Capitolo 2

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Arrivati a Milano andammo all'hotel per posare le valigie per poi andare al Duomo.

<<Ho sempre desiderato di vedere il Duomo>> esclamo.

<<Shopping o gelato?>> propone Annalisa.

<<Entrambi>> dicono Giada e Costanza insieme. Scoppiamo a ridere.

<<Facciamo un po' di shopping e poi ci fermiamo a prendere un gelato?>> dico.

<<Per me va bene>> dice Kekka.

Dopo due ore passate tra vari negozi decidiamo di andare a prendere il gelato.

Ci dirigiamo verso un bar con alcuni tavolini all'esterno. Prendiamo i gelati e ci sediamo. Mentre mangio il gelato però alcuni pensieri continuano ad assalirmi. Questo posto mi sembra così familiare, è come se ci fossi già stata. All'improvviso alcune scene mi compaiono davanti agli occhi.

Io e Lele che prendiamo il gelato seduti esattamente a questo tavolino per poi scattarci una foto.

Io, Lele e le ragazze che parliamo tranquillamente e poi l'arrivo di Tancredi e Giulia e la litigata.

Io e Lele che parliamo e lui che mi racconta di voler andare a casa Q4 per parlare con gli altri e cercare di ritornare il gruppo di una volta.

Io che parlo con le mie amiche del mio litigio con Lele finché non mi arriva una chiamata.

Io che mostro un anello alle ragazze mentre con l'altra mano stringo quella di Lele e lo guardo negli occhi sorridendo.

Io, le mie amiche, Ros, Elisa, Marta, Cecia, Zoe che chiacchieriamo e ridiamo.

Tutti insieme che ridiamo e scherziamo come un vero gruppo di amici.

È lo stesso bar. Ne sono certa, è lo stesso bar in cui andavamo sempre nel mio sogno.

L'anello. È lo stesso anello che ho trovato tra le mie cose quando sono tornata a casa dopo l'incidente.

Io non sono più certa che ciò che mi hanno raccontato sia vero. Non voglio illudermi di nuovo ma non è possibile che sia stato tutto così reale, così preciso nei dettagli da ricordarmi ogni preciso istante passato con lui, con loro, con tutti. Non può essere così realistico da essere un sogno, meraviglioso ma finto. O meglio non può essere così vero da essere il sogno più bello della mia vita. Perché si sa i sogni dopo un po' li dimentichi ma i ricordi no, quelli restano. Li metti da parte ma ogni tanto riaffiorano.

Ho gli occhi lucidi, le mani hanno iniziato a sudarmi e a tremare.

<<Gina, ei>> mi richiamo le mie amiche.

Mi volto verso di loro ritornando alla realtà.

<<Non può essere...>> dico con voce bassa e insicura.

<<Cosa non può essere?>> mi chiede Giada.

Mi volto verso di lei <<È tutto così perfetto, così identico al sogno. In questo bar ci sono stata molte volte nel mio sogno e le ricordo tutte. Com'è possibile? Com'è possibile che non riesco a dimenticare?>> dico mentre le lacrime cominciano a scendere, a rigarmi il volto per poi bagnarmi le labbra rosse per il freddo.

Giada mi abbraccia, mi stringe a sé cercando di calmarmi <<Vorrei tanto aiutarti ma non lo so>>

<<Perché deve fare così male? Perché? Se era tutto un sogno perché continua a ritornarmi in mente? Perché non riesco a dimenticare?>>

<<Non lo so... non lo so...>> sussurra Giada.

<<Gina, guardami - mi dice Costanza avvicinandosi a me - Se non riesci a dimenticare forse vuol dice che non devi dimenticare, che è qualcosa d'importante. Tu trova un modo per continuare a ricordare senza soffrire>>

Annuisco leggermente.

<<Fai quello che più ti piace e liberati dai pensieri>> mi consiglia Annalisa.

<<Per qualche volta è meglio lasciarsi andare e non pensare>> dice Kekka.

Tornammo all'hotel e decisi di rilassarmi un po' mettendo la musica e leggendo. So che è strano leggere e ascoltare musica contemporaneamente ma ci riesco e mi rilassa. Stavo leggendo un libro riflessivo, il genere adatto al mio stato d'animo attuale, quando un capitolo mi colpì particolarmente. Sembrava perfettamente identico alla mia situazione. Secondo l'autore ciò che sogniamo nasce non solo da quello che desideriamo ma anche dai ricordi, da eventi accaduti o che accadranno in seguito. Questo però conferma la mia opinione: non era un sogno. È tutto così confuso e disordinato. Non so se credere alle mie amiche e confermare che era un sogno oppure cercare di capire qual è la verità. Ho bisogno di riordinare i pensieri.

Prendo un foglio e inizio a disegnare. Disegno una ragazza, metà all'ombra e metà alla luce, indecisa su quale strada prendere. Il buio, le bugie e le persone. Sinceramente non so se fanno più male le bugie o le persone. La luce, la verità e la libertà. Apparentemente sceglieremmo tutti la luce: chi non la preferirebbe? Chi non preferirebbe verità e libertà alle bugie e al male delle persone, la vita alla morte dell'anima e dei sentimenti? Inutile mentire, nessuno. Eppure la luce ha anche i suoi difetti: la solitudine, la nostalgia. Perché la solitudine e la nostalgia? Perché sarebbero poche le persone realmente buone che ci resterebbero accanto e ci sentiremo terribilmente soli, aumenterebbe il senso di colpa. Cominceremmo a pensare di aver sbagliato, di aver fatto la scelta sbagliata, di star meglio con le persone anche se cattive, anche se false. Pensateci bene: molte volte tutte le persone che si sono rivelate false ai nostri occhi dopo averci illuso non ci hanno minimamente colpito o sorpreso perché noi già sapevamo quello che erano realmente solo che la paura di rimanere soli ci ha spinto a fidarci e continuare ad andare avanti. Il nostro unico pensiero era "meglio avere qualcuno accanto che essere soli", peccato che quando si ha accanto solo persone false e cattive è come essere soli: quando avremo bisogno di loro non ci saranno e saremo ancora più soli perché un pezzo di noi se ne sarà andato insieme a loro. Alcune volte si prova più dolore nel bene che nel male.

Si ricomincia su quel trenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora