Capitolo 17;

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"Perchè lei ormai è già qui." disse Justin con tono fin troppo serio.

Corrugai la fronte e mi scansai dal suo tocco "Chi? Me lo vuoi dire?"
Stavo cominciando anche io ad entrare nel panico e a farmi strane idee visto il comportamento ambiguo e lo sguardo duro e disperato che Justin aveva in quel momento.

"Non è importante." disse alzandosi dal divano.
Non fece in tempo ad alzarsi che lo afferrai per un braccio e lo bloccai.

"No, è importante se tu ti stai comportando così in questo momento! Non puoi dirmi una cosa così e poi fare finta di niente, non puoi."

"E invece lo sto facendo, quindi Anjelie, per favore vattene ora." disse scansando via il mio braccio e guardandomi con rabbia dall'alto.

Boccheggiai a quelle parole non sapendo cosa dire o come interpretarle, anche se c'era ben poco da capire: mi aveva chiaramente detto di andarmene, non mi voleva.

Abbassai lo sguardo sconfitta ed afferrai il mio giubotto che avevo sfilato prima dal divano e, mentre me lo stavo infilando, dissi: "Quando hai intenzione di crescere e smettere di comportarti da James Bond pieno di segreti, dimmelo così potrò finalmente capirti e venirti incontro perchè così" dissi indicandolo con una mano "Non posso stare."

Justin serrò la mascella e inarcò le narici con fare arrabbiato ed io, senza considerare quel suo temperamento che stava drasticamente cambiando, mi allontanai da lui e mi volta, dirigendomi poi verso la porta della stanza.
Quando poggiai la mano sulla maniglia pronta ad aprirla e ad andarmene, la sua voce dura e tagliente mi fermò.

"Non azzardarti ad aprire quella cazzo di porta, Anjelie."

Mi voltai di scatto e lo guardai sorpresa "Mi hai appena cacciata via, perchè dovrei restare ora?"

"Perchè." disse passandosi una mano tra i capelli con fare frustrato "Perchè fuori sta piovendo e non puoi uscire con questa pioggia."

"Cosa?" dissi con una punta di odio nella voce "Ma davvero Justin? La pioggia?"

"No- cioè si." si corresse subito lui distogliendo lo sguardo e guardando altrove.

Scossi la testa con fare frustrato e mi girai completamente verso di lui, posandomi poi le mani sui fianchi e guardandolo con puro disprezzo.
"Dimmi che cosa vuoi e facciamola finita."

"Non usare questo cazzo di tono da saputella con me, chiaro?!" alzò il tono lui facendo poi quei due passi che ci speravano l'uno dall'altro.

"E tu allora smettila di fare il coglione con me, andiamo! Non puoi essere un minuti rilassato e spensierato ed il minuto dopo freddo e distaccato, io non ce la posso fare con questo tuo atteggiamento da donna incinta!"

"Da donna incinta?"

"Non cambiare discorso con me Justin."

"Non sto cambiando discorso."

"E non mi stai nemmeno rispondendo."

"Non ti sto rispondendo perchè non so cosa dirti, le tue parole non hanno senso."

"Non hanno senso?!" quasi urlai avvicinandomi a lui "Sei tu quello che dice cosa senza senso, sei tu quello che tira fuori discorsi tutti intrecciati e privi di significato e poi si rifiuta di dare spiegazioni, sei tu quello c-"

Non terminai la frase che le sue labbra furono premute con forza contro le mie, facendomi arretrare e per poco non perdere l'equilibrio.
Mi infuriai a quel suo gesto improvviso e brusco e, così, mi ritrovai a premere le mie mani sul suo petto e a spingerlo via con forza.

"Cosa ti è saltato in mente! Non puoi baciarmi quando ti pare e sopratutto durante una litigata!" abbaiai con rabbia pulendomi la bocca con un polso.

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