11. Turisti a Kings Bay

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Kings Bay
Elle

L'ultima volta che Sully, Nate ed io siamo stati insieme è accaduto a Londra, più precisamente in un pub. Eravamo alla ricerca dell'astrolabio, un decodificatore di caratteri sabei in latino che ci avrebbe condotti nella mitica città di Iram dei Pilastri. Gli indizi poi ci avevano condotto nello Yemen e poi ad Ubar. Ricordo l'acqua, così nitida e pura, che custodiva però un terribile segreto. Era contaminata. Ricordo le allucinazioni, il viso di mia madre che implorava mio padre di non metterle le mani addosso, le mani calde di Nate sul mio viso, che cercavano disperatamente di riportarmi alla realtà. E poi la corsa contro il tempo per sfuggire alla distruzione della civiltà e infine all'aeroporto in Yemen e la sfuriata con Nate. Mi ero ripromessa che non mi sarei mai e poi mai ricacciata in simili situazioni. Avevo chiuso con la caccia al tesoro, finché non era giunta una chiamata da Nate, che mi informava di aver ritrovato suo fratello, creduto morto quando erano fuggiti da un carcere di Panama parecchi anni fa. E ora eccoci qui. Riuniti come ai vecchi tempi.

Kings Bay è una piccola città del Madagascar costituita prevalentemente da decrepite baraccopoli, case colorate e viuzze occupate da bancarelle che vendono frutta, cesti, indumenti e spezie.
"Ecco la nostra torre." dice Nate, scendendo dalla jeep. Lo seguo a ruota, pulendomi la polvere dai pantaloni e guardando in alto, verso la torre, che raffigura un'immenso orologio e che si differenzia dagli altri edifici per le sue grandi dimensioni.
"Credete davvero che il tesoro sia nascosto nel bel mezzo di un dannato mercato?" commenta Sully, osservando l'ambiente intorno a noi.
"Gli indizi portano esattamente qui, Sully." rispondo.
"Sapientona." mormora scherzosamente Nate, prelevando dalla jeep la sua cintura di pelle.
"Guarda che ti ho sentito." ribatto io, stando al gioco.
Ci spostiamo tra le bancarelle. L'odore pungente delle spezie e di qualcosa che bolle in pentola mi invade le narici. Dovunque guardo ci sono donne coperte da un velo, uomini in tunica e bambini che rincorrono i piccioni per la piazza.
Facendoci largo tra la folla, procediamo lungo la strada del mercato, imbattendoci in veditori esigenti e qualche ragazzino scalzo chiedere l'elemosina. Quando giungiamo davanti alla torre ci accorgiamo che la porta principale è ovviamente chiusa.
"Che ti aspettavi." mormoro, incrociando le braccia al petto.
"Ci sarà un modo." dice Nate, spostandosi a destra. Sully indica con un dito una finestra rotta.
"Ecco la nostra entrata." dice fiero di sé. Ci prestiamo a saltare da un pilastro all'altro, fino a quando non atterriamo all'interno della torre.
"Attenzione!" esclamo, ma Nate non si scansa in tempo. Il mio corpo cade addosso al suo ed entrambi scivoliamo a terra.
"Scusami!" faccio per alzarmi, ma lui mi trattiene con un braccio avvolto intorno alla mia vita.
"Vai di fretta?" domanda, provocandomi. Alzo gli occhi al cielo. Il mio stomaco si riempie di farfalle senza rendermene conto.
"Appena avete finito di giocare, dovreste vedere una cosa." interviene Sully. Nate ed io ci alziamo, raggiungendo Sully al centro della torre. Sul pavimento spicca il simbolo di Edward England. Perlustrando l'ambiente circostante, notiamo una porta in cima alle scale. Una volta aperta, lo spettacolo che si presenta davanti ai nostri occhi è indescrivibile. No, non sto parlando del tesoro di Avery, purtroppo.
"Questa torre dell'orologio è immensa!" esclamo, guardando in su.
Nate annuisce, d'accordo con me. Si sposta al centro, notando un piedistallo su cui è inciso un buco dalla forma di una moneta.
"Scommettiamo?" diciamo all'unisono Nate ed io. Drake appoggia la moneta presa in Scozia sul piedistallo e quest'ultimo comincia a muoversi. Le pareti che ci circondano iniziano a ruotare mostrandoci quattro statue: uno scorpione, un uomo che tiene una brocca in mano, un leone e un toro.
"Sono segni zodiacali!" esclamo entusiasta.
"Quattro segni zodiacali e quattro campane." indica Nate.
"Tu pensi a quei due e io agli altri?" domando. Lui annuisce, per cui iniziamo la nostra lenta salita verso le campane.
"Ricorda che devono essere suonate in ordine di apparizione!" mi dice Nate. Mentre Drake ed io raggiungiamo le campane, Sully prova a chiamare gli altri, ma senza successo.
"Non prende bene qui!" grida Victor per farsi sentire. Una volta suonate le quattro campane, il pavimento non si apre.
"Abbiamo sbagliato qualcosa?" grido.
"Non credo." risponde Nate. Lo vedo guardare su, così lo imito, notando una grossa campana al centro della torre.
"Ci penso io!" dico, arrampicandomi fino su in cima. Per raggiungere la campana, sono costretta a fare il giro della torre. La vista è spettacolare, ma non posso soffermarmi troppo, perché Nathan e Sully mi stanno aspettando. Una volta rientrata all'interno della torre, afferro con entrambe le mani la manovella che dovrebbe far suonare la campana gigante. Accidenti, è durissima! All'improvviso, quest'ultima si spacca, facendo un salto nel vuoto.
"Attenzione, Sully!" grido, mentre osservo l'oggetto cadere giù. Non resta che suonarla senza manovella, penso, mentre mi lancio di corsa contro la campana. Oscillando in avanti e indietro, riesco a suonarla, ma poi crolla tutto. Saltando da una sporgenza all'altra, miracolosamente, Nate ed io atterriamo senza farci male.
"State bene?" domanda Sully preoccupato.
"Sì, considerando che stavamo per farci schiacciare da una campana gigante." commento, mentre osservo la stanza distrutta. Per terra noto la moneta presa in Scozia e senza pensarci due volte, la raccolgo. Non si sa mai...
"Almeno la porta si è aperta." aggiunge Nate, raggiungendo la fessura. Insieme spostiamo la statua di leone che ci sbarra la strada e una volta superato anche quello, ci imbattiamo nella medesima porta. Osservando l'ambiente circostante, mi accorgo che lungo le pareti ci sono tanti candelabri appesi. Mi chiedo come possano essere accesi dato che nessuno ha messo piede in questo posto da parecchio tempo. L'auricolare che porto all'orecchio, all'improvviso ha un crepitio, seguito successivamente dalla voce di Enid.
"Finalmente! State bene?" domando.
"Sì. Sam, Jane ed io abbiamo setacciato la torre, ma non abbiamo trovato niente." spiega.
"Beh, noi siamo sicuramente nella torre giusta. Raggiungeteci." rispondo.
Una volta aperta la porta, ci imbattiamo in uno strano marchingegno rotondo. Di fronte a noi, le statue di Thomas Tew e Henry Avery.
Nate, Sully ed io ci avviciniamo allo strano oggetto. Con la mano tolgo via la polvere da esso, scoprendo la parole "fondatori".
"È un enigma. Jane è brava con queste cose." farfuglia Sully, grattandosi la testa.
"A proposito di tua figlia Sully. Tua FIGLIA! Perché non ci hai detto niente?" domando.
"Un'altra volta, ragazzi. Quando troveremo questo maledetto tesoro, vi spiegherò tutto." risponde il buon vecchio Sully.
"Sì, ma fondatori di che cosa?" domando poi, rivolgendomi all'oggetto davanti a noi.
"Sono i simboli di Tew e Avery. Hanno qualcosa di diverso, però. Guarda." dice Nate, indicando dei motivi stellati su di esso.
"Forse..." sussurro, provando a girare il tassello. Il simbolo di Avery ruota come ho immaginato.
"Da che parte?" domanda Nate. Ruoto il tassello di Tew e quello di Avery facendo combaciare le stelle tra loro. L'aggeggio inizia a girare, scoprendo i simboli degli altri pirati e aprendo una parete alla nostra sinistra.
"Guardate!" Sully indica l'apertura.
"Qui ci sono troppe variabili... come facciamo a sapere da che parte girare?" chiedo. Nate mi conduce nella stanza accanto, dove appesi al muro ci sono i ritratti di Adam Baldrige, Cristopher Condent e Anne Bonny. Osservando meglio i dipinti, notiamo dei quadrati rossi che ci indicano da che parte girare in tasselli. Nate appunta tutto sul diario. Una volta arrivati agli ultimi pirati, Nate ed io ci blocchiamo.
"Che c'é? Non sapete chi sono? Quindi siamo bloccati?" domanda Sully.
"Ma no!" diciamo all'unisono, Nate ed io.
"Sully, passami il telefono." Sully infila la mano nella tasca e tira fuori il cellulare.
"Cos'é? Volete l'aiuto da casa?" domanda sarcastico. Ridacchio. Nate scatta la foto e attende con impazienza la risposta da parte del fratello. Dopo un paio di minuti ci giunge risposta. Quando pensiamo di aver finito, altri tasselli si fanno avanti. Nate afferra nuovamente il telefono per fare la foto, ma io lo fermo.
"Da sinistra Edward England, Tariq bin Malik, Yazid Al-Basra e... questo con la scimmia non l'ho mai visto." dico, osservando il simbolo.
"Sono senza parole." commenta Nate.
"È interessante parlare con tuo fratello. Impari un sacco di cose." rispondo.
"Ci stai provando con mio fratello?"
"Sei geloso?" domando, stuzzicandolo. Lui rotea gli occhi, avvicinandosi poi alla prossima stanza.
Dopo l'ennesimo giro, finalmente riusciamo a risolvere l'enigma. L'oggetto rotondo inizia a capovolgersi, mostrando quattro cerchi su cui sono disegnate delle isole. Nate aggrotta la fronte, così inizia a scattare nuovamente delle foto per mandarle a Sam.
"Aspetta. Passami della carta e una matita." dico a Nate. Quest'ultimo mi passa l'occorrente e io inizio a ridisegnare le mappe. Una volta finito, unisco i quattro fogli e li alzo su, facendoli riflette dalla luce delle candele.
"Sono coordinate! Elle, sei un genio!" esclama Sully, dandomi una pacca sulla spalla.
"Pro deus quod licentia... no, non può essere." sussurra Nate. Sully ed io lo guardiamo senza capire.
"È ovvio!" continua lui, ignorandoci.
"Senti, ragazzo. Basta con queste stronzate alla "beautiful mind"! Che cosa hai capito?" domanda scocciato Sully.
Il cellulare inizia a squillare, così Nate risponde, mettendo il vivavoce.
"Avete visto?" domanda lui, rivolto a Jane, Enid e Sam.
"Ma pensa, credevo di aver chiamato il numero di Sullivan e invece guarda chi risponde." dice Rafe, al telefono. Nate ed io ci scambiamo un'occhiata preoccupata.
"Come va Elle? Stanno facendo i bravi Victor e Nathan?" domanda Adler.
"Perché, ti serve una lezione sull'educazione?" domando a mia volta, ironicamente. Rafe ride, ma poi continua.
"Sentite, vi faccio un'offerta. Voi mollate tutto e io ci metto una pietra sopra? Va bene?"
"Per quanto siamo tentati, no grazie." dice Nate, procedendo verso l'uscita.
"Per Dio e la libertà." pronuncia lui, soddisfatto. Rafe è stato furbo. Ha craccato i telefoni, accidenti! Nathan cerca di chiuderla lì, ma Adler lo ferma ancora una volta.
"Sapete che i vostri telefoni sono dotati di GPS, vero? In lontananza mi sembra di vedere una ragazza alta e mora. Tua figlia, Sully. Giusto?" Sully sussulta, avviandosi frettolosamente verso l'uscita.
"A presto!" saluta lui. Chiamo frettolosamente Enid, che risponde subito.
"Enid, allontanatevi dalla strada e distruggete il telefono!" dico.
"Cosa?"
"Rafe vi ha trovati e..." sento degli spari di sottofondo.
"Tenete duro, stiamo arrivando!" dico, riattaccando. Nate, Sully ed io ci prestiamo a raggiungere l'uscita, sperando di arrivare in tempo a salvare i nostri amici.


Uncharted 4 - La Fine Di Un LadroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora