Capitolo 3

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3
- La terza regola -


Lance aveva imparato ad apprezzare ogni piccola cosa. Il cielo non si era schiarito, ma aveva smesso di piovere, e ciò significava che avevano il via libera per uscire. Il problema della pioggia era che avrebbe potuto causare loro qualche malanno, e non potevano permetterselo per due motivi. Uno: non avevano a disposizione medicinali. Due: Avere le difese immunitarie basse li esponeva maggiormente al rischio di contrarre l'infezione. Era pericoloso anche solo stare sotto la pioggia. Eppure Lance apprezzava l'odore della terra bagnata, l'aria umida e il cielo ingrigito. Apprezzava di poter essere ancora lì per provare il senso di nostalgia causato da quell'atmosfera familiare. A Cuba i temporali erano violenti, e durante l'estate non era raro che colpissero Varadero. Lance si chiedeva come fosse ridotta, adesso...

"Vi ho preparato lo zaino." L'ultima volta che Lance aveva sentito una frase del genere, era stato quando frequentava le elementari, da parte di sua madre. "All'interno avete una torcia, dell'acqua e.. del cibo in scatola." Disse Allura, abbassando gradualmente il tono di voce. "Non si sa mai."

"Grazie," rispose il corvino. "Avrei un'altra cosa da chiederti." Continuò, prendendo in spalla lo zaino. "Potresti prestarci la tua ricetrasmittente? Ho già parlato con Pidge e Hunk, vi contatteremo subito in caso di necessità."

"Oh, certo." La sganciò dal bordo dei pantaloni e allungò la mano, porgendo il dispositivo a Lance.

"Bene, allora..." Il cubano sospirò profondamente, guardando l'esterno attraverso la finestra. "Auguraci buona fortuna." Sorrise, cercando di sdrammatizzare.

"Non ne avete bisogno." La ragazza ricambiò il sorriso, e inaspettatamente Lance se la ritrovò fra le braccia. Lo stava stringendo e il suo mento era poggiato sulla spalla del castano. Quel gesto riuscì a sorprenderlo, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, Keith tossì due volte consecutive, segno che doveva sbrigarsi.

Quando si separò dal corpo dell'amica, per qualche ragione gli venne spontaneo cercare lo sguardo di Keith, che però era rivolto verso la porta di ingresso. La raggiunse ma ancora non toccava il pomello.
"Mettiamo le cose in chiaro." Gli occhi di Keith non erano stai mai più severi di così. "Non parli a meno che non te lo dico io, o nel caso in cui dovessi avvisarmi di un pericolo imminente." Spiegò. "Non si corre, a meno che quei figli di puttana non ci inseguano." Aspettò che Lance annuisse, prima di continuare. "E infine, questa è la più importante, quindi ascoltami bene: Ognuno pensa prima a sè stesso. Anche se io dovessi trovarmi in pericolo, tu non perdere di vista chi - o cosa - ti sta attaccando. Prima proteggi te stesso, il resto viene dopo."

Lance fu spaventato da quell'ultima regola: immaginare una situazione del genere lo preoccupava. Sarebbe stato in grado di proteggere Keith? Era questo ciò a cui pensava, nonostante il maggiore gli avesse appena detto di non preoccuparsi per lui. Era inevitabile, Lance non poteva controllarlo, era istinto.

Annuì. "Chiaro."

***

Mai la quiete aveva angosciato così tanto Lance, prima di quel momento. Le strade erano deserte, silenziose come una tomba. Keith gli aveva vietato categoricamente di emettere un qualsiasi tipo di suono, e lui stava seguendo le sue direttive con diligenza. Ogni tanto, lungo il loro cammino, si fermavano, colpiti da suoni improvvisi che poi si rivelavano essere solo il fruscio delle foglie, scosse dal leggero vento di quel pomeriggio.

Entrambi tenevano strette fra le dita l'impugnatura delle loro mazze da baseball. Keith odiava quello sport, e mai avrebbe creduto che un giorno sarebbe stato felice di stringere fra le mani uno di quei bastoni. Lo odiava come odiava qualsiasi altra attività di gruppo: gli era sempre stato detto che non era bravo a collaborare, e lui lo riconosceva. Faceva di testa sua, senza consultarsi con nessun'altro: uno dei motivi per i quali lui e Lance avevano avuto difficoltà a relazionarsi. Eppure adesso pareva che il destino gli avesse fatto uno scherzo, perché da quando l'epidemia era cominciata, Keith aveva ringraziato l'universo almeno cento volte, per avergli dato l'amicizia di quei ragazzi.

SURVIVORS - Klance Zombie!AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora