"Her soul is mine"

Alene pov's
"Aaron, voglio essere tua" tutto ciò che accadde successivamente, scomparve dalla mia vista.
Una luce abbagliante mi svegliò dal mio sonno profondo, quando aprii gli occhi ci misi del tempo nel realizzare dove mi trovassi "ma cosa è successo.." le lenzuola bianche erano in brandelli squarciate come il materasso dove fuoriusciva dell'imbottitura, lo stesso per i cuscini, la parete su cui era poggiato il letto era graffiata, e la testata del letto distrutta.
"Wow.. una furia" nel pensare a lui arrossii di botto, coprendomi il volto con le mani. "In realtà è tutta opera tua" nel sentire quella voce profonda sobbalzai coprendomi il corpo svestito.
Io? Avrei conciato in questo stato la camera? Sentii la sua risata perforarmi il petto "oh si, non avrei mai pensato fossi così violenta" di colpo avvampai sentendomi andare in fiamme "io, come? Non potrei mai" notai il suo ghigno, vidi le sue mani sbottonare la camicia mostrandomi lividi, ferite e succhiotti; spaventata mi alzai precipitandomi su di lui, "e non hai visto il resto del corpo" "oddio mi dispiace tantissimo!" Sentii la sua grande mano accarezzarmi la guancia portandomi ad incrociare il suo sguardo "io sto bene, sul serio. Tu?" Annuii sollevata. "Signorino, ci sono alcune cose che richiedono la sua attenzione" la voce di Joseph si sentiva chiaramente anche dietro la porta, "ti manderò delle cameriere che ti preparino per tornare a casa" un enorme buco mi perforò il petto nel sentire quella frase. "Perché?" sentii la rabbia pervadermi, il mio istinto combattivo crescere dentro di me in attesa che lo liberassi. Dopo tutto ciò che è successo.. Ora vuole che torni a casa?
"Adesso che conosco il tuo segreto, avrai il permesso di venire da me ogni volta che sarai in calore. Ti aiuterò." Sentii la frase echeggiarmi sempre più forte, stordendomi. Mi precipitai a raccogliere i vestiti in brandelli, afferrai la camicia una volta infilata abbottonai solo i rimanenti, presi un grande pezzo del lenzuolo il quale divenne una lunga gonna. Per poi uscire "dove stai andando" sentii la sua presa bloccarmi il polso prima ancora che uscissi, mi voltai di scatto con gli occhi in fiamme, i canini crescenti e le unghie pronte a infilzare "non mi toccare!" Strattonai la sua presa liberandomi, per poi pararsi davanti alla porta "vuoi per caso morire?" "Dove stai andando" sentii lo stomaco bollirmi di rabbia come tutti gli organi interni, le mani formicolarmi, iniziai a ringhiare mostrando le zanne "non è affar tuo!" Se vuole che me ne vada lo farò a costo di passare sul suo corpo.
Con una rincorsa calciai la parete distruggendola, un varco abbastanza grande si proponeva come seconda uscita, una volta che il mio viso venne catturato dalla sua mano costringendomi a guardarlo un dolore lancinante mi ferì profondamente "guardami negli occhi.." di colpo mi allarmai e senza aspettare gli piantai un cazzotto sulla guancia voltandogli il viso "non provare mai più ad utilizzare il controllo della mente su di me" mi voltai pronta a dimenticare tutto ciò che lo riguardava.

Una volta tornata a casa, mia madre mi guardava con disappunto e rabbia "che ci fai qui" "ci vivo" acidamente le voltai le spalle pronta a tornare in camera mia "il tuo ritorno a casa è un disonore per questa famiglia!" Sbuffai "scommetto che l'ha fatto apposta" disse a mio padre il quale non faceva altro che leggere il giornale "Alene ti dovrai più preoccupare, perché da oggi tu non vivrai più in questa casa" una volta in camera decisi di prendere il necessario e buttarlo in una grandissimo borsone di pelle. "Signorina! Oddio come sta?" Guardai Mary con gli occhi che ormai mi pizzicavano annuii "sto bene, sul serio" quando mi vide si accorse che non era vero, precipitandosi ad abbracciarmi. "Mi dispiace signorina, ho tentato di fermarli. Ma sono piombati a prenderla, e sua madre li ha lasciati fare quando ha scoperto fossero le guardie del signor Johnson" scossi la testa, non era per quel motivo che mi veniva da piangere.
Sono sempre stata costretta a fare tutto ciò che gli altri volevano per me, ma per la prima volta ho fatto qualcosa di mio volere, e sono finita in questo stato.
"Adesso fammi preparare le cose, devo andarmene" vidi il volto di Mary scioccato "oh andiamo! Lo sapevi che prima o poi mi avrebbe mandata via" le dissi cercando di rassicurarla "dove andrà?" Ci riflettei, e pensai ad un posto, ad una persona in particolare. "Un'idea ce l'ho" le chiesi di aiutarmi per un bagno e per dei vestiti decenti che potessi mettere, una volta spogliata sobbalzò "signorina ma questi.." guardai i segni della notte precedente, senza dire altro mi immersi nella vasca nel tentativo di evitare una domanda scomoda "che cos'è successo a casa del signor Johnson?" La sua preoccupazione mi inteneriva nel notare ci fosse ancora qualcuno che a me ci tenesse. "Lo sai già" anche se Beta poteva sentire perfettamente il suo odore sul mio corpo, "l'ha marchiata?" Di colpo guardò il morso che avevo sul collo, lo toccai sentendo dolore, ma non ricordando nulla.
Prima che me ne andassi Mary insistette per farmi visitare dal suo compagno, accertandosi che stessi veramente bene nonostante le mie continue rassicurazioni.

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