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- Inganno -"Okay, piano. Ce la fai a camminare?"
"Sì, Keith, ti ho detto di sì." Sospirò, imponendosi di rimanere paziente. Keith lo stava trattando come se fosse gravemente malato da giorni. Si erano fermati qualche notte in più: Allura aveva convinto entrambi, che inizialmente non erano molto d'accordo sul rimanere in quel motel più a lungo di quanto avessero previsto inizialmente. Lance alla fine aveva ceduto, perché sapeva di non essersi ripreso del tutto e non voleva essere un peso per i suoi compagni durante il viaggio. Con Keith invece era stato più difficile, perché si fidava sempre meno di quell'uomo. Aveva provato a controbattere, ma alla fine aveva deciso di mettere la salute di Lance - e anche di Shiro, che doveva ancora abituarsi fisicamente e psicologicamente alla perdita del suo braccio. - al primo posto.
"Andiamo di là, forza."
"Mi spieghi esattamente perché avete interrotto il mio sacro riposo?" Lance ci scherzava su, ma in effetti non dormiva bene come in quei giorni da molto tempo.
"Non lo so nemmeno io, Allura dice che lei e quello devono parlarci."
Il cubano percepì il tono sprezzante con il quale il suo amico si stava riferendo a Lotor. Nemmeno a lui piaceva, in effetti. Era stato parecchio strano il suo improvviso cambio d'atteggiamento, quando aveva potuto confermare che Lance non era stato morso.
"Da quando sono così intimi? Hanno qualcosa da dirci.. tch. Ma di che parlano alle nostre spalle?" Si chiese, esprimendo quel dubbio ad alta voce.
"Onestamente.." - afferrò il braccio del compagno e se lo portò attorno alle spalle per aiutarlo a camminare, in modo da non farlo sforzare troppo. - "Non ho un bel presentimento."
"Tu non hai mai bei presentimenti, Keith."
Arrivati nel salone principale trovarono Pidge e Hunk seduti su un divano e Allura e Lotor sulle poltrone. Fu inevitabile sentire una strana atmosfera di tensione, nonostante il sorriso rassicurante che l'amica rivolse loro nel momento in cui sorpassarono l'ingresso. Lance parve sentire ogni cosa in modo più intenso, lo scoppiettare del fuoco e l'odore del legno che bruciava all'interno del camino, il silenzio stesso, il cessare dei loro bisbigli, il respiro ed il battito del cuore di Keith che ancora lo sosteneva in piedi. I dettagli, non riusciva più a non farci caso, ormai. Senza accorgersene strinse le dita sulla spalla del compagno, che adesso lo stava adagiando delicatamente su una delle poltrone. Un sottile strato di polvere ricopriva la spalliera e la stoffa era rovinata, lacerata in alcuni punti.
"Lance, stai bene?" Il tono dolce e premuroso di Pidge lo riportò a quell'orrenda realtà, dove tutto era incerto e spaventoso, ma la mano di Keith sulla sua schiena sembrò placare le sue paure, come se potesse assorbirle.
"Di cosa stavate parlando?" Domandò, evitando intenzionalmente di rispondere.
"Lotor.. crede che–"
"Dirigersi verso il punto di raccolta è un suicidio." Spiegò Lotor, interrompendo la voce della ragazzina. Lo disse con un tono quasi preoccupato, suonò premuroso ad Allura. "Giorni fa abbiamo intercettato un segnale radio da parte dell'esercito per i superstiti. Dicevano di mettersi al sicuro e aspettare i soccorsi, verranno a controllare la zona, dobbiamo solo assicurarci che-"
"Un suicidio?" Lance sentì quelle poche certezze che aveva sgretolarsi. "Sono tutti diretti lì! È quello che le forze dell'ordine hanno consigliato di fare fin dall'inizio di questa situazione!"
"Vi sto dicendo che non è più quella, la soluzione. Che interesse avrei nel mandarvi fuori strada? Qui siamo tutti sulla stessa barca."
"Che altro hanno comunicato?" Domandò Keith, assottigliando le palpebre. Era una cazzata, se lo sentiva. Dentro di sé, sperava soltanto che anche i suoi compagni non si lasciassero convincere da lui.
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SURVIVORS - Klance Zombie!AU
FanfictionZ𝕠𝕞𝕓𝕚𝕖!𝔸𝕌 In uno scenario apocalittico, Keith, Lance e il loro gruppo si ritrovano a dover sopravvivere durante un'epidemia che ha già contagiato e ucciso gran parte della popolazione americana. (Questa storia era stata pensata per far parte...