Capitolo 25

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<<Mi raccomando, qui scoppia una guerra al giorno, cercate di stare tutti calmi>> dico con lo sguardo di tutti addosso.

<<Tranquilla, ci pensiamo noi ragazze a tenere occupati questi pigroni... non avranno il tempo nemmeno per mandare un messaggio>> mi risponde Costanza.

<<Bro, io scapperei all'istante ma ho paura che ci ammazzino dopo>> sussurra Diego a Gian.

<<Non ci conviene, anche se sarà una settimana di schiavitù...>> gli risponde lui.

<<Vi sentiamo e comunque, proprio perché ci volete troppo bene, non riuscireste a lasciarci con mille cose da fare dato che la signorina qui vuole una festa fantastica>> dice Giada guardandomi.

<<Non voglio mica la festa di una principessa>>

<<Lo sarà, ce ne occupiamo noi>> dice Kekka.

<<Allora noi andiamo adesso che è tardi>> dice Lele.



<<Non oso neanche immaginare che combineranno in questi giorni>> dico a Lele ridendo. Siamo seduti sui sedili di un ennesimo treno Milano-Napoli.

<<Poveri ragazzi, ho paura io per loro. Una settimana agli ordini di tre ragazze, senza contare Elisa e Marta>>

Scoppio a ridere <<Effettivamente... tu non sei come loro però>> mi poggio sulla sua spalla e lui mi lascia un bacio tra i capelli.

<<Perché?>>

<<Non ti lamenti se ti obbligo a fare shopping, se qualche volta mi piace darti ordini>>

Scoppia a ridere <<Solo perché sei tu>>

Mi sposto per guardarlo, il viso illuminato dal sole che attraversa il finestrino; quel sorriso che mi ha fatto innamorare sempre presente sulle delle labbra che bacerei ogni istante; gli occhi chiari che mi trasmettono amore con un solo sguardo; quei capelli biondi che accarezzerei tutto il giorno.

<<Perché mi guardi così?>>

<<Sei bellissimo – mi avvicino e gli dono un bacio delicato sulle labbra – Ti brillano gli occhi>>

<<Perché sono felice>>

<<E a cosa è dovuta tutta questa felicità?>>

<<Siamo insieme, liberi, senza nessuno che ci opprime e ci rovina le giornate. Essere felici è il minimo, no?>>

<<Allora farò in modo che nessuno ci rovini più le giornate, mi piace questo Lele che diffonde felicità>>



<<Dove vuoi andare adesso?>>

<<Seguimi, ti faccio conoscere delle persone>> gli prendo la mano con la mia mentre con l'altra trascino la valigia.

<<Devo preoccuparmi?>>

<<Tranquillo, ti adoreranno di sicuro>>

<<Ma chi sono almeno me lo dici?>>

<<No, adesso vedi. Siamo quasi arrivati, è quella casa in fondo alla strada>> mi fermo e gli indico una villetta.

<<Ma staremo lì in questi giorni?>>

<<Penso di sì. Non sanno del mio arrivo ma ci faranno dormire lì di sicuro, anzi, ci obbligheranno – rispondo ridendo – Amore, sono delle persone adorabili>>

Si ricomincia su quel trenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora