Capitolo 10;

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Dammi una ragione per restare
Dammi una ragione per credere in te
Dammi una ragione per non mollare
Perchè ormai non ho più la forza per lottare e credere
in qualcosa o qualcuno.
Quindi dammi una ragione per cui dovrei provarci.


Il vento mi stava scompigliando i capelli e in quel momento mi pentii amaramente di non essermi fatta la coda prima di uscire o anche solo salire sulla moto -anche se era un po strano se mi fossi fermata a farmela nel bel mezzo di una litigata con Justin davanti ad una decina di persone-

Affondai il viso sulla sua schiena cercando di trattenere la voglia di buttarmi fuori da questa moto. Ma non avrei mai dato la soddisfazione a qualcuno di uccidermi da sola, sopratutto a Justin.
Strinsi più forte il petto di Justin e, anche se ciò mi causava fastidio ed imbarazzo, non allentai la presa. Infondo non volevo cadere dalla moto, e lui andava anche molto veloce.

Non so per quanto rimasi su, forse ore, forse solamente un paio di minuti, ma sta di fatto che quando Justin rallentò fino ad arrivare allo spegnere il motore non avevo la minima idea di dove fossimo.
Mollai all'istante Justin e scesi dalla moto prima che lo facesse anche lui.

Prima di cominciare a correre lontana da lui mi guardai intorno. Eravamo in una specie di boschetto -penso- Non lo so. Gli alberi erano molto alti e ci si poteva perdere in quel posto.. però si poteva scappare o anche solo nascondersi.

"Se la tua intenzione è scappare, puoi anche evitare. Siamo troppo lontani dalla città e in questa strada non passa quasi mai nessuno, quindi tu moriresti da sola prima che si sia fatta sera" disse lui con estrema calma.

Fui leggermente imbarazzata per essere stata colta in fallo e, l'unica cosa che mi restava da fare, era pregare che non mi facesse del male.
Anche se la sua precedente minaccia era ben chiara -andiamo in un posto più appartato così posso farti fuori lontano da occhi indiscreti-

Justin scese con un gesto molto lento dal motore, si sfilò il casco e si riavvivò i capelli con una mano.
Fece il tutto con estrema lentezza che pensai addirittura che lo stesse facendo apposta.

Cominciai a mordermi il labbro per il nervoso, il cuore non smetteva di battermi all'impazzata.
Avevo paura, diamine se avevo paura, ma non volevo mostrarlo a lui.

Io sono forte, se questa è la mia fine io morirò da guerriera, non da stupida ragazza impaurita.

Alzai lo sguardo verso di lui e incrociai il suo duro sguardo. Era poggiato al motore con le braccia incrociate al petto e non aveva tolto nemmeno per un secondo gli occhi da me.

Stavo per aprire bocca per rompere il silenzio, quando Justin parlò precedendomi "Lo sai con chi hai a che fare?"

Il suo tono di voce era freddo, non trapelava nessuna emozione. E il suo sguardo era uguale.

Mi morsi il labbro ed annuì.
"Bene" disse lui muovendosi da quella posizione e facendo scrocchiare il suo collo "Allora dovresti anche ricordarti quello che ti avevo detto."

Il mio cuore perse un battito, allora non si era dimenticato di me.

"Si" dissi con un filo di voce.
Lui accennò un sorriso sadico e fece qualche passo verso di me fino ad arrivarmi di fronte.
"Quindi sai che ti succederà adesso" disse con sguardo duro, la mascella contratta.

Abbassai lo sguardo, non ce la facevo a reggere tale pressione. Notai con la coda del occhio la pistola spuntare dai suoi pantaloni.
"Sai che se mi uccidi la colpa ricadrà subito su di te? I miei amici non esiteranno a sporgere denuncia contro di te e t-" non riuscii a finire la frase che la vista mi si colorò di rosso e ricaddi all'indietro, sbattendo violentemente la testa contro terra.
Mi portai una mano al naso e la guardai, era sporca di sangue.
Justin mi aveva dato un pugno.
Rimasi sorpresa. Non me lo aspettavo davvero.

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