Jordan
Il mio piede sembra voler rompere l'acceleratore per come lo pressa, sento i nervi a fior di pelle, tutte quelle confessioni mi hanno solo dato il voltastomaco e se non ci fosse stata lei adesso quest'essere immondo starebbe annegando nel suo stesso sangue.
<<Jordan dobbiamo arrivarci vivi rallenta>> ruggisce Dylan al mio fianco, e capisco solo allora di star infrangendo ogni limite di velocità.
Rallento di botto e riprendo una guida sicura, ogni tanto guardo dallo specchietto retrovisore per vedere se lei sia ancora dietro di noi, ma ovviamente non c'è andavo troppo veloce.
<<Andavi troppo veloce ragazzo, pensavi davvero che anche lei potesse assumere una guida spericolata come la tua nel suo stato?>> mi beffeggia l'uomo che siede nei sedili posteriori.
Non arriva nessuna risposta da parte mia, tuttavia non appena è ora d'imboccare la strada che ci porta sempre più vicini alla sede della centrale di polizia, sterzo violentemente facendogli sbattere la testa contro il finestrino.
<<Forse così capisci che devi solo tacere>> lo rimbecco frenando poi non appena arriviamo nel parcheggio della centrale.
Faccio un cenno verso mio fratello e poco dopo esce dall'auto portandosi il verme dietro. Dopo circa venti minuti la macchina di Alyce si ferma proprio accanto alla mia, la guardo scendere dall'auto e ancor prima che lei possa fare un altro passo le afferro il polso e la porto vicino a me
<<Dimmi cosa pensavi di fare>> abbaio contro il suo viso
<<Cercare la verità>> mi dice ovvia
<<Pecchi d'intelligenza Alyce, e di furbizia, e ciò che mi sorprende di più è la scelta avventata di mettere in pericolo la tua vita e quella di tuo figlio>> la rimprovero
<<Avevo la situazione sotto controllo>> mi risponde sbuffando
<<Mica tanto, e fortuna che Dylan ti ha fatto mettere sotto stretta sorveglianza il cellulare>> le dico strattonandola leggermente
Un sorriso sbieco compare nel suo viso d'angelo e Dio se le urlerei contro, però comunque cerco di mantenere un tono abbastanza pacato ricordandomi di star parlando comunque con una donna incinta
<<Jordan avevo solo bisogno di sapere la verità>> confessa sconfitta al che le prendo il viso fra le mani e faccio aderire le nostre fronti
<<Non vuol dire che dovevi rischiare la vita per questo>> soffio sulle sue labbra <<Non me lo sarei mai perdonato>> confesso
I nostri occhi s'inchiodano l'uno all'altra, ed è come se il tempo in questo istante si sia fermato, vorrei rimanesse sempre così, fra le mie braccia, è come se la mia anima si stesse lacerando man mano che lei si distanzia da me
<<Tutto questo è sbagliato Jordan>> mi dice con un fil di voce
<<Sei la donna di mio fratello, è stato sbagliato fin dal principio>> le dico <<Ma ciò non mi ha fermato Alyce, e non mi fermerà sapere che il figlio che tu porti in grembo è suo>> continuo
<<Ma deve metterti dei limiti...>>
La guardo negli occhi ed è come se m'implorasse di non lasciarla, il suo corpo vuole me, vuole rimanere con me, ma la sua bocca dice ben altro
<<Per un momento ho sperato che questo figlio fosse mio>> le confesso
Lei dal suo canto si stacca definitivamente da me, mettendo una distanza tale da non poter più sentire il suo fiato sul viso.
<<Ma non lo è>> s'impunta
<<E' come se tenessi a precisare questa cosa>> noto mettendomi dritto
E' come se anche lei cercasse di convincersi della cosa, come se avesse paura di far passare un messaggio sbagliato.
<<Perché è suo questo bambino vero?>> chiedo facendo un passo verso di lei
Non arriva nessuna risposta da parte sua, fa solo un passo indietro, sento l'aria venire meno quando svia il mio sguardo e continua a non arrivare nessun tipo di affermazione.
<<Perché tu se questo bambino fosse mio me lo diresti Alyce>> le dico ancora. E più mi avvicino più lei si allontana <<Guardami in faccia e dimmi che non è mio>> le ordino
Lei alza finalmente gli occhi e mi guarda, l'espressione dura e inespressiva <<Cosa ti fa credere che sia tuo?>> la voce sottile <<Che futuro potresti garantire tu a questo bambino?>> chiede ancora lasciandomi senza parole.
<<Se davvero fosse mio, sai perfettamente io farei di tutto per garantirvi un futuro splendente>> la rimbecco duro
<<Peccato che sia di Dylan allora Jordan>> m'incalza per poi voltarmi le spalle e entrare in struttura.
Rimango a fissare il punto in cui era lei, e l'idea malsana di scavare a fondo in questa storia mi balena in testa, ma non ne ho il diritto, così decido di rientrare in auto e andare verso casa mia. Non so se questo bambino sia davvero mio, ma avrò una risposta e fermerò qualsiasi decisione abbia preso in merito. Non intendo rinunciare a qualcosa che può darmi finalmente la felicità che bramo soprattutto se questa mi viene data dalla donna che amo, e non accetto che mi venga portata via per paura o per puro egoismo.
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~Criminal Love~
RomanceIstanbul e una città troppo grande per un giovane avvocato alle prime armi.. Magari le cose cambiano.