CAPITOLO 8: SENZA IMPEGNO

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Una volta finita la colazione Hermione, Ginny e Ron andarono in biblioteca per portarsi avanti col lo studio.

"Hai fatto bene a lasciare divinazione al terzo anno Herm, quella è matta" disse Ron mettendosi le mani tra i capelli realizzando i compiti che avrebbero dovuto presentare il giorno dopo. "Consolati Ronald almeno tu non fai antiche rune o Artimanzia" disse Hermione alzandosi. "Vado a prendere un libro" aggiunse.

"Hai visto come ti guardava Fred mentre eri con quel Tyler" disse Ginny piombandole alle spalle. "Shh Gin mi hai spaventato, abbassa la voce o Ron potrebbe sentirti" disse la riccia. "Fidati Herm non l'ho mai visto così secondo me si è preso una cotta" disse la rossa esaltata. "Non penso proprio, se vuole ha tutte le ragazze ai suoi piedi e perché dovrebbe perdere tempo con me?" fece Hermione sorridendo anche se le faceva male dirlo perché dentro di lei sapeva che fosse la verità. E perché ci rimaneva male? Ma ad interrompere quel pensieri fu Ron che quasi urlò: "Dove diete andate voi due?" "Arriviamo Ronnie bello" lo prese in giro la sorella. Tornarono al banco e ricominciarono a studiare mentre Harry e i gemelli erano ad allenarsi.

Fu una giornata abbastanza noiosa per tutti, e per via della troppa neve non si poteva neanche stare in cortile bensì ognuno nelle proprie sale comuni quindi Hermione dovette subirsi quella gallina di Angelina che faceva la civetta con Fred e le amichette Katie e Alicia che starnazzavano con le troppe grida. "Le facevo più serie" annunciò Hermione agli amici. "E si che in campo sono quasi spietate" aggiunse Harry facendo ridere gli altri tre.

Durante la cena Silente annunciò che fosse il momento della posta, quindi una miriade si gufi si precipitarono nella sala grande creando un po' di confusione. Un gufo castano con delle macchie bianche sul petto volò verso Hermione che riconoscendolo gli diede una carezza. "Ciao Moon" sorrise la ragazza ricevendo un leggero morso sul dito in segno di affetto prima che il volatile aprisse le ali dirigendosi fuori dalla finestra. Dentro il pacco c'erano dei galeoni e dei libri babbani che Hermione tirò fuori felice intercettando l'occhiata di Fred che scuoteva la testa con disapprovazione mentre faceva il suo sorriso, che a dire la verità a Hermione stava iniziando a piacere. Non poté evitare di ricambiare il ghigno creando un visibilissimo feeling, che si concluse con un occhiolino del ragazzo, che nessuno però parve notare. "Bene" "So che dispiacerà" "Ma noi abbiamo dei progetti a cui pensare" "Ci vediamo" dissero i gemelli a frasi alternate. Hermione si accorse di provare un leggero dispiacere con l'allontanamento del ragazzo, il che per lei non andava affatto bene. Ma fu così per poco dato che si rividero nella stanza delle necessità, vagamente più imbarazzati del giorno prima, almeno Hermione.

"Ehilà" disse Fred "Ciao" rispose la ragazza. "Il fatto di vederti qui deve farmi pensare cose strane?" chiese lui con il suo ghignetto che Hermione avrebbe voluto baciare o staccare di netto, era indecisa. "Preferisci che me ne vada forse?" lo sfidò lei. "No No No" disse lui prendendole le mani e facendola sedere comodamente sul divano. "Quel tipo...Tyler, mi sembra uno apposto, noioso ma apposto" disse Fred. "No, non è noioso, è come me perché abbiamo gli stessi interessi!" rispose lei. "Appunto perché è come te è noioso" disse il ragazzo ridacchiando e beccandosi una cuscinata. E senza che se ne resero conto si ritrovarono coinvolti un una battaglia che comprese, per un primo tempo, i cuscini e successivamente il solletico e punzecchiamenti vari. "Fred ti prego basta" disse lei quasi in lacrime da quando aveva riso. Ma lui continuò mettendosi sopra di lei fino a rallentare sempre di più poiché i due si trovarono faccia a faccia. I battiti accelerarono e lui decise di chinare la sua testa sfiorandole le labbra per poi baciarla piano, delicatamente e lei ricambiò.

Non c'era bisogno di ripetere le regole, perché ormai entrambi le sapevano: nitente impegno, e nessuna parola. Erano semplicissime.

Lui fece scorrere le sue mani nelle gambe della ragazza mentre quest'ultima iniziava a sbottonargli la camicia. La riccia non si riconosceva più e credeva di star facendo tanti errori. "Dov'è finita la vecchia Hermione?" si ripeteva. Allo stesso modo voleva continuare, perché sapeva che poteva fidarsi di Fred e voleva finalmente uscire dalla sua sfera di cristallo fatta di regole e libri.

Red gaze: FremioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora