrata!" esclama la mia migliora amica, sventolando la mano per attirare la nostra attenzione. Nate e Sam buttano giù la porta con un paio di spallate, permettendoci così libero accesso alla torre. L'interno è buio e intriso di umidità. Lo squittire di un topo mi fa accapponare la pelle, ma tengo duro.
Proseguendo lungo il corridoio, ci imbattiamo in un vicolo cieco.
"E adesso?" domanda Sully. Enid nota dei barili di combustibile posti accanto al muro di mattoni. Tira fuori la pistola e avvisa il gruppo di fare un passo indietro. La ragazza spara, facendo saltare in aria i barili che colpiscono il muro facendolo crollare.
Successivamente, notiamo uno spiraglio nel muro.
"Io di qua non ci passo..." commenta Sullivan, toccandosi il ventre gonfio causato dalle innumerevoli birre bevute in passato.
"Certo che ci passi, papà" risponde Jane, dandogli una pacca sulla spalla
"Avanti." dico, spronando il gruppo. Attraversiamo uno ad uno lo spiraglio stretto del muro e quando raggiungo la stanza successiva, resto a bocca aperta. Il luogo deve essere stato un tempo bellissimo. Al centro dell'ampia stanza si trova una grossa statua di san Disma.
"Allora, cosa abbiamo?" domanda Sully, facendosi avanti per vedere meglio.
"Altri sigilli. Ecco quello di Avery." dico indicandolo.
"Thomas Tew." commenta Nate, indicando il suo simbolo.
"E questo è di Adam Baldridge." termina Sam, nominandone poi altri due.
"Capitani pirata." dice Nate, con un sorriso fiero stampato in faccia.
"La tua teoria forse è vera." dice Enid. Annuisco, d'accordissimo con lei. Nate aveva ragione a pensare che Avery stesse reclutando capitani pirata per proteggere il tesoro. I pezzi cominciano a combaciare.
"Bene, quindi... quale è il trucco stavolta?" domanda il cacciatore di tesori. Nate e Sam cominciano a toccare freneticamente la statua di san Disma. Enid si avvicina a me e guarda divertita la scena.
"Non l'hanno ancora capito, eh?" sussurra Sully, rivolto a noi due.
"No!" rispondiamo all'unisono Enid ed io.
"Ragazzi, quando avrete finito di molestare il povero san Disma, c'è qualcosa che dovreste vedere." commenta alla fine Sully, non potendo più trattenersi.
Nate guarda Enid e me ridacchiare. Non capendo cosa stia succedendo, fa un passo indietro, guardando per intero la parete.
"Il trapezoide è chiaramente il vulcano. La corona è Kings Bay." dice Jane, notando la faccia confusa di Sam e Nate.
"È una mappa." aggiunge Enid con orgoglio.
Se i nostri calcoli sono esatti, la torre su cui ci troviamo ora corrisponde al sigillo di Avery. Osservando maggiormente la mappa, notiamo che in tutto ci sono dodici torri. Il tesoro dovrebbe trovarsi in una di quelle, ma in quale esattamente? La caccia al tesoro di Avery si prefigge più dura del solito. E mentre gli altri discutono su possibili teorie di dove possa essere il tesoro di Avery, la mia attenzione viene catturata da una sigaretta buttata a terra ancora accesa.
"Ehm, Sully. Non hai iniziato a fumare sigarette, vero?" domando afferrando il mozzicone con le dita. Sully scuote la testa preoccupato.
"A quanto pare non siamo i primi." dice Enid. Faccio per rispondere, ma un'improvvisa esplosione ci costringe a metterci al riparo.
"Attenzione, Shorline!" esclama Sam, spingendo Jane dietro un muro per proteggerla.
Tiro fuori la pistola, accorgendomi solo dopo che mi sono rimasti solo tre proiettili.
"Sono a corto di munizioni!" grido. Nate mi passa la sua pistola, afferrando da dietro la schiena il fucile.
"Ecco, tieni." afferro con decisione l'arma e inizio a fare fuoco.

Quando l'ultimo uomo della Shorline è stato sconfitto, Sam ci chiama a raccolta per farci vedere una cosa.
"Guardate. Avevano già capito tutto delle torri." dice con tono risentito, mostrandoci un foglio di carta su cui sono disegnati vari cerchi.
"Non hanno ancora trovato la torre giusta, però." fa notare Nathan, asciugandosi il sudore dalla fronte.
"Che culo, Nathan, neanche noi." ribatte irritato Sam.
"Invece sì." risponde lui, tirando fuori la moneta che aveva preso durante la prova di Avery. La mette a confronto con la mappa per farci vedere meglio che cosa intende.
"È un po' consumato, ma si vede." il simbolo indica una bilancia che corrisponde ad una torre.
"Sicuro? Perché potrebbe essere anche questo." dice Sam, girando la moneta. Il simbolo, infatti cambia, facendoci intuire che il tesoro potrebbe trovarsi in un'altra torre piuttosto che in quella della bilancia.
"Merda." commenta Enid, irritata.
"Beh, meglio due torri che dodici." dico io, mettendo la pistola nel cinturino.
"Bene, Enid, Jane ed io andiamo in questa torre, mentre voi andate in questa." indica Sam.
"Aspettate, volete dividervi? Non credo si una buona idea." dice Nate, facendoci notare che siamo sei persone contro un intero esercito di uomini armati sino ai denti.
"È l'unica soluzione per guadagnare tempo..." rispondo.
"Okay, ma se ci sono problemi, chiamateci." dice poco convinto Nate. Il gruppo annuisce, dirigendosi verso l'uscita della torre. Una volta raggiunti i furgoni, ci salutiamo, promettendoci di aggiornarci.
"Kings Bay, arriviamo!" esclamo battendo le mani.
"Speriamo sia la volta buona." borbotta Sully. Nate accende il motore, avviandosi verso la cittadella di Kings Bay.

Uncharted 4 - La Fine Di Un LadroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora