Una nuova studentessa

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- QUELLI DEL PRIMO ANNO! QUELLI DEL PRIMO ANNO! - udimmo gridare Hagrid da lontano.

Una folla di piccoli studenti iniziò ad ammassarsi intorno a quella che doveva essere l'enorme lanterna di Hagrid.

Sorrisi al ricordo del mio primo giorno a Hogwarts, concentrato quasi esclusivamente  sul pensiero della casa in cui potevo essere smistato.

Feci un cenno a Hagrid con la mano e poi mi incamminai insieme agli altri verso le carrozze, appostate poco lontano.

Quando le raggiungemmo, sentii dei nitriti e una nube di polvere mi investii in pieno viso.

Guardai incuriosito nella direzione da cui provenì, ma non vidi niente, solo la lunga distesa di alberi che costeggiava il sentiero poco illuminato.

Così attribuì quella strana presenza invisibile ai Thestral.

Papà mi aveva raccontato che Hagrid allevava un branco di Thestral e che in seguito alla loro rivelazione, durante una lezione di Cura delle Creature Magiche, molti ne furono orripilati e spaventati, sopratutto per il fatto che solo alcuni erano in grado di poterli vedere. Successivamente alla guerra, questo problema divenne quasi del tutto inesistente, e la loro posizione venne riconsiderata.

Oramai, solo le nuove generazione non erano in grado di vederli, eccezion fatta per quella della mia famiglia. Era una strana particolarità che non abbiamo mai voluto rivelare, ma che ci permette di vedere, anche se indirettamente, i Thestral.

Fissai il punto in cui dovevano essere appostati, socchiudendo gli occhi in due fessure e, aggrottando la fronte, mi concentrai intensamente nel visualizzare la loro figura.

Ed ecco che comparvero... li vedevo...erano lì a pochi passi da me che, innervositi dal via vai degli studenti, scalciavano con gli zoccoli, sollevando piccole zolle di terra impercettibili. Allungarono il collo ossuto verso il cielo, scuotendo il capo innervosisti.

Mi avvicinai con cautela e loro abbassarono il capo, facendosi accarezzare. Sbuffarono e dalle narici uscirono sottili nuvole di vapore. 

Sorrisi amorevolmente al Thestral, e continuai ad accarezzarlo, finchè non mi resi conto di quello che stavo facendo.

Immediatamente smisi di accarezzarli e feci ricadere pesantemente il braccio lungo il fianco.

Mi voltai, guardandomi intorno, assicurandomi che nessuno avesse  visto quello che stavo facendo.

Quando costatai che quella era la sola carrozza rimasta e che gli ultimi allievi dovevano ancora risalire la collina,  tirai un sospiro di sollievo, al  pensiero  che non avrebbero in quel modo potuto  vedermi.

Riposi nuovamente l'attenzione sui Thestral e mentre attendevo l'arrivo degli altri, mi misi a osservali pensieroso.

Erano delle creature davvero affascinanti; erano neri cavalli alati, dal muso da rettile e la pelle tutta ossea, erano creature servizievoli e innocue, ma, nonostante ciò, molti ne erano ancora spaventati. 

Era davvero un peccato non poterli vedere veramente. Cercai di sforzare maggiormente la mia mente, ma sapevo per esperienza di non poter ottenere di meglio. Era  come se sui miei occhi venisse calata una sottile patina opaca che mi impediva di focalizzare l'immagine ed era una situazione davvero frustante. 

Il fatto che questo succeda è un avvenimento davvero bizzarro, anche per un mago. Naturalmente sono state avanzate diverse ipotesi al riguardo, ma nessuna era abbastanza convincente da giustificare l'accaduto.

Zia Hermione aveva supposto che forse noi tutti siamo legati da un potente incantesimo.

Aveva anche pensato che forse la progenie di una famiglia di maghi che aveva subito molte perdite e altrettante ne aveva procurate nel corso della Guerra, si era guadagnata la possibilità di poter vedere queste magnifiche creature.

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