Sono stata avventata, stupida, irragionevole e oserei dire anche una completa ingenua, non ho pensato alle conseguenze che potrebbe portare questa convivenza forzata, non ho riflettuto sulle possibilità che la cosa mi si possa ritorcere contro e non lasciarmi via di scampo, così, per prevenzione, se così si può definire ho preso in affitto una piccola casetta in periferia, nascondendo chi sono, la mia famiglia, la mia vita ad una persona estranea e molto pericolosa. Sono sicura di aver fatto la scelta giusta, non vorrei che usasse i miei familiari per convincermi a lasciarlo libero. Manca ancora un'ora prima che lui arrivi e sto cercando di rendere un po' più mia questa piccola dimora. Sono tesa, incredibilmente nervosa, non riesco a stare ferma e la sensazione di star facendo la cosa sbagliata rende le cose più difficili di quanto già lo siano.
<<Basta! Ho bisogno di una doccia>> sbotto ad alta voce, e così facendo mi fiondo in bagno iniziando così a lavare via quella sensazione dalla pelle, mille paure e pensieri invadono la mia mente:<<Come si fermano i pensieri>> mi chiedo ancora una volta parlando fra me e me
<<Smettendo di pensarci>>
Un'urlo improvviso esce dalle mie labbra quando capisco che lui è dietro di me sprovvisto di vestiti. I miei occhi ricadono sul suo addome scolpito e la pelle olivastra, cerco di mantenere i miei occhi più alti possibili e senza nemmeno sfiorarlo per sbaglio fuggo via dal box doccia coprendomi col primo asciugamano che trovo appeso.
<<Saresti dovuto essere qui tra un'ora>> ringhio tra i denti voltandogli le spalle
<<Abbiamo fatto prima>> mi deride lui
<<E chi ti ha dato il permesso di entrare in bagno mentre io ero sotto la doccia>> chiedo arrabbiata, uscendo poi dalla stanza seguita dalla sua risatina
<<Beh pensavo che facesse parte del tuo piano per farmi collaborare con quei due idioti>> ribatte lui <<E poi avevo bisogno di una doccia>>
Inspiro ed espiro profondamente contando fino a mille per calmarmi e mi chiudo in camera da letto. Non posso credere che sia entrato in doccia, come ho fatto a non sentire il rumore dei suoi passi, troppo assorta dai miei pensieri. Mi vesto velocemente e con ancora i capelli bagnati lo raggiungo in cucina dove lo trovo impegnato a cercare credo qualcosa da poter mangiare.
<<Dobbiamo pattuire delle regole per una convivenza civile e facile per entrambi>> dico portandolo a voltarsi verso di me
<<Ti sei vestita?>> chiede ghignando
<<Sono seria! Non puoi entrare in doccia se ci sono già io, soprattutto non si cammina nudi per casa e se solo provi->>
<<La pipì posso farla oppure è vietata anche quella?>> m'interrompe facendomi sbuffare
<<Non so come sei abituato... Ma io non amo che la mia privacy venga violata>> ribatto duramente.
Mi si avvicina con la grazia di un felino prendendo un contatto visivo a cui non sono capace di sottrarmi, lo ammetto i suoi occhi hanno un nonsoché di meraviglioso, questo nero intenso sarebbe capace di mandare in confusione anche mia madre. Quando mi rendo conto che è fin troppo vicino faccio un passo indietro e lo supero per poter scappare alle sue grinfie.
<<Avrai un cellulare, che ovviamente terrò sotto stretto controllo, c'è un giardino nel retro della casa dove puoi allenarti o anche solo uscire a pensare...>> l'ultima frase esce quasi in un sussurro, lo vedo da come mi guarda che sa dove voglio andare a parare
<<Pensare che sia una buona idea dirvi tutto ciò che so, perché credi sia la cosa giusta da fare?>> chiede semplicemente
<<Perché penso che tu possa migliorare la tua vita, perché spero che tu possa renderti conto che non è quella la strada giusta, versare sangue, punire, uccidere non ti porterà a niente>> dico semplicemente
STAI LEGGENDO
~Criminal Love~
RomanceIstanbul e una città troppo grande per un giovane avvocato alle prime armi.. Magari le cose cambiano.