14. Libertalia, l'utopia pirata

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Isola di Avery
Enid

[Uncharted: A Thief's End - OST - Marooned]

Apro lentamente gli occhi, notando di essere sdraiata su una branda. Mi guardo intorno e capisco di essere all'interno di una tenda. Accanto a me sta un cassonetto grigio con su scritto Shorline. Oh, merda! In quel momento entra Rafe. Porta una borraccia d'acqua in mano, mentre con l'altra scosta la tenda per passare.
"Buongiorno, tesoro." dice, sorridendo compiaciuto. Balzo di scatto in piedi, spintonandolo e facendogli cadere la borraccia di mano.
"Ma che diavolo, Rafael!" grido. Sto per tirargli uno schiaffo, ma lui mi afferra il polso a mezz'aria.
"Sei parecchio aggressiva. Mi piace." Rafe, con un movimento veloce, mi spinge verso la branda.
"Lasciami andare." dico a denti stretti. Rafe si trova sopra di me. Posso sentire il calore del suo corpo scaldare il mio.
"Mi mancava questo." sussurra. Lo fisso dritto negli occhi, cercando di capire che cosa gli passa per la testa, ma non ci riesco.
"Ti sta bene la mia maglietta." continua, sfiorandomi il fianco con una mano. Trattengo il respiro. Diamine, è possibile che nonostante tutto lui mi faccia ancora questo effetto? Cerco di guardare altrove, perché i suoi occhi glaciali sono troppo penetranti. La sua mano si sposta verso l'alto ed io ho un brivido.
"Rafael..." sussurro.
"Dimmi che cosa vuoi." dice.
"Voglio che mi lasci andare o mi metto a gridare." rispondo, guardandolo nuovamente negli occhi. Rafe sorride, alzandosi dalla branda e io torno a respirare.
"Ti avrei fatto gridare ugualmente." dice, uscendo dalla tenda.
Resto allibita. Dopo un tempo che pare infinito, raccolgo dei vestiti che mi ha lasciato qualcuno e li indosso.
Quando esco fuori, alcuni uomini della Shorline si fermano a guardarmi. Che hanno da guardare?
"Diciamo che ti temono, quanto temono me." dice Rafe, sorridendo. Bene, almeno non rischio di essere uccisa, penso.
"Che ci faccio qui." dico, guardandomi intorno.
"Lo sai perché sei qui." dice appoggiandosi ad un cassonetto.
"Pensavo che la tua socia Nadine fosse più in gamba." dico, sfiorando alcune mappe lì vicino.
"Non dirmi che sei gelosa." mi punzecchia lui.
"E se lo fossi?" lo inzigo a mia volta. Rafe rimane in silenzio, non sapendo bene che cosa dire. Beccato nel segno!
"Non hai motivo di esserlo, perché sai già di essere mia." sorride, avvicinandosi a me.
"Sai Rafe..." comincio, toccandogli leggermente il petto "sei sempre stato bravo ad attrarre le donne, ma se c'è qualcosa che non hai ancora imparato." aggiungo, sfilandogli la pistola da dietro i pantaloni. "e che io non sono come le altre." dico puntandogli l'arma contro. Rafe scoppia a ridere, battendo le mani.
"Sai che sei circondata da mercenari armati, vero?" domanda, sarcastico.
"Giù l'arma." dice Nadine, dietro di me. Sento la canna della sua pistola premere contro la mia nuca. Alzo gli occhi al cielo, ridando l'arma a Rafe.
"Volevo solo divertirmi." ammetto, tirando fuori il caratteraccio di una volta.
"Abbassa quella pistola Nadine, Enid è una di noi." dice Rafe.
"Non mi fido di lei." continua Ross.
"Abbassa quell'arma." ordina Rafe, con tono furioso. La donna dalla carnagione scura fa come gli viene ordinato.
"Bene, ora passiamo a cose più serie. Devo dirvi dei piani di Nathan ed Elle, giusto?"

[Interrompi colonna sonora]

Isola di Avery
Elle

Quando mi sveglio, la mia bocca è impiastricciata di sale. I miei vestiti sono fradici e il vento che soffia forte da nord-ovest non aiuta. Che diavolo è successo? Mi guardo intorno, notando che la pioggia non ha smesso di scendere. Intorno a me, incastrati perfettamente sulla sabbia, alcuni relitti di barche firmate Shorline semi distrutte. Da alcune di esse esce persino del fumo. Dove sono tutti? Degli altri nessuna traccia. Mi alzo a fatica dalla sabbia. Il mio corpo geme di dolore. Al diavolo il tesoro di Avery, penso, arrancando verso un punto indefinito della spiaggia.
"Devo andare via di qui." dico, ansimando.
Proseguo lentamente verso le scogliere. Il suolo ben presto si trasforma in fango, facendomi scivolare a terra almeno un paio di volte.
Lungo la via noto un pezzo della camicia di Sully a terra. Deve essere vicino, penso. La pioggia non vuole saperne di smettere. Mi prenderò il raffreddore, se continua così.
Mentre cerco di salire sopra un masso, cado a terra di nuovo. Come ci sono finita qui? Perché non potevo scegliere un lavoro meno pericoloso? A quest'ora avrei un lavoro stabile e sicuro, una famiglia e... sto delirando.
Continuo ad avanzare, fino a quando non mi imbatto davanti ad un muro roccioso.
"Ti tocca scavalcare." dico a me stessa.
Dopo aver superato infinte pareti rocciose, noto a terra una pistola.
"Ti prego fa che sia carica." dico aprendo l'arma con mani tremanti. Per mia fortuna, la pistola ha ancora una decina di proiettili.
Sposto lo sguardo verso l'orizzonte, ammirando l'imponente punta della montagna.
"Eccola!" grida qualcuno. Mi volto di scatto, notando poco più in là alcuni uomini della Shorline. Mi appresto a nascondermi dietro un muro. Inizio a sparare alla cieca, tirando di tanto in tanto la testa fuori dal mio nascondiglio. Merda, sono troppi...
Inizio a correre, stando attenta a non farmi colpire da loro e poi lo vedo. Un cecchino che punta l'arma contro di me. È la fine penso. Due braccia mi spintonano di lato, facendomi cadere a terra. Comincio a divincolarmi, credendo che si tratti di un nemico.
"Elle, sono io." la voce di Nathan risuona nitida nelle mie orecchie. Ci alziamo velocemente ed io lo abbraccio forte.
"Oh, Nate." lo stringo ancora più forte. Non voglio lasciarlo andare per nessun motivo.
"Io ero arrabbiata con te perché vi ho visti e perché..."
"Elle."
"E io non sapevo che fare, per questo..."
"Elle! Me lo dici dopo, ora dobbiamo andare." Nate mi afferra la mano e insieme percorriamo la fitta foresta. Drake riesce a far fuori i restanti uomini, perfino il cecchino. Ora possiamo camminare con tranquillità.
"Fermiamoci un secondo." dice Nate, appoggiandosi ad un tronco.
"Pensi che gli altri stiano bene?" domando, preoccupata.
"Sam sì. Ho visto che mi mandava segnali con la torcia." risponde l'uomo. Annuisco, ancora scossa dai brividi. I primi raggi del sole fanno capolino dalle nuvole scure.
"Che cosa cercavi di dirmi prima." si volta. Il suo sguardo è attraversato dalla stanchezza.
"Hai ragione. Su tutto. Evito di parlarti e non è giusto. Prima di tutto, voglio solo dirti che la nostra storia non è stata un'avventura. È stata la cosa più bella che mi potesse mai capitare." Nate resta in silenzio, osservandomi attentamente.
"Il motivo per cui le cose non sono andate bene è perché ho visto te e Chloe al motel quella sera. Io ho perso la testa." ammetto, imbarazzata. Nate corruga la fronte, ma poi le sue labbra si piegano in un sorriso.
"Elle, hai frainteso tutto. Chloe ed io ci conosciamo da una vita, ma non è come pensi. Avevo bisogno di un consiglio." spiega.
"Su cosa?" domando.
"Ehm... ora non ricordo bene, ma ti giuro che non è successo niente." ammette lui.
"Io vi ho visti... insomma l'hai attirata a sé come se..." non trovo le parole giuste.
"Elle, ti fidi di me?" domanda Nate. E come potrei non fidarmi di lui?
"Certo." rispondo, senza pensarci due volte.
"Allora non è successo niente." sorride. Restiamo in silenzio a guardarci. Nei nostri occhi c'è passione, proprio come ha detto Sam quella sera al motel.
I nostri visi cominciano ad avvicinarsi sempre di più e quando le nostre labbra stanno per toccarsi, sentiamo uno sparo in lontananza.
"Sam!" Nate si scosta ed entrambi procediamo nella direzione del suono.
Quando scavalchiamo il medesimo muro, entrambi puntiamo la pistola verso una sagoma, che si scopre essere Sam.
"Per poco non vi ammazzavo." dice Sam, abbassando la pistola.
"Stai bene?" domando, mentre Nate si siede sopra una roccia.
"Sì, voi? Victor ed Enid?"
"Non li abbiamo ancora trovati..." dico appoggiandomi ad un tronco.
"Okay. Li troveremo strada facendo, andiamo." ci sprona Sam. Nate alza una mano e poi l'abbassa stancamente.
"Aspetta un momento. Che stiamo facendo?" domanda il giovane Drake.
"Che vuoi dire?" domanda Sam, confuso.
"Voglio dire, che le scorte sono sul fondo dell'oceano Indiano." ribatte Nate.
"Allora andiamo a rubarle all'esercito di Nadine." continua Sam. Ah, non sta andando bene, penso, mentre li osservo litigare.
"Sì, a proposito. Siamo noi contro un esercito." si arrabbia Nate. Ha ragione. Siamo dispersi nel nulla e non abbiamo nemmeno un piano di fuga.
"Siamo qui, perché la mia salvezza ha un prezzo." continua Sam. Ad un certo punto mi scosto dal tronco, mettendomi davanti a Sam.
"Sam, non abbiamo ancora visto nessuna utopia pirata. Sicuramente il progetto di Avery è fallito. Dovremo cercare qualche altra soluzione per riscattare la tua libertà. Proporrei di cercare gli altri e rubare una barca di Rafe." dico, ma il cacciatore di tesori non ne vuole sapere.
"Setaccerò quest'isola palmo a palmo, se serve, finché non troverò il tesoro." risponde Sam. Lo sguardo nei suoi occhi mi fa capire che non sta affatto scherzando. Nate, dal canto suo si è allontanato. Sam ed io lo vediamo scostare alcune foglie da una parete. Ciò che si cela dietro è il simbolo di Avery.
"Non ci credo." sussurro. I fratelli Drake ed io proseguiamo dritto, fino a quando non imbocchiamo uno stretto spiraglio. Alcune case di legno distrutte ci indicano che la strada è giusta. Quando ci imbattiamo in una struttura distrutta, con un apertura verso quella che deve essere l'utopia pirata, saliamo su. Lo spettacolo che ci si presenta davanti è indescrivibile.
"Cosa vedete, ragazzi?" domanda Sam, emozionato.
"Libertalia." rispondiamo all'unisono Nate ed io.

Uncharted 4 - La Fine Di Un LadroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora