Poggiai i palmi delle mie mani sul pavimento sudicio di quello spogliatoio e strisciai all'indietro con il sedere sino ad arrivare alla panca di legno e, una volta poggiate le mani su di essa, mi alzai lentamente sino a sedermi su di essa per poi afferrarmi le gambe e stringerle a me, una specie di meccanismo di difesa che usavo per nascondermi in me stessa.
"Ti prego, non piangere, mi fai sentire come il cattivo della situazione." canzonò Jeff in tono per niente dispiaciuto.
"Lo sei." affermai asciugandomi le calde lacrime che mi scendevano sulle guance "Sei disgustoso, se sapevo fossi così nemmeno mi sarei avvicinata a te!"
"Oh amore, ma in ogni caso, che tu lo volessi o meno, sarebbe successo." disse lui avvicinandosi a me e, più si avvicinava, più mi stringevo in me stessa e pregavo che lui non facesse niente, e pregavo mentalmente che avesse un minimo di bontà dentro di sè da lasciarmi andare.
"Non rendere le cose più difficili Anjy." disse quando scansai via la sua mano dalla mia spalla.
"Non chiamarmi così!"
"Mi stai facendo arrabbiare." ringhiò lui afferrandomi il braccio e facendomi alzare dalla panca improvvisamente "Obbedisci."
"Ti prego lasciami stare." piagnucolai.
"Shht." sussurrò lui a pochi centimetri dal mio volto "Se stai buona prometto di non farti del male, okay?"
"Ti prego.." singhiozzai "Ti prego lasciami andare, non dirò niente ma lasciami andare.."
"No." e detto questo pressò le sue labbra contro le mie, con una tale forza ed una tale esigenza che schiusi le labbra per lo sorpresa tanè che lui ne approfittò subito e infilò la sua umida lingua nella mia bocca, esplorando e mordendo quello che per me era già un forte contatto intimo.
Il baciò durò a lungo, molto a lungo e, mentre io continuavo a dimenarmi e lui a stringere entrambe le mie braccia con le sue mani, sentii una presenza farsi sempre più dura sulla mia coscia e, realizzando che quella era la sua disgustosa erezione, con un gesto secco mi allontanai da lui e mi affrettai a voltarmi e correre verso la porta.
Il mio tentativo di fuga non servì a molto quando, improvvisamente, venni afferrata per i capelli e trascinata all'indietro, tante' che, per la violenza della presa, persi l'equilibrio e caddi all'indietro, dando una forte e sonora botta a terra con la mia testa.Quando il mio cranio colpì il freddo e duro pavimento, un dolore lancinante si propagò su di esso, tanto che fui costretta a chiudere gli occhi e a mordermi il labbro per evitare di urlare davanti a Jeff, così da dargli poi la soddisfazione che stavo soffrendo a causa sua.
Un improvviso senso di spossatezza si impossessò di me pochi secondi dopo, facendomi cadere in quello che sembrava essere uno stato di trace così, stancamente e contro voglia, chiusi gli occhi e, l'ultima cosa che vidi prima che l'oscurità si avvolgesse su di me, fu Jeff parallelo a me che mi sorrideva soddisfatto.
Poi il buio mi avvolse.
-Anjelie? Anjelie svegliati.
..
-Piccola, se non ti alzi lui ti farà del male, lo sai?
Quella voce.. quella familiare e melodica voce l'avevo già sentita; la stessa voce che mi aveva accompagnata per diciannove anni nelle mie piccole battaglie personali, la stessa voce che non sentivo da più di un anno.
-Trova la forza di aprire gli occhi ed affrontare quel mostro amore mio, so che ce la puoi fare, mi fido di te.
"Mamma."