Capitolo 24

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-Può stare dietro ai miei figli, mentre faccio il bagno?-
-Si, signora. Faccia con calma- mi risponde Emily.
Salgo le scale.
Ieri, sono stata da Natsu.
Beh, sono stata scossa da diverse sensazioni: da una parte volevo abbracciarlo e stare con lui per tutto il giorno (n-non fare quella cosa), ma dall'altra parte avrei voluto strozzarlo sul posto.
Raggiungo la camera da letto.
Insomma, sono andata in aula, davanti a quegli assassini e lui non ha mostrato nemmeno un pò di riconoscenza.

Dovresti ringraziare non so chi, se oggi in aula non ti hanno ucciso. Forse, erano troppo presi a capire perchè sei sopravvissuta.

Non ha tutti i torti.
Fino ad ora, hanno scelto come obiettivo le mie amiche solo per spingere Natsu a fare qualche colpo di testa, ma...
-Per quanto ancora vuoi fissare l'armadio aperto?-
Sobbalzo.
-B-brandish? Ma che stai facendo con il mio accappatoio?-
-Ho appena fatto il bagno. Adoro la tua vasca da bagno-
-Eh?-
Ma che cavolo c'entra?
Entro nel bagno.
-Oh! Ciao, Lucy. Vuoi unirti a me?-
-Sorano?!-
Mi batto una mano sulla fronte.
Questa casa è sempre troppo affollata.
Entrambe sono qui, per ordine di Natsu. Secondo Rogue, avere due ragazze è sicuramente preferibile, rispetto a venti guardie che non possono entrare nel bagno con me.
-Beh, mi vergognerei se lo facessero- ho fatto notare.
-In realtà, il padrone ha intimato loro di non azzardarsi ad entrare nel bagno, mentre lei è nuda. Credo che li abbia minacciati, dicendo loro che gli avrebbe fatto mangiare i loro stessi testicoli-
A volte Natsu esagera.
-A proposito, dove è il maritino?- domanda Sorano.
Ha anche preso la mia spugna!
-Dovrei essere io a chiedertelo- ribatto.
Inizio a spogliarmi ed antro nella vasca.
-Oh! Ora capisco perchè tuo marito non fa che parlare delle tue tette. Sono enormi!-
Arrossisco.
-M-ma smettila. Passami la spugna, per favore-
-Ecco-
-Dov'è? Ieri gli hanno dato i domiciliari, dovrebbe già essere qui-
Lei si appoggia alla parete.
-Beh, sai come è fatto: decide lui quando seguire le regole-
Stupido testone.
Solo perchè gli hanno dato i domiciliari, non significa di certo che più permettersi di fare come li pare.
-M-mi fa strano fare il bagno c-così-
-Così come? e si alza.
-N-non da sola-
-Con lui lo fai mai?-
Scuoto la testa.
Non ci penso nemmeno! Non si sa cosa potrebbe farmi, mentre faccio il bagno. Finiremmo sicuramente a fare altro!
-Fai soffrire tuo marito- e afferra un asciugamano.
Poso la spugna e mi rilasso nella vasca.
Che bella sensazione.
-Volevo chiederti una cosa, Lucy- mormora.
-Dimmi-
-Come stai? Non intendo fisicamente, ma mentalmente. Sai a cosa mi riferisco-
Si, lo so.
All'aborto.
-Sinceramente? Non ne ho idea. Sto ancora cercando di capire che cosa provare o come sentirmi. Ferita? Sofferente? Sono lontana dal trovare una risposta-
Lei si volta verso di me.
La fisso colpita: ha una strana espressione sul volto, un misto di tristezza e comprensione.
-Mi fa quasi strano stare in questa stanza e parlare con te come se fossimo amiche da vent'anni. E pensare che ero contro di te e che avrei potuto ucciderti in qualunque momento, se solo Igneel me lo avesse ordinato-
-A volte non possiamo sapere dove ci porterà la vita, giusto?-
La vedo che si siede su un piccolo sgabello.
Cavolo! Ma quanto vapore c'è nell'aria?
-So cosa stai vivendo. Ci sono passata anche io- inizia a dire con una nota di tristezza nella voce -a sedici anni rimasi incinta di un uomo e a causa sua persi mio figlio. Nel periodo successivo a questo avvenimento, ho vissuto nel dolore e nella sofferenza. Ho allontanato tutti, mia madre, mia sorella e alla fine sono scappata di casa. Andai a vivere in mezzo alla strada. Ti lascio immaginare che cosa facevo per procurarmi da vivere-
Annuisco.
Si vendeva, non aveva altre opzioni disponibili.
-Fu proprio mentre pensavo di essere arrivata alla fine, che mi trovò Midnight. Per me è come un fratello: non siamo amanti, ma stiamo sempre insieme. Dormiamo insieme perchè è l'unico modo che ha per prendere sonno. Grazie a lui, ho conosciuto gli altri della band Oracion Sèis e dal quel momento, sono diventati la mia nuova famiglia- si alza -all'incirca sei anni dopo, Igneel ci reclutò per diventare assassini di professione e fu allora che lo trovai-
-C-chi?-
-L'uomo che avevo amato e che sarebbe stato il padre di mio figlio-
I suoi occhi blu diventano neri.
-Ti sei vendicata?-
-Si-
Tremo al pensiero di sentire come.
-L'ho torturato per sei giorni e infine l'ho fatto a pezzi. Nessuno troverà mai il suo cadavere-
-S-sorano...non credi di aver...-
-Esagerato? No, se lo meritava. Anche se dopo, ho dovuto fare i conti con l'amaro sapore della vendetta. La sua morte non mi ha dato indietro mio figlio-
Anche io voglio vendetta?
Non potrei mai fare quello che ha fatto Sorano: non potrei mai uccidere qualcuno. Poi è stata colpa mia. Io sono uscita quella mattina, io sono andata da sola.
Me la sono cercata in fin dei conti.
-Esci di lì, altrimenti prenderai freddo- dice Sorano ed sparisce fuori dal bagno.
Sprofondo nell'acqua.
Non posso dimenticare quello che è successo, mi è impossibile. Però, devo andare avanti. Anzi, dobbiamo andare avanti tutti.
Esco dalla vasca.
Prendo l'accappatoio.
Natsu...dove diavolo sei finito?
Entro in camera.
-Ma che...? Alzati dal mio letto, Sorano! Ehi! Happy, esci subito dall'armadio!-
Lui miagola annoiato.
Gatto antipatico!
-Mamma! Vieni a guardare i cartoni con me?- sento urlare Nashi dal salotto.
-Ora non posso, tesoro!- le rispondo -togliti di lì-
-Ma è così comodo!-
-Avete finito di urlare?-
Brandish compare sulla porta.
-Quanto sei pallosa, Bra- sbuffa Sorano.
-Ero al telefono, somaro-
Intanto, apro l'armadio e cerco qualcosa da mettermi.
Maglione e gonna?
-Andiamo. Vestiti che qui abbiamo finito-
-Che vuoi dire, Brandish?- chiedo con in mano il bastone dell'armadio.
-Ordini dall'alto-
-Smontiamo?- chiede Sorano.
-E datti una mossa!-
In poco più di dieci minuti, escono di casa.
-Buona giornata!- le auguro.
-Preparati- sibila Brandish.
Prepararmi? E per cosa?
Non faccio in tempo a dire nulla che le due sono già lontane.
Cosa voleva dire?
La giornata trascorre tranquilla: io e Nashi cuciniamo una bella torta di mirtilli (Neele invece divora tutti i biscotti della credenza, da non credere: è davvero vorace), Emily pulisce i vetri delle finestre e tutte le porte, mentre Happy si diverte a mangiarmi un paio di scarpe, solo perchè gli ho intimato di farsi i fatti suoi in giardino, invece che perdere il pelo sul divano.
Insomma, una giornata normale ogni tanto.
-Ci vediamo domani, signora-
-Si, Emily. E grazie per essere venuta. Non so cosa farei senza di lei-
-Buona serata!-
-Anche a lei- e la saluto, mentre si avvia verso il cancello della tenuta.
Chiudo la porta.
-Finalmente, siamo soli- dice una voce.
Mi gelo.
Chi diavolo è? Quando è entrato?
Mi guardo intorno.
Sul mobile vicino alla porta, vedo un vaso. Lo afferro.
Le luci si spengono all'improvviso.
Oddio!
Nashi e Neele stanno dormendo, mente Happy sarà in cucina sotto il tavolino. Questo implica che sono sola contro un ladro.
-Che cosa vuoi?- dico nel buio -attento che sono armata-
Beh, dire armata suona alquanto ridicolo. Ho solo un vaso!
-Lo so Ti piacciono i vasi, eh? Saresti anche in grado di tagliare la testa a qualcuno-
La voce è più vicina.
D'accordo.
Devo fare qualcosa.
Avverto il rumore dei suoi passi.
Deve essere davanti a me!
Lancio il vaso, ma con mia somma delusione sento che va' in mille pezzi. Poi qualcuno mi prende per i fianchi con una presa salda.
-Lasciami! Lasciami!-
-Sta ferma!-
-No, non darmi ordini! Qualcuno mi aiuti!-
-Non abbiamo vicini, tesoro-
Tesoro?
Non faccio in tempo a pensare che due morbide labbra conquistano le mie.
Mi salgono le lacrime agli occhi. Riconoscerei i suoi baci anche nel buio.
-C'era bisogno di questa scenetta- sussurro sulla sua bocca -accendi la luce-
Ancora abbracciati, le luci si accendono.
Mi trovo di fronte un Natsu stanco e provato.
-Che hai fatto?-
-Sono stato via. Ora, ho i domiciliari e posso spostarmi solo per andare a lavoro-
-Puzzi di alcol e fumo. Che cavolo hai combinato?-
Lui non risponde e mi bacia il collo.
Oddio...che sensazione di...
Ma che vado a dire?!
Lo sposto.
-Rispondimi. Dove eri finito?-
-Sono stato da Zeref-
Deglutisco.
-E?-
-Sta male-
-C'era bisogno di bere come una grondaia?-
Le sue braccia mi stringono al suo corpo.
-Si. Ho paura, Lucy. Ho terribilmente paura. Perchè?-
Gli accarezzo i capelli.
-Mi sembra normale, con tutto quello che è successo-
-Come fai a stare tranquilla?-
-Non lo sono affatto, Natsu- mormoro -sono preoccupata come te, ma so anche di non essere sola. Ho tutti voi-
Lui mi guarda a lungo, poi mi prende in braccio.
-F-fermo! Che vuoi fare?-
-Quello che non abbiamo fatto in cella-
Si avvia verso le scale.
-No, no! Non lo voglio fare! Lasciami, maniaco!-
-Vuoi urlare per i prossimi due piani? Così rischi di svegliare i bambini e sinceramente non ci tengo-
Non voglio, cavolo!
Mi agito come una sardina.
Oh mamma mia! Sono davvero assurda a volte.
-Vuoi stare ferma, zucchero?- mormora, mentre apre la porta della nostra camera.
Zucchero? Deve essere impazzito.
Vedo il letto.
Oh cribbio!
-Qualcuno mi aiuti!- esclamo.
Lui mi adagia sul letto.
-Ma falla finita, Lucy!- mi intima.
Si toglie il maglione e rimane a petto nudo.
Ci guardiamo.
Rabbrividisco. Da un mese, non lo vedo così, e infatti arrossisco.
-Che hai? Mi hai visto nudo mille volte, amore-
Distolgo lo sguardo.
-M-mi fa sempre effetto, Natsu-
Sale sul letto.
-Fermo!- e agito un cuscino.
Lui sorride divertito.
-Cosa credi fare? Stordirmi?-
-P-potrei. Ma tu dovresti avere più r-rispetto. Non vedi che tua moglie ha appena subito una perdita?-
Il suo sguardo si fa malinconico.
Ora che ci penso da quando siamo qui, ha sempre avuto quell'espressione sul volto.
-Non esiste modo migliore per me- mi sfiora una gamba -per mostrarti cosa provo-
Ha fame.
Oddio! Ma cosa dico?
Si, ha fame, lo vedo. Glielo leggo negli occhi.
Ho quasi paura: non l'ho mai visto così...così famelico.
Mi strappa di mano il cuscino e lo lancia in un angolo.
S-sono disarmata.
C-che faccio?
Non mi dà il tempo di pensare che mi ritrovo sotto di lui.
-B-basta- farfuglio -n-non lo voglio fare-
-Taci-
-Che cosa...-
Mi afferra per i polsi e li lega alla testata del letto con due cravatte.
-Smettila! Natsu, per favore!-
Sento che mi toglie le ciabatte, poi le calze.
Oddio! Non riesco a liberarmi.
-Toglimi questi cosi!-
Non mi sente.
Trattengo un urlo.
Mi ha morso un piede!
-Ahi! Fa male!-
La sua bocca lascia una scia di baci lungo la mia gamba. Alterna baci a morsi.
Ansimo.
Non posso lasciarmi andare, gliela darei vinta.
La gonna scivola via e rimango solo con le mutandine.
Inizio a muovere i piedi, cercando di buttarlo giù dal letto, ma lui mi rivolge uno sguardo di fuoco.
Si, di fuoco. Sta prendendo fuoco e lo sento dal calore che emanano le sue mani.
Si avvicina alla mia intimità e la bacia.
Inarco la schiena.
Trattieniti, Lucy. Altrimenti se capisce che lo vuoi anche tu ed è finita.
-N-natsu...fermati-
Non mi sente. L'alcol e il fumo gli hanno dato alla testa.
Apre il maglione e tira su la canottiera.
I suoi occhi bramano vedermi nuda, glielo leggo in faccia, ma sta aspettando. Cosa?
Alla fine, ancora indeciso, mi bacia.
Non ricambio. Non mi sembra il momento di fare certe cose.
La sua lingua cerca di aprire le mie labbra, ma io lotto per tenerle chiuse.
All'improvviso, sento il sangue in bocca.
Cavolo, mi ha morso!
Sono costretta ad aprire la bocca e subito lui entra senza tanti complimenti.
Da una parte lotto per non arrendermi, ma dall'altra la sua passione travolgente mi risucchia in un vortice di sensazioni insopportabili.
Seguo il suo ritmo. Le sue mani mi circondano il corpo con fare possessivo.
Riprendiamo fiato.
Mentre ancora cerco di recuperare l'aria, mi strappa il reggiseno e sento il rumore dei ganci che si rompono.
-Merda...era n-nuovo, stupido- e gemo.
Affonda la sua testa tra i miei seni e lecca la piccola porzione di pelle.
Gemo di nuovo.
Morde un capezzolo, poi lo lecca. Ci gioca a lungo con la lingua, finchè è talmente duro da farmi male.
Ho il respiro pesante. Cribbio!
La sua mano sinistra entra dentro le mutandine, per un momento indugia con l'elastico, poi due dita violano la mia intimità e iniziano a muoversi ritmicamente.
Tremo di piacere.
Sono scossa da brividi e gemiti strozzati.
-N-no...b-basta...per favore- e trattengo un urlo.
Sto per uscire di testa. Non resisterò ancora.
Lui si ferma all'improvviso.
Oddio! Che male! Non sono venuta, che sensazione orrenda.
Riprendo a respirare normalmente.
Mi guarda a lungo.
-Ti prego...non voglio- mormoro.
-Ma io si-
Sono allibita.
Fino ad ora, non ha parlato. Nemmeno una parola. E ora, la sua voce sembra quella di un altro.
Si spoglia completamente e rimane nudo.
Avvampo.
-Stanotte- sussurra -stanotte sarai mia. Lo faremo fino all'alba, amore mio-
Poi, cala su di me.
Ogni singola parte del mio corpo prende fuoco: la sua lingua viola ogni parte di esso, le sue mani si impadroniscono del più piccolo lembo di pelle.
Chiudo gli occhi. Il piacere mi inonda, anche se una parte di me continua a gridare che sto sbagliando.
Non voglio farlo, non ora e non così. Non sto provando piacere, è qualcos'altro, si avvicina molto al disgusto.
Intanto, la sua lingua prende possesso della mia intimità. Lentamente, ma sempre con foga, si muove all'uscita, senza mai entrare.
Mi modo il labbro inferiore. So che sto per dire una cosa di cui mi pentirò, ma devo farcela: non dirlo, Lucy, non dirlo.
Scosse di piacere mi scuotono.
Oddio, non resisto.
-Non...n-non- inizio a dire -non c-ce la faccio...v-voglio...-
Non finisco la frase che lui sorride malizioso: non aspettava altro, lo sapevo. È sempre così, mi porta al limite pur di farmi ammettere quello che in circostanze normali non direi mai.
Si avvicina a me e scioglie le cravatte che mi tengono ferma.
Mi fanno male le braccia dallo sforzo.
Prima di crollare, lui mi afferra.
-S-sei uno stupido-
Mi toglie il maglione e rimango nuda.
Sono stremata. Dobbiamo per forza continuare?
Sento che apre il cassetto.
-Ce la fai?- mi chiede.
Che domanda cretina.
Osservo i suoi movimenti, mentre si mette il preservativo.
Non volevo, eppure ho ceduto. Ogni volta, finisco per perdere il controllo, e lui ne approfitta.
Le lacrime mi rigano il volto.
Perchè sono così sciocca?
-Ma che fai? Piangi?-
-Io...- singhiozzo -io non v-volevo farlo- tiro su col naso -t-tu mi hai costretto-
Asciuga le lacrime con una mano.
-Lucy...ti amo-
-N-non nasconderti dietro a queste parole-
Divarica le mie gambe con una gentilezza, che fino ad adesso non è mai esistita.
-Dimmi perchè? Perchè stai piangendo?-
-P-perchè non possiamo avere figli, perchè non è il momento e perchè...non lo so nemmeno io-
Lui scoppia a ridere.
-C-che cavolo ridi!-
Si avvicina al mio volto.
-Non scopo mica con te solo perchè voglio avere figli, tesoro- ed entra.
Urlo.
Oh cazzo! Speriamo che i nostri figli non si sveglino.
Scivola dentro di me con forza.
Mi aggrappo a lui con disperazione.
-Lo facciamo, perchè non esistono parole per dire che cosa provo quando sto con te-
Gli mordo il collo. Lui ringhia.
D'accordo, visto che non lo volevo fare e mi ha costretto a farlo, me la deve pagare.
Stringo il suo coso con i fianchi e rendo impossibile mantenere il ritmo.
Lui sbuffa.
All'improvviso, esce e gemiamo.
-Che cavolo fai, Lucy?-
Avverto la sue erezione sulla mia gamba: dura e pulsante.
-V-volevo godere del...-
-Non volevi godere di nulla! Vuoi fregarmi-
Lo imploro con gli occhi.
-Va bene- sospira -per stavolta l'hai vinta tu. Facciamo a modo tuo-
Rientra dentro di me.
Il ritmo viene dettato da me. Lenti e precisi affondi. Non c'è nulla di selvaggio, anche perchè la dottoressa Vanderwood mi aveva consigliato di non fare cose del genere, ma lei non conosce il marito pervertito.
-Perdonami-
-Ti ho g-già detto che ti perdono...-
-Il tuo corpo mi dice un'altra cosa-
Appoggia le sue labbra sul mio collo e lo morde.
Ha ragione, con il corpo sto dicendo un'altra cosa: Natsu sei un imbecille, perchè mi hai lasciato sola e perchè ho perso nostro figlio per colpa dei tuoi misteri.
Avvinghio le mie gambe intorno al suo bacino, mentre lui affonda dentro di me, in profondità, là...lontano, in un punto che nemmeno io conosco. Quel punto che mi fa impazzire, e che mi costringe a buttare la testa all'indietro per gemere senza ritegno.
I suoi ringhi si mescolano ai miei ansiti, le sue labbra mi mordono un orecchio. Sento il suo respiro farsi veloce.
Lentamente, mi distendo. Non fisicamente, ma mentalmente.
D'accordo, non lo volevo fare, ma adesso sento che posso riappacificarmi.
-Ora mi perdoni?- sussurra.
Lo ha sentito anche lui? Non è di certo strano. Quando siamo uniti come un corpo solo, le mie sensazioni sono anche le sue.
Annuisco e gemo allo stesso tempo.
Le spinte iniziano a farsi più intense e veloci. Le mie mani corrono sulla sua schiena.
Quanto mi è mancato il suo calore, quel calore che riesce a tranquillizzarmi.
-Lucy, ti amo- mormora nel mio orecchio -ti amo e ti voglio-
Mi bacia di nuovo, stavolta con forza, con desiderio, quasi con disperazione.
-I-io....pure- riprendo fiato -io pure, ti amo-
Avverto come un formicolio.
Cavolo, solo dire così mi ha eccitato ancora di più!
-Dillo di nuovo-
Ha sentito pure questa scossa?!
-C-cosa?-
-Lo sai. Dillo ancora, Lucy. Non possiamo più aspettare. Ti prego dillo-
-T-ti...ti amo. Oddio! Si, ti amo-
Ci fermiamo immobili, mentre raggiungiamo l'orgasmo. I nostri sguardi non si separano neanche un momento, vogliono catturare ogni singola espressione dei nostri volti.
Appena riprendiamo fiato, ci sdraiamo nel letto.
Oddio! È ancora dentro di me, v-vero?
Avvampo.
-P-potresti uscire, per favore?- mormoro.
-Sto al caldo dentro di te- e ride.
Lo scaccio e mi copro con le coperte.
-Stasera te ne vai sul divano-
-Di nuovo?! Neanche per sogno-
Mi abbraccia.
-Cretino. Questa non me la scordo-
Sento che mi bacia una spalla.
-Spero che tu non lo faccia-
Gliela faccio passare io la voglia di farmi fare questa cosa senza il mio permesso.
Però, Lucy, sei tu la scema che si arrende.
Zitta, coscienza.
Sbuffo.
Per fortuna, mi addormento quasi subito.













Un piccolo capitolo di passaggio per smorzare un pò i terribili momenti vissuti fino ad ora dai nostri protagonisti. Dalla prossima settimana invece inizieremo a preparare il terreno per la seconda parte della storia, che si annuncia già difficile con tutte queste premesse.
Beh sì, con questo capitolo abbiamo raggiunto una sorta di punto fermo. La nostra idea era di concludere una prima parte di storia con l'uscita di Natsu dal carcere, e così è stato. La seconda parte invece si concentrerà sulle conseguenze e sopratutto su tutti gli elementi necessari alla conclusione di questo secondo libro di FBride. Chissà che non si avvicini la fine della storia...

Per adesso a venerdì!

Bevvy&myfriend

Fairy Bride - Book Two - Into the Shadow (Nalu Fanfic)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora