17. Nella gioia e nel dolore

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Flashback
Elle

"Merda e adesso? Era la nostra unica possibilità per andare ad El Dorado." dico, guardando il punto in cui sarebbe dovuta ormeggiare la nostra barca. Il tizio a cui abbiamo pagato una grossa somma di denaro ci ha fregati.
"Dobbiamo trovare un altro modo." dice Enid.
"Non mi viene in mente niente." rispondo, osservando alcune persone intente a imbarcarsi.
Il sole di luglio ha preso a splendere più forte che mai. Posso percepire i raggi del sole penetrare sotto il mio capellino bianco da baseball.
"Sully, ti ho detto di non preoccuparti. So cosa sto cercando." dice una voce, che all'improvviso attira la mia attenzione. Guardo nella direzione del molo, notando un uomo sulla cinquantina che indossa una camicia rossa. Tiene le braccia incrociate al petto. Di tanto in tanto lo vedo scuotere la testa.
"Non lo so ragazzo... l'unica certezza che ho e che sono indebitato fino al collo." afferma, portandosi un sigaro alle labbra.
"Fidati di me, Sully." risponde, l'altro. È più giovane. La sua pelle è leggermente abbronzata, i capelli scuri e un po' scompigliati. Indossa una maglietta a maniche non troppo lunghe di colore bianco. I pantaloni, non troppo aderenti, gli calzano a pennello. L'uomo più giovane porta la mano sinistra all'altezza  del collo. Sta stringendo un anello che è legato ad una collana di corda.
"El Dorado è vera, te lo dico io." quando sento pronunciare quel nome, sto per urlare. Mi volto verso Enid, che sta cercando un'altra barca su internet.
"Enid, ho trovato il nostro passaggio." lei alza lo sguardo, aspettando che io continui. Le faccio un cenno con la testa. Prima che possa dire qualcosa, mi sono già avviata verso i due uomini.
"Scusate, abbiamo sentito che state andando ad El Dorado." dico, mostrando il mio miglior sorriso. L'uomo più giovane alza lo sguardo, guardandomi dritto negli occhi. Per un attimo sembra che il tempo si sia fermato. Lo stress che provavo fino a poco tempo fa sembra essere svanito.
"Non conosciamo nessun posto con quel nome." dice l'uomo più vecchio.
"Sully..." fa per dire Nate, ma io lo fermo.
"Elle Moore, cacciatrice di tesori. So quanto sia importante tenere al sicuro certe informazioni, ma so anche che se voi ci aiutate ad arrivare all'isola, noi possiamo aiutarvi altrettanto." spiego.
"E come?" domanda Sully.
"Noi abbiamo questa." Enid mostra una mappa.
"Quella ce l'abbiamo anche noi." ridacchia il più giovane.
"Fammela vedere." gli dico. Lui tira fuori dai pantaloni la mappa.
"Guarda. Qui dice che l'isola finisce qui, ma c'é un altro pezzo." faccio cenno ad Enid di mostrare la nostra mappa.
"Vedi, qui c'é un altro punto. Ed è probabile che il tesoro si trovi qui." dico compiaciuta.
"Sully, vengono con noi." decide l'uomo.
"Nate!"
"Beh, che stiamo aspettando?" domanda Enid, superando Sully. "All'avventura!" esclama.
"A proposito, sono Nathan Drake." si presenta lui, stringendomi la mano.
"Piacere mio." sorrido.

Da qualche parte nell'isola
Jane

"Finalmente ti sei svegliato. Fai piano." dico, appoggiando una mano dietro la schiena di Nate. L'uomo si rizza lentamente a sedere. Si guarda intorno, cercando di capire dove si trova.
"Hai fatto un bel volo. È una fortuna che tu non abbia rotto una gamba." dico, afferrando un fazzoletto per pulirgli la ferita sulla fronte.
"Che cosa ci fai qui? Sully non ti aveva mandato a casa?" domanda Drake.
"È il tuo modo di ringraziarmi?" ribatto. Lui sorride, imbarazzato.
"Scusa non intendevo..."
"Potrei inviarla anche dall'altra parte del mondo, ma Jane tornerà sempre." dice mio padre, raggiungendoci.
"Sully, amico. Pensavamo che fossi sperduto chissà dove." i due si scambiano un lieve abbraccio.
"Se non fosse stata per la testardaggine di Jane, non so dove sarei ora." mi sorride mio padre. Sono ancora arrabbiata con lui per avermi fatto tornare a casa, ma nonostante ciò ho avuto il mio tempo per riflettere.
"Che cosa è successo? Dove sono Sam, Enid ed Elle?" domanda Sully. Nel pronunciare il nome di Elle, Nate inizia ad agitarsi. Fa per alzarsi, ma io lo fermo.
"Sam ed Enid hanno lavorato per tutto questo tempo con Rafe. Elle è rimasta lì e non so dove sia ora o se sia viva o... sono caduto e..."
Victor ed io ci scambiamo un'occhiata veloce.
"Mi dispiace Nate." riesce solo a dire Sully.
"Dobbiamo cercarli." dice.
"E il tesoro?" domando.
"Non serve più. La storia di Hector era una scusa." il giovane Drake si alza a stento, ma una volta in piedi, si guarda le tasche dei pantaloni.
"Avete una pistola?" domanda.
"Ti do la mia." dico, porgendogli l'arma.
"Va bene, andiamo."
Ci prestiamo ad addentrarci nella giungla. L'umidità è schizzata alle stelle. Fa così caldo che potrei svenire a momenti, ma tengo duro. Quando papà mi ha mandato indietro, ero così furiosa che ho persino evitato le chiamate di mia madre. Non volevo che mi rimproverasse, dicendo che aveva ragione. Lei ha torto, così come ha torto mio padre. Io sono nata per questo genere di lavoro. Quando esploro nuovi luoghi, alla ricerca di preziosissimi reperti, sento di essere di nuovo viva. Sento di poter respirare di nuovo.
"Siamo diretti al versante settentrionale dell'isola?" domando, scavalcando un tronco.
"Sì, New Devon. È la patria dei fondatori di Libertalia." conferma Nate.
"Ed è dove Rafe è diretto." constata Sully. Procediamo lungo il sentiero nodoso della foresta, finché non ci imbattiamo in un oggetto al quanto stravagante.
"È un ascensore?" domando, guardando meglio. Nate annuisce, spiegando che probabilmente lo usavano per trasportare scorte sul fiume.
"La jeep si trova da questa parte." dico, arrampicandomi. Sto per atterrare sul prato, ma la vista di due uomini della Shorline mi spingono a rimanere dove sono. Spero solo che non si girano, ma come previsto, uno di loro mi vede.
"Ehi!" prima che uno di loro possa spararmi, Nate e Sully li mettono al tappetto.
"Oh." ansimo, lasciandomi cadere a terra. Le braccia mi fanno male dallo sforzo, ma non demordo.
"Giù!" mio padre mi spinge verso l'erba alta. Davanti a noi, altri uomini della Shorline che ci stanno dando la caccia. Vorrei poter rubare una pistola ad uno di quegli uomini, perché la mia l'ho data a Nate.
"Cercavi questa?" Nate mi porge un fucile.
"Oh, perfetto."
"Facciamoli fuori." dice Sully. Sorrido a mio padre e insieme ci buttiamo nella mischia.

Uncharted 4 - La Fine Di Un LadroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora