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"All mine"

Alene  pov's
Devo trovare un modo per scappare. E devo farlo al più presto.
Tutto ciò che successe dopo quella sera, fu una serie di costrizioni. Come fossi la sua bambola o peggio di sua possessione.
So ben poco di ciò che significa essere partner, ed è questo a mettermi più paura, la scoperta che non ci sia alcuna via d'uscita stavolta.
In fondo ho passato tutta la mia vita a scappare da costrizioni e dal combattere per ottenere la libertà. Eppure eccomi qui, dentro la stessa stanza ormai da giorni, pensando a come uscire.
Una delle poche persone che vedo è il dottore di questa famiglia. "Come ti senti oggi?" Particolarmente irritata, direi ma finisco sempre con il non rispondergli. Ad ogni visita cerco di trovare informazioni sulla situazione attuale e su cosa mi attende, ma sembra non volermi rispondere, secondo lui è meglio se so meno. Così pensano di potermi controllare. "Ora che sei la sua partner, avrai l'onore di assisterlo nei suoi calori" quasi mi prendeva un colpo "scherzi spero" ma glielo si leggeva in faccia che non scherzava, "per quale motivo ti allarmi tanto, non è niente di diverso da quello che avete già fatto" disse continuando a scrivere su quella maledetta cartella, solo che adesso sono costretta a farlo e non è più una mia scelta. Ma cercare di fare la parte lo farà solo che diventare più sospettoso "e quando dovrebbe accadere?" Chiesi acida, "è piuttosto imprevedibile per via dei tuoi ormoni, immagino tra qualche giorno" devo assolutamente sbrigarmi a trovare un piano, altrimenti qui dentro ci passerò il resto della mia vita. "Ti pregherei di evitare attacchi violenti nei confronti dei bodyguard. L'ultimo è finito al pronto soccorso, e gli hanno dovuto amputare il braccio" sentii il sangue salirmi al cervello, per ciò che successe. Ma non posso fare altro che reagire se vengo costretta, anche se loro stanno solo facendo ciò che gli viene chiesto, e dovrei prendermela direttamente con quello stronzo.
Iniziai a mordermi le unghie innervosita, "avresti potuto evitare il controllo e nessuno si sarebbe fatto male" gli ricordai quando il giorno dopo provò ad ispezionarmi le parti intime per una possibile gravidanza, alla quale mi opposi violentemente "tanto casino per nulla" disse sbuffando, affilai le unghie "se ci tieni tanto al tuo braccio ti consiglio di non riprovarci più" il sorriso che gli porsi era un avvertimento, vidi il suo sguardo corrucciarsi innervosito da me. Un beta in potenza dovrebbe essere comunque più forte di ogni Omega, ma nel mio caso posso farlo a pezzettini quando voglio e lui questo lo sa.
"Non so per quanto ancora resisterai, ma ricordati che con lui non puoi vincere neanche se volessi" mi morsi il labbro impotente sapendo benissimo che una volta arrivata da lui, lottare sarebbe stato inutile. Ma di accettare quello schifo di destino non ci sto.
Una volta sola, pensai a come uscire. Le vie di uscita erano due. La porta sigillata e sorvegliata, e la finestra sbarrata.
Dopo avermi salvato da Romeo ha capito che avrei potuto scegliere quella via di uscita di nuovo e ha preso provvedimenti.
I muri di questa stanza sono più spessi, e insonorizzati, in modo che io non riesca a romperli come già successo in passato, se rompessi il vetro il sistema di allarme li avvertirebbe che sto scappando, e la porta sarebbe la peggiore via d'uscita. Dovrei vedermela con tutte le guardie all'interno dell'edificio, e per quanto sono forte finirei comunque con l'essere rinchiusa; magari in una peggiore.
Per disinnescare il sistema di allarme, dovrei danneggiare il circuito elettrico della casa, ma trovarlo in questi muri è quasi impossibile. Guardai il termosifone, pensando che il circuito elettrico dell'allarme fosse al suo interno.
Se anche rompessi il vetro le sbarre sono troppo strette per lasciarmi passare, ma a quel punto se sono state fissate con delle viti posso provare a ruotarle.
Se si accorgessero che stessi scappando finirebbero con l'entrare dalla porta, ma se la barrico con gli arredi della stanza potrei guadagnare del tempo.
Sollevarmi il letto matrimoniale con tale sforzo da sentire i muscoli strapparsi, quando lo poggiai alla porta caddi a terra dalla fatica, se lo avessi trascinato le vibrazioni sul pavimento avrebbero potuto allarmare le guardie.
Prendere il resto dei mobili fu uno scherzo al confronto. La sedia ma misi in modo da bloccare la maniglia, e l'armadio lo misi sopra al letto in verticale. Con le lenzuola e alcuni vestiti feci una corda e il materasso mi avrebbe aiutato ad attutire la caduta.
Ma poi pensai di evitare il materasso per paura di venire scoperta e in caso rompermi qualche ossa. Essendo sera sarebbe stato più semplice scappare, ma avrei dovuto farlo prima che Aaron venisse a visitarmi di solito nel cuore della notte quando pensa che io stia dormendo.
Staccai una parte del letto a baldacchino in legno, per usarlo come leva.
Una volta che la leva si spezzò, la rabbia prese il sopravvento sul termosifone che venne preso a calci finché non si sbriciolo in mille pezzi, le tubature pieni di acqua bollente mi finirono sulle gambe ustionandomi, fu ancora più difficile evitare di urlare, e le lacrime cadevano a fiumi.
Con un'altra leva presi a percuotere il muro finché vidi una scossa elettrica, mi allontani subito con la paura di essere fulminata continuai a buttare l'acqua sull'impianto elettrico. Il quale esplose emettendo una scia di fumo, iniziando ad intossicava la stanza. Decisi di buttare alcuni vestiti sulle aperture della porta in modo da non far uscire il fumo dalla stanza, guadagnando altro tempo. 
Se non mi sbrigo ad uscire di qui potrei finire soffocata dal fumo, preso un coccio del termosifone lo buttai con forza sul vetro il quale si ruppe, con rapidità cercai di allentare le viti infilando le unghie le quali finivano con lo spezzarsi e sanguinare. Dopo nove unghie sanguinanti, riuscii ad allentarli tutti, feci calare la corda di stoffa e dopo un calcio. Vidi le sbarre cadere a terra producendo un boato talmente grande che sentii l'intera casa allarmarsi, subito le guardie fuori dalla porta iniziarono a spintonare la porta per aprirla mentre io mi precipitavo a scendere il più in fretta possibile. Ormai a più della metà, un rumore simile ad un esplosione attiro la mia attenzione verso la finestra dal quale arrivava. In quel momento lo vidi affacciarsi, con lo sguardo infuriato quel tanto da farmi venire i brividi "tu aspetta che ti prenda, e vedi cosa succede" lo vidi afferrare la corda tirandola a se. Iniziai ad impaurirmi nel vedere la terra sotto di me allontanantesi.
Senza pensarci due volte tagliai la corda, precipitando sul balcone sotto di me, sentii i polmoni cedere per un momento e le ossa incrinarsi, tanta era l'adrenalina che mi alzai subito a guardare l'altezza sotto di esso. " NON TI AZZARDARE A RIFARLO" la sua foce autoritaria risuonò nella notte, sentii le guardie aprire la porta della stanza e senza pensarci mi precipitai prima ancora che potessero sfiorarmi. Alla seconda caduta cercai di precipitare sulla schiena in modo da non rompermi le gambe, il dolore era ancora forte per via delle costole, ma i danni erano limitati.
"LO SAI CHE NON PUOI SCAPPARE."
Quando mi voltai, il suo viso sembrava terrorizzato, infuriato "allora guardami bene e ricordati questo momento. Perché non ci incontreremo più" corsi più velocemente che potessi, anche se ad ogni respiro a pieni polmoni sentivo la gabbia toracica distruggersi, un dolore lancinante mi rendeva difficile muovermi come volevo, ma usando ormai ero avvolta dalla foresta mi sentii più al sicuro e rallentai il passo per permettermi di recuperare. Ma di fermarmi non se ne parlava proprio.
La mia testa era pervasa da domande a cui non riuscivo a fare una risposta in quel momento. Dove vado? Non ho più nessuno su cui contare. Riuscirò sul serio a scappare? Dovrò farlo per il resto della mia vita? Se mi prendono cosa accadrà?
Ma a questo adesso non posso pensare! Sentii le lacrime rigarmi le guance ormai rosse, tentai di asciugarle cercando di calmarmi, ma l'unica cosa che ottenevo era una vista sfocata che mi rendeva difficile andare avanti.
Ho paura.
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Salve ragazzi,
so di non aggiornare molto frequentemente.
Spero comunque che i pochi di voi che continuino a leggerla, saranno felici dell'aggiornamento.
Mi dispiace ma non mi sentivo molto motivata, e sono finita con il buttarmi giù senza pensare alla cosa più importante, e cioè scrivere perché mi piace. Farlo perché a tutti qui piace.
E personalmente mi sento molto più rilassata.
Spero che la storia sia di vostro gradimento. E se volete potete lasciare qualche commento, risponderò a tutti.
Buona giornata a tutti quanti 🤍

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