Un'impresa titanica

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Sfregai le mani impaziente di cominciare.

- Allora, quale sarebbe il tuo geniale piano? - le domandai pieno di aspettative.

Rose andò a posare lo scrigno e poi si voltò, trafiggendomi con uno sguardo truce.

- James, devi fare quello che dico. - iniziò a dire. - Devi essere concentrato su quello che fai. Basta una minima distrazione e ci lasciamo le penne. -

Annuii e mi feci immediatamente serio.

- Bene... ora fai quello che faccio io. - mi ordinò soddisfatta del mio atteggiamento.

Si posizionò su un lato della scrivania su cui aveva posizionato lo scrigno.

Mi fece segno di sistemarmi sul lato opposto e così feci.

Sfoderò la bacchetta e io la imitai.

- Dunque...a questo punto io comincerò a evocare il fuoco maledetto e tu dovrai aiutarmi a contenerlo. - iniziò a spiegare. - Dopo tu dovrai mantenere da solo il controllo del fuoco. Poi dovrai puntare l'energia in direzione del lucchetto. - mi istruì. - Nel frattempo io userò un altro incantesimo e ti aiuterò a mantenere il controllo del fuoco. -

Annuii per fargli capire che avevo afferato il tutto.

Mi misi in posizione. Pronto a ricevere sulle mie spalle tutto il peso dell'energia di quel fardello, e così fece anche Rose.

Si posizionò e puntò la bacchetta nella mia direzione. Corrugò la fronte per lo sforzo di concentrazione che richiedeva l'incantesimo, e poi mormorò la formula magica.

All'inizio, dalla punta della bacchetta, fuori uscì qualche scintilla rossa. Poi le fiammelle cominciarono a trasformarsi in una scia di fuoco potentissima.

Un'onda di calore mi investii in pieno, penetrandomi nelle ossa. Mi sentii il corpo in fiamme.

Resistetti. E tenendo saldamente la bacchetta, domai l'ondata di fuoco. Ne ridussi le dimensioni, anche se la sensazione di essere arsi dalle fiamme non si affievolì.

Rose e io ci scambiamo uno sguardo di intesa. Mi preparai a ricevere tutto il fardello.

Dirignai i denti. Strinsi saldamente entrambe le mani intorno alla bacchetta e socchiusi gli occhi in due fessure.

Ed ecco che arrivò in tutta la sua potenza. La sua forza energetica mi colpì in pieno, costringendomi ad arretrare di qualche passo per mantenere l'equilibrio.

Strinsi i denti più forte e con tutta l'energia che avevo, cercai di ridurre le dimensioni del falò che si era creato.

Feci un passo avanti e con un ultimo sforzo riuscii a controllare definitivamente il fuoco, concentrandolo in una sottile scia che partiva dalla punta della bacchetta fino a ingrandirsi gradualmente. Riuscii anche a fargli cambiare direttoria e la puntandola in direzione del lucchetto.

Guardai  allarmato verso Rose, in cerca di un aiuto; non potevo resistere ancora per molto.

Rose aveva la fronte aggrottata, gli occhi socchiusi in due fessure, la schiena ben dritta, entrambe le mani strette saldamente intorno alla bacchetta.

Le labbra che si dischiudevano leggermente per mormorare la formula dell'incantesimo.

Gocce di sudore le scendevano lungo il viso, ma non facevano in tempo a percorrere tutta la guancia, che erano già evaporate, per l'intensità del calore emanato dal fuoco.

Incrociai il suo sguardo e mi rassicurò; a momenti sarebbe intervenuta.

Sembrava fossero passate ore, quando, finalmente, una parte del dolore si allevviò, lasciandomi respirare normalmente.

Mantenni la concentrazione e iniziai a osservare il lucchetto di diamante.

Strabuzzzai gli occhi. Dovetti guardarlo due volte, prima di essere certo di quello che vedevo.

Mi voltai verso Rose e le vidi un sorriso soddisfatto stampato sulle labbra. Dedussi, quindi, che vedeva quelli che vedevo io.

Ritornai ad ammirare la scena, meravigliato.

Il lucchetto si stava sciogliendo lentamente, rilasciando un liquido rosso scuro, che colava sul tavolo, corrodendo il legno.

" Che fosse veramente il sangue di Basilisco di cui aveva parlato Rose?" riflettei.

Passò qualche minuto ancora affinché i due incantesimi ebbero totale efficacia, riducendo al nulla quello che una volta era un lucchetto di diamante indistruttibile.

Io e Rose, con un movimento rapido di bacchetta, riuscimmo a fermare il flusso di energia che avevamo prodotto.

Come ci liberano di quel fardello, entrambi ci accasciammo a terra. Schiena contro schiena iniziammo ad ansimare per la fatica.

Passai una mano per asciugare quel poco di sudore che era rimasto imperlato sulla fronte.

Poi riuscii a barbettare con un filo di voce:

- Idea geniale Rose. Come al solito. - sottolineai.

Anche se non mi voltai per accertarmene, ero certo che Rose stava sorridendo compiaciuta.

Mi girai ad ammirare la nostra impresa titanica.

Lungo tutto il tavolo della scrivania era cosparsa una miscela liquida di diamante fuso e sangue di Basilisco.

Provai a sfiorare con il dito lo strano miscuglio. Ma prima che potessi toccare la sua superficie, una mano mi avvolse il polso e mi strattonò il braccio, riportandolo a sbrenzollare inerme accanto al mio fianco.

Rose si frappose tra me e la scrivania, allontanandomi a una distanza di sicurezza.

- Che diavolo stai facendo?! - mi rimproverò Rose, lanciandomi una delle sue occhiatacce inceneratrici. - Sei impazzito?! Quello è sangue di Basilisco! - mi ricordò irritata per la mia incoscienza. - Basta che una sola goccia venga a contatto con la tua pelle e sei spacciato! -

Poi si voltò ad osservare lo strano miscuglio e analizzò la situazione.

Dopo di che si alzò e si dirise verso un polveroso baule. Tornò con in mano due paia di guanti di pelle di drago.

Me ne porse un paio mentre lei si stava già infilando l'altro. Li presi confuso e la imitai infilandomeli anche io.

La guardai con aria interrogativa e lei rispose alle mie domande mute.

- Per sicurezza. Non sono nemmeno sucura che funzionino, ma sempre meglio di niente. -

Prese la bacchetta in mano, mormorò un altro incantesimo. Vidi il liquido argentato-rossastro spostarsi come attratto da una calamita, fino a formare un ammasso compatto di sostanza. Rose la fece librare sopra le nostre teste e la sistemò all'interno di un contenitore, che aveva già preparato in precedenza. Lo sigillò per bene e lo fece depositare su uno scaffale lontano, ammassato insieme a tanti altri strani barattoli di vetro.

La mia attenzione passò nuovamente su Rose, che nel frattempo si era allontanata per prendere lo scrigno.

La raggiunsi. Posizionammo entrambi le nostre mani sul coperchio dello scrigno. Ci scambiammo uno sguardo d'intesa e ci decidemmo ad aprirlo.

Immediatamente dal cofanetto scaturì una luce violenta che acceccò entrambi, costringendoci ad arretrare di qualche passo. Ci proteggemmo dal quel fascio di luce frapponendo tra quest'ultimo e i nostri occhi una mano.

Quando il fascio luminoso scomparve, potremmo ammirare il contenuto dello scrigno.

Di fronte allo spettacolo che ci attendeva rimanemmo senza parole, scioccati.

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