Capitolo 2;

160 12 1
                                    

Quanto lontano pensi di andare?


"Ti prego aspetta!" mi sentii richiamare dalle mie spalle e, appena mi voltai alla ricerca di chi mi stesse richiamando, scorsi una ragazza coi lunghi capelli neri venirmi affannosamente incontro.
Stava spintonando varie persone cercando di raggiungermi, nonostante il corridoio non fosse nemmeno tanto pieno. Giusto le ultime persone che prendevano le cose dai propri armadietti o chiacchieravano animatamente con il compagno.

"Dici a me?" chiesi alzando un sopracciglio una volta che la ragazza mi fu davanti.

Portava i suoi lunghi capelli neri sciolti, il suo abbigliamento era normale, jeans aderenti e camicetta bianca, accompagnata da una giacca blu che le arrivava poco pi in basso del sedere.
Era carina, pensai guardandole il volto dolce, sicuramente era una ragazza amata da tutti e brava a scuola.
Dava quest'impressione.

"Si" disse imbarazzata.
Perchè era imbarazzata? Pensai.
"Ero prima in bagno.. beh, quando hai fatto la scenata.."
"Ah" dissi, abbozzandole un sorriso.

In realtà avrei voluto risponderle che non mi interessava, ma lasciai stare.

"Sei stata una grande, davvero. Non sai da quanto tempo la gente voleva dire tre paroline simili a quelle puttane!" disse ridendo
"Beh, credo che chiunque avrebbe reagito nel modo in cui l'ho fatto.." dissi aggrottando la fronte.
Non credo di voler sentire qualcuno lodarmi per una simile cazzata, pensai, infondo avevo solo reagito d'istinto.

"Comunque piacere Khya" disse porgendomi la mano
Osservai scettica il suo braccio teso prima di decidermi a stringerle la mano.
Francamente non mi aspettavo che qualcuno oggi si avvicinasse a me e decidesse di parlarmi così, senza essere imbarazzato o impaurito da me.

Sicuramente questa ragazza non mi conosceva.

"Anjelie" dissi stringendogliela.
Lei mi sorrise calorosamente, allontanando la mano dalla mia, i suoi occhi neri sprigionavano uno strano calore, come se volessero dirmi: fidati.

Nel frattempo la campanella di inizio lezione ci avvisava che era arrivato il momento di avviarsi ognuno nelle proprie aule.

"Così tu sei la nuova ragazza qui, giusto? Non fanno che parlare di te" disse mentre cominciavamo ad incamminarci verso la portineria, dovevo prendere i miei orari.
"Cazzo, sono qui da meno di venti minuti e già mi conoscono?" chiesi sarcastica
"Questa scuola, anche se è grande, è piena di pettegolezzi e le voci girano in fretta, sopratutto se un alunno si presenta a metà semestre. Sai, non è facile entrare dopo così tanti mesi di inizio scuola" mi spiegò lei "E poi scusami, come non notare una come te?" disse strizzandomi l'occhio

Aggrottai la fronte.
Cosa stava insinuando?

"Cioè in senso buono" si affrettò a dire "Diamine, ti sei vista? Spacchi"

Sgranai gli occhi, ma come parlavano questi di qui?

"Devo perderlo come un complimento?" chiesi mentre entravamo in portineria.
"Secondo me sei una di quelle ragazze che si sottovalutano" disse "Non dovresti sai?"
"Non sono d'accordo, ma va bene." dissi cercando di troncare il discorso.

Francamente, io odiavo i complimenti.
Non ci avevo mai creduto davvero, nonostante le persone che mi accerchiavano continuavano a farmene io non ci credevo.
Non che fossi una persona che vuole solo attirare attenzione rifiutando i complimenti, ma non mi piacevano e basta.
Mi facevano sentire.. come si può dire.. uguale alla massa.

Sentirsi dire 'come sei bella con questo nuovo taglio' oppure 'amo i tuoi occhi azzurri' mi facevano venire la nausea.
Il solo pensiero che qualcuno si dovesse sentire in obbligo di dire qualcosa di simile a qualche ragazza per leccare il culo o per farsi piacere beh, era rivoltante.

Remember;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora