Capitolo 16

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Draco osservava pensieroso la luna, aveva lasciato Hermione dormiente e si era avventurato all'aperto.
Aveva bisogno di riflettere, era appena arrivato un gufo di Lestrange, nessuno se ne era accorto, tutti dormivano. La cosa insolita era che il pennuto portava un messaggio per lui e non per suo padre.
Il contenuto della lettera lo aveva sconvolto e ribaltato il suo mondo, perchè ora sapeva la verità, sapeva che doveva morire, perchè gli altri potessero vivere liberi per sempre dal signore Oscuro.
Si sarebbe dovuto sacrificare.
Stringeva con forza quel foglietto che gli aveva appena distrutto la vita

– Hermione, come avrei voluto...- Il suo sussurro si perse nel silenzio del bosco.
Rabbioso lanciò il messaggio in mezzo ad un cespuglio e tornò verso la tenda da cui si era allontanato, ignaro di due occhi verdi che lo avevano fissato allontanarsi.
Perplesso, Harry si fece avanti e raccolse il biglietto. L'arrivo del gufo lo aveva svegliato e aveva notato Malfoy precipitarsi fuori dalla tenda con un'espressione tempestosa. Aprì il foglio spiegazzato e lesse.


Draco, figliolo,

Non abbiamo mai avuto un rapporto molto stretto noi due, ma
questa informazione è solo per le tue orecchie.
Non ti consiglio di condividerla e soprattutto con i tuoi familiari. Tuo padre non lo accetterebbe mai...
Mi spiace, più di quello che immagini..
Non esiste un modo facile di dirtelo, ma devi sapere...
Sono rimasti due soli Horcrux,
uno è Nagini, l'altro.. Sei tu...
Ti ha scelto come tale quando avevi pochi mesi, tuo padre lo aveva nascosto al
manor, lui trovò divertente l'idea. Nessuno avrebbe mai pensato a te.
Adesso che sai, sai anche cosa devi fare. Tutti gli horcrux devono essere distrutti.. Mi spiace.

R. L.


Gli occhiali gli caddero sul naso, a bocca aperta lesse e rilesse il messaggio.

- Oh Merlino...- Quando raggiunse la tenda, Draco era già a letto abbracciato ad Hermione, avrebbe voluto parlargli, ma non voleva svegliare gli altri.
Lestrange aveva ragione, nessuno doveva sapere, Hermione soprattutto.
Andò a dormire anche lui, ma non riuscì a chiudere occhio, Draco non gli era mai piaciuto molto, ma il suo destino era crudele ed inaccettabile, gli dispiaceva per lui e avrebbe voluto poter fare qualcosa.

Il suo pensiero andava ad Hermione, la sua " sorellina ", e alla bimba che lei portava in grembo. Che amaro destino, orfana ancor prima di nascere.
Mentre si rigirava inquieto nel letto, la mente vagava

"Già, fosse facile... Ma come si fa... C'è un solo modo di distruggere gli horcrux.. Maledizione..- Pensò rivoltandosi per l'ennesima volta nella sua branda.

La mattina dopo nella tenda aleggiava un'atmosfera serena, ognuno aveva l'intima certezza che potevano farcela, che avrebbero avuto la loro occasione e, vinto Voldemort, avrebbero potuto tornare ad una vita normale. Persino Severus con la sua perenne aria corrucciata esibiva un'aria soddisfatta. Nessuno si accorse che Draco non condivideva la gioia degli altri, che i suoi sorrisi e le sue battute erano forzate. Era bravo a mascherare i suoi sentimenti, nulla traspariva, solo una persona capì e rimase in silenzio.

- Adesso tocca a Nagini! - Borbottò Ron con la bocca piena, mentre faceva colazione.

- Sarebbe meglio trovare l'altro horcrux prima, Nagini è troppo vicina a lui, non possiamo raggiungerla senza dover affrontare Voldemort.-

- Si, ma forse si potrebbe... - ribattè Hermione.

Draco silenziosamente uscì all'aperto e si allontanò, le parole di Severus gli rimbombavano dentro.
Fissando con aria assente il laghetto, si passò una mano tra i capelli, si sentiva impotente, vittima di un oscuro destino.
Lui voleva vivere, vedere la nascita di sua figlia, amare Hermione ancora e ancora, voleva un altro figlio, un maschio la prossima volta, voleva vederli camminare, dire la prima parola, sposarsi, voleva invecchiare con lei. Non voleva morire...
Una mano gli si poggiò sulla spalla e una voce gli disse

– So esattamente come ti senti. E' tutta la vita che mi sento così. Sospeso..con una spada di Damocle sul capo.. -
Lui si voltò di scatto, Harry era lì, sapeva, la sua espressione era lampante.
Come aveva fatto a capire non lo riusciva a immaginare, disse solo una cosa

– Non dirlo a lei..-
Lui annuì. - cosa pensi di fare? -

Draco fece una smorfia – tu che credi? -

L'altro annuì e strinse la mano sulla spalla del biondo, che continuò mesto

– Non è che abbia tanta scelta vero? - Sospirò – quando sarà il momento, prenditi cura di lei e di mia figlia. Promettimelo, sfregiato.-

Harry strinse le labbra – Hermione è come fosse mia sorella, io ci sarò sempre per lei. Te lo prometto.-
Draco annuì – grazie..- Non era da lui ringraziare, ma di fronte a quello che l'attendeva era come maturato.

- I miei genitori.. So che non dovrei chiedertelo, ma.. - Deglutì riconoscendolo – loro ti vogliono bene, se potessi, ogni tanto, ecco..-
L'altro lo interruppe

– Come ci sarò per lei, ci sarò per loro. Anche io gli voglio bene, non credere. Merlino, non avrei mai creduto di dirlo.. Voglio bene anche a te stupido pennuto e, se osi dire ad anima viva quello che ho detto, ti ammazzo a suon di crucio. -

- Beh, per quel che vale...-

- Malfoy, risparmiami ti prego, è già abbastanza imbarazzante così.. -
Un sorrisetto gli stirò le labbra, poi si fece serio – l'unica cosa che mi fa girare davvero le palle andandomene... E' che il rosso ci proverà con lei, dopo... -
Strinse i pugni, la sua natura si ribellava all'idea, la parte umana pensava che lei dovesse rifarsi una vita, quella veela avrebbe ucciso a questa prospettiva.
Harry interruppe le sue fantasie, notando che gli occhi si erano scuriti

– Draco! Ron non l'avrà. Lei non lo vorrebbe mai, nemmeno tra un milione di anni. Per lei è un fratello come lo sono io, indipendentemente da quello che prova lui. Forse un giorno un nuovo destino le sorriderà, ma di certo non sarà Ron. Stanne certo.-

Draco annuì – Grazie. - Rimase in silenzio un attimo e poi disse – non ti credevo così..-

- Nemmeno io te...-

- Peccato...-

- Si, peccato. A scuola avrebbe potuto essere diverso. - Rispose Harry.
- Già...-

Per non perdere vecchie abitudini con un lieve ghigno disse – ti spiace lasciarmi solo per un po'. Ne ho bisogno. E per favore lei tienimela lontano, solo per un po'. Devo venire a patti...-
- Ci penso io.-
- Attento. La sto escludendo mentalmente, si preoccuperà..-
Harry ribadì – lascia fare a me.-
Ed Harry fu bravo a distrarla, la spinse in un'accesa conversazione sulla possibile tattica da usare nell'ultima battaglia. Ad un certo punto Draco rientrò nella tenda, sembrava sereno, notò Harry, ma aveva una luce triste nello sguardo. " Se soltanto ci fosse un modo.." Riflettè rabbiosamente.
Alla fine delle infinite discussioni Lucius disse – manderò un gufo a Rodolphus. Deve scoprire qual'è il penultimo Horcrux per noi. -
Draco si sentì gelare e si scambiò uno sguardo d'intesa con Potter.
La voce di Severus intervenne – suggerisco di usare il tempo che ci rimane per ritemprare le forze e rilassarci. Ne avremo bisogno.-
Ron osservò – quiddich! Merlino, come vorrei giocare una partita, quello si che mi rilasserebbe.- Piton lo fissò disgustato, voltò le spalle a tutti e se ne andò.
Draco fissò Hermione, il desiderio gli infuocò le vene, la voleva, ora, subito, più a più volte fino a quando non fosse crollato e lei insieme a lui.
Poteva essere l'ultima volta, quel pensiero rese pressante il suo desiderio.
Ognuno si dedicò a quello che desiderava. Ron con la magia costruì un canestro e con una palla da volley, tentò il gioco babbano, non era quiddich, ma poteva essere divertente e coinvolse anche un riluttante Harry.
Narcissa aveva deciso di sperimentare ricette babbane di un vecchio libro di ricette, prestatole da Hermione, che nella sua borsetta incantata trasportava di tutto, e ci stava prendendo gusto. Lucius le teneva compagnia e brontolava sulle deleterie influenze babbane.
Severus stava sintetizzando pozioni incendiarie da usare in battaglia, mezzo crudele e violento, ma efficiente per eliminare più avversari in un colpo solo.
Draco afferrò la mano di Hermione e la trascinò nel bosco.
- Ehi, ma che ti prende? Cosa? - Chiedeva stupita dalla sua urgenza, mentre lui se la tirava dietro un passo dopo l'altro sempre più nel folto del bosco. Lei inciampò in una radice, imprecando – Draco! Ma insomma!-
Lui si voltò di colpo, in un attimo si trasformò e l'afferrò sollevandosi in volo, mentre lei basita gli si aggrappava. Quando intravide una radura sufficientemente lontana si abbassò e, tornato umano, con un colpo di bacchetta trasfigurò un albero in una confortevole tenda, munita di tutti i confort. Hermione si ritrovò senza potere fiatare all'interno, mentre lui le strappava letteralmente i vestiti di dosso e lo stesso faceva con i suoi.
Hermione basita rabbrividì, mentre lo fissava, nudo ed eccitato, esaminarla con uno sguardo voglioso. Gli occhi erano scuri, ma l'aspetto era umano, mentalmente percepiva il suo violento desiderio, era ormai incontrollabile, era come in preda di una frenesia.
- Draco- mugugnò tra le sue labbra, mentre lui la tirava a se con forza. Mentre la baciava con passione, duellando con la sua lingua, le sue mani le strinsero con forza i glutei e li massaggiarono espertamente, spingendola più a contatto con il suo bacino, che le si muoveva lentamente addosso. La sua eccitazione attraverso la connessione le corse dentro accendendola, le sembrava di bruciare, le sue mani si muovevano febbrili sulla pelle liscia di Draco, specchio di quelle di lui che le scorrevano sulla pelle, esplorando, vellicando, stuzzicando e vezzeggiando ogni centimetro. Le sue labbra calde, la sua lingua umida lasciavano scie di eccitazione ovunque passassero. Hermione ormai ansimava senza riuscire a controllarsi, come travolta da un uragano. Non era mai stato così forte, così passionalmente violento il sesso tra loro e lei si faceva trascinare e partecipava allo stesso tempo, rapita anch'essa dalla stessa frenesia di lui.
Quando alla fine entrò in lei, lo fece con forza in un unico movimento, se non fosse stata tanto pronta, tanto ricettiva, le avrebbe fatto certamente male. Invece gemette senza ritegno e poi a seguire, mentre lui si muoveva furiosamente su di lei, aggrappato ai suoi fianchi menava bordate veloci e profonde. Insieme raggiunsero l'apice, insieme gridarono i loro rispettivi nomi, insieme ancora una volta – ti amo! - Poi il silenzio, i respiri ancora affannosi, la tenerezza, l'amore, il sonno. Durante quel lungo giorno nella solitudine di quella tenda Draco fu instancabile e lei ne fu compagna, si amarono con furia ancora, poi con dolcezza e lentamente, per poi ricominciare ancora e ancora.
Hermione avvertiva il bisogno di lei di Draco, lo assecondò e corrispose, non fece domande e non ne avrebbe fatte. La connessione stabiliva un contatto talmente profondo tra loro, che non c'era bisogno di domande o di spiegazioni.
Alla fine crollò in un sonno profondo sfinita, ma soddisfatta come non mai, e si addormentò tra le lenzuola di seta che li avvolgevano. Draco le rimase accanto ad ammirarla, persino stanca, scarmigliata e scomposta era splendida. Merlino, se gli sarebbe mancata... Poi silenzioso si alzò e scrisse una missiva, impiegò svariati minuti per farlo, ma lo riteneva necessario. Poi chiamò il suo gufo, gli legò il messaggio alla zampa e gli diede sottovoce un ordine perentorio, alla fine attivò un incantesimo di connessione tra lui e l'animale. Quando si fosse spezzato, il gufo avrebbe recapitato il suo messaggio. Poi tornò in quel letto con la donna che amava, l'abbracciò e, nascondendo il viso nel suo collo, pianse calde lacrime.

L'alba sorse brumosa e umida, la rugiada brillava sulle foglie, i dormienti venivano richiamati alla coscienza dal canto degli uccellini.
Lucius borbottò maledizioni su di essi come ogni mattina, mentre lentamente la tenda tornava alla vita. Draco ed Hermione non erano ancora tornati, ma non erano preoccupati, avevano immaginato che la coppia avesse ricercato un po' di solitudine. Solo Narcissa a colazione si lamentò del fatto che sicuramente non avevano mangiato nulla. Ron aveva abbassato il viso sul piatto, cercando di evitare di pensare alla amica e a cosa aveva sicuramente combinato. Harry tristemente riflettè che probabilmente sarebbe stata l'ultima volta insieme e Draco aveva fatto bene a ritagliarsi quel piccolo paradiso temporale solo per loro, per Hermione sarebbe stato un ricordo prezioso. Gli occhi gli si fecero lucidi e dovette uscire dalla tenda, non voleva che gli altri se ne accorgessero.
Ma a qualcuno il dettaglio non sfuggì e silenzioso seguì il ragazzo. Raggiuntolo, secco lo fece sobbalzare alle spalle – Potter! Sputa il rospo! Che sta succedendo? -
Lui si voltò di scatto, i suoi occhi tradirono il suo sconvolgimento e Severus Piton ne prese nota.
- Nie..nte – borbottò a disagio, lo sguardo acuto del professore sembrava sezionarlo.
- Ti ho mai parlato di tuo padre, Potter? Era esattamente come te... Tra gli altri insopportabili difetti che ti ha trasmesso, c'è senza dubbio l'assoluta incapacità di mentire. -
Harry sobbalzò a metà tra l'indignazione e l'imbarazzo.
- Quindi puoi farla facile o difficile, ma io saprò cosa nascondi nella tua testa. - Disse giocando distrattamente con la bacchetta. Il sottinteso era chiaro Piton era un abile legilimens ed Harry sapeva di non essere in grado di resistere. Così a spizzichi e bocconi gli rivelò tutto.
Piton non disse una parola ed Harry concluse – gli altri non devono sapere, la prego. Draco si è raccomandato. Soprattutto Hermione..-
- Capisco...- Senza aggiungere altro gli voltò le spalle e fece per avviarsi – ovviamente non dirò una parola. Puoi stare tranquillo. Questa volta sei riuscito a sorprendermi, ragazzo, non in molti ci riescono. -
Mentre l'uomo si allontanava Harry si rese conto che gli aveva fatto un complimento. Sgranò gli occhi stupefatto e Ron lo trovò così con gli occhiali sul naso, l'aria un po' scarmigliata e la bocca aperta.
- Ehi, Harry? - Disse passandogli una mano davanti agli occhi. - Harry??-
- Mi ha fatto un complimento. -

- Chi? -

- Piton! -

La bocca di Ron si spalancò enormente – cosa??-

- Un vero complimento.-

- E' arrivata la fine del mondo. Raccomandiamoci lassù e che abbiano pietà di noi. - Mormorò Ron. Se fosse stato babbano sicuramente avrebbe fatto degli scongiuri.
Mentre stavano ancora lì a fissarsi e Ron chiedeva – ma che ti ha detto esattamente? - Uno schiantesimo si abbattè a pochi centimetri da loro.

- Merlino! - Gridò Ron estraendo la bacchetta, in un attimo la radura divenne un campo di battaglia, gli incantesimi si susseguivano a ripetizione.
Lucius bacchetta alla mano imprecava – hanno aggirato le protezioni! - Mentre scagliava incantesimi con movimenti rapidi e letali.
I mangiamorte erano arrivati, Voldemort in testa con la fida Bellatrix al fianco li guidava, avanzando con la sua espressione da rettile ed il perenne sorrisino fintamente amichevole.

Ron piagnucolò – e non c'è nemmeno Draco! Ma proprio adesso doveva andare a scopare?!-

- Ron! - Il tono di rimprovero di Narcissa era degno di una dama dell'ottocento., - Draco arriverà.-

" Si, come no, in tempo per il nostro funerale. Sono troppi, non ce la faremo mai e poi c'è lui, quello che non deve essere nominato. Draco, se non arrivi in tempo, giuro che ti verrò a tirare le piume come fantasma".

Severus appellò le ampolle che aveva preparato e le lanciò verso la massa di mangiamorte che avanzavano. Il fuoco divampò in un attimo, molti di loro ne furono travolti, bastava una fiammella e non c'era scampo, gli incantesimi aguamenti non funzionavano, potente magia oscura impregnava le pozioni incendiarie, in un attimo le fiamme crearono una muraglia invalicabile. Il fumo nero si vedeva a chilometri e non sfuggì ai sensi raffinati di un veela.
Lucius e tutti gli altri, schierati in linea di fronte al fuoco, aspettavano calasse per l'ultimo assalto dei mangiamorte. Era la fine, non ce l'avrebbero mai fatta, erano troppi e poi gli ultimi due horcux non erano stati distrutti, uccidere Voldemort quindi era impossibile.
Presto le fiamme si cominciarono ad abbassare, e i mangiamorte a filtrarvi attraverso, i primi li abbatterono facilmente, ma poi i varchi tra le fiamme aumentarono, presto la lotta divenne serrata. In quell'istante palle di fuoco piombarono sui mangiamorte dall'alto ed una nuova bacchetta si unì a quella degli amici. Hermione Granger lanciava incantesimi di attacco come se ballasse, era infallibile, precisa, fredda, una vera duellante. Draco a sua volta stava dando fondo ai suoi poteri e come un angelo vendicatore proteggeva la sua compagna e la sua famiglia, grifoni compresi. Ormai nel suo cuore erano una cosa sola, calore, affetto, famiglia.
Presto le schiere dei nemici si assottigliarono, i poteri di Draco erano straordinari, ad un tratto si trovò a fronteggiare la zia, pazza e pervertita.

- Ah tesoro, dopo tutto quello che c'è stato tra noi? - Disse ironicamente lanciando un avada, che lui prontamente evitò.

- Si, zietta, ma solo nei tuoi sogni - gli urlò di rimando lui.

Si carezzò la guancia deturpata e sorrise malevola, mentre lanciava un nuovo attacco, ma Draco non si fece cogliere alla sprovvista e, rabbioso al ricordo di quello che gli aveva fatto subire, le lanciò una delle sue sfere più potenti, il protego della donna non fu sufficiente, lo scudo cedette e lei fu travolta, il suo urlo si spense nel bosco. Bellatrix Lestrange era morta.

Intanto suo marito in mezzo alla lotta si era introdotto nella tenda e aveva recuperato un oggetto, silenzioso si mosse e raggiunse la sua meta. Nagini strisciava sibilante alle spalle dei mangiamorte, apparentemente al sicuro, si preparava a cibarsi delle vittime dello scontro, ma lui le arrivò vicino, la spada grifondoro stretta in pugno. Un attimo dopo la testa del serpente era stata tranciata dal collo. Voldemort con un urlo crollò in ginocchio, Harry altrettanto, e fu Severus a proteggerlo mentre si riprendeva.

- In piedi Potter. Non fare il "mollaccione" come tuo padre!! - Gli intimò aspro. Lui ringhiando si sollevò e riprese a combattere, mentre Piton ghignava e lanciava avada senza alcuno scrupolo.
Draco dall'alto vide la morte di Nagini ed il gesto d'intesa di Rodolphus, che iniziò a colpire i suoi stessi compagni, aiutandoli nella lotta.

Le lacrime rigarono il viso di Draco mentre finiva gli ultimi mangiamorte, il momento era arrivato, non poteva più attendere.

"Potter, fa che il mio sacrificio sia valso a qualcosa, uccidi quel mostro schifoso."

Poi volontariamente si parò davanti ad Hermione e, facendole scudo con il suo corpo, quando invece avrebbe potuto facilmente proteggerla diversamente e senza esporsi troppo, si prese in pieno l'avada kevadra scagliato dal mangiamorte. Crollò senza un suono a terra, dove in un attimo tornò umano, prima di esalare l'ultimo respiro.

Il grido di angoscia di Hermione gelò l'aria, accorse al suo fianco coperta da Piton e Ron, angosciata lo chiamò disperata

– NOOOO..DRACO!! RISPONDIMI TI PREGO! AMORE, NON LASCIARMI! - E poi a voce più bassa – non lo sento, non lo sento più, è....andato....- Si piegò in due singhiozzando – perche?! Perchè ti sei messo in mezzo?! Bastava solo una sfera, solo una...-
Narcissa le cadde in ginocchio al fianco

– Draco, bambino mio. - Lacrime infinite le correvano sul viso. Lucius Malfoy uccise l'ultimo mangiamorte e le raggiunse, alla vista di suo figlio esanime la bacchetta gli sfuggì di mano – cosa ho fatto? E' tutta colpa mia.-
Harry ad una certa distanza distolse lo sguardo dalla scena e fissò il suo nemico.

"Amico mio, ti giuro che ti vendicherò. Oggi qui Voldemort finirà, lo giuro." Poi lanciò il primo incantesimo

– Avada Kevadra!!-

Voldemort ghignando contrattaccò – cosa credi di fare, ragazzino, contro il più grande mago oscuro di tutti i tempi, eh? -

- Quello che deve essere fatto. -
Ron fece per accorrere in soccorso dell'amico, ma la mano di Severus lo trattenne
– non sei all'altezza, ti faresti solo ammazzare e gli saresti d'intralcio. Si esporrebbe per proteggere te. Lascialo fare. Sa quel che fa.-
Ron stupefatto si voltò verso l'ex professore, mai avrebbe creduto di sentirgli proferire simili elogi nei confronti di Harry.

- Piuttosto, cerca di essere di aiuto alla tua amica.-

Ron guardò Hermione che pallidissima e piangente si aggrappava al corpo di Draco. La raggiunse e, inginocchiandosi, la spinse a sollevarsi e la strinse in un abbraccio

– Shhh, sono qui. -

-Ron! Lui..-

-Shhh... Lo so..-

- Lui...Oh Ron! - Gli si aggrappò e singhiozzò disperata.
Lucius con il viso bagnato e sconvolto fece lo stesso con la moglie – Cissy-

- Oh Lucius, il mio bambino..-

Lui la strinse come un disperato a se. Draco, il suo unico figlio era morto.
Hermione stringeva il corpo esamine del marito, lo cullava avanti ed indietro, mentre le sue lacrime le inondavano il viso, scivolando lungo le gote ed andando a fermarsi sul volto pallido del ragazzo.

Pronunciava flebile il suo nome, chiamandolo come se fosse una nenia

- Draco..Draco..Draco.. - Il suo cuore si era spaccato ed in mille pezzi le doleva nel petto.
Intanto nel bosco gli incantesimi si susseguivano, Piton seguiva con attenzione l'evolversi dello scontro e gli sembrava, un colpo dopo un altro, che i poteri del suo ex alunno stessero aumentando esponenzialmente. Ogni incantesimo era più potente del precedente e Voldemort era in difficoltà.

- Usare un bambino come Horcrux, sei un mostro! - Gli ringhiò ad un certo punto. E Severus comprese, la morte di Draco aveva agito come catalizzatore, Potter era spinto dalla rabbia e dal dolore per il sacrificio dell'amico e su quelle ali i suoi poteri erano esplosi.

Alla fine Voldemort crollò – AVADA KEDAVRA! - Esclamò la voce di Harry, colpendolo in pieno petto
Il mago oscuro che aveva semidistrutto il loro mondo era finalmente morto, battuto da un ragazzo.

"Lily, guarda tuo figlio.." Pensò l'uomo con gli occhi lucidi, che in ginocchio guardava quel coraggioso ragazzo.

Harry, ferito in più punti, sfinito, sconvolto, con gli abiti stracciati lo raggiunse.

- Andiamo da Draco, Severus.-

L'uomo annuì, gli poggiò una mano sulla spalla, quasi a sostenerlo, e raggiunsero i loro amici.

- Abbiamo vinto. E' morto.- La voce di Piton risuonò nel silenzio. Attorno a loro morte distruzione, Rodolphus Lestrange li raggiunse in quel momento.
Un gufo giunse all'improvviso, Narcissa lo riconobbe, - è quello di Draco! -
Si era poggiato sul braccio di Lucius che prese il messaggio, lo aprì con dita tremanti.

- E' di Draco, ha la data di ieri. -



Cari genitori, Hermione amore mio,


ho il cuore pesante in questo momento per quello che devo dirvi,
per quello che dovrò fare,
eppure è anche pieno di gioia,
ho trascorso la notte più straordinaria della mia vita con la donna che amo e questo vale tutta una vita, quella che non potrò più vivere.

Se leggete questa mia, significa che tutto è accaduto e io sono morto.
Vi chiedo perdono, ma non ho potuto dirvi la verità, come avrei mai potuto dirvi che io ero l'ultimo horcrux? Ho preferito che foste sereni fino alla fine, ignari del mio amaro destino. Lo zio Rod vi spiegherà i come e i perchè, ma a me preme solo dirvi quello che non vi ho mai detto.
Madre, padre vi voglio bene e ve ne vorrò sempre ovunque io mi trovi.

Hermione, mio unico amore, ti amo tanto che il pensiero di lasciarti mi uccide.
Perdona quello che sono stato e ricordami come sono diventato. Ricorda le ultime ore che abbiamo trascorso insieme e racconta di me a nostra figlia.
Raccontale di suo padre, di come grazie al tuo amore è cambiato.
Vivi, amore mio, vivi per te e per nostra figlia.
Un giorno forse un nuovo destino ti sorriderà, non respingerlo se dovesse accadere, sii felice.
Io lo sarò per te, da lassù veglierò sempre su di voi. Ti amo. Vi amo.

Addio.

Con amore

Draco



Un silenzio di tomba cadde sui presenti, Hermione si teneva premuto un pugno sulla bocca, Narcissa aggrappata al braccio del marito a terra a fianco del corpo del figlio sembrava una statua, solo le lacrime silenziose continuavano a cadere.
Draco Malfoy era morto, grazie al suo sacrificio Voldemort era stato sconfitto. Ron, tenendo stretta Hermione, fissando il ragazzo che aveva odiato, mormorò

– Miseriaccia, stupido serpeverde, ora come faccio io a competere con te, me lo spieghi? Stupido!! Farti ammazzare così. - Le lacrime gli rigavano il viso, mentre il dolore per un amico, che non sapeva fosse tale, gli bagnavano le gote.
Harry cadde in ginocchio a terra accanto a loro e strinse Hermione e Ron in un unico abbraccio. Il magico trio era tutto lì, tre ragazzi dolenti, uniti ancora una volta, anche se nel dolore per una vita persa, un amico, un amore, un figlio.
Draco aveva compiuto un atto d'amore sacrificandosi, aveva donato la sua vita in cambio di migliaia, sperando di non averlo fatto invano, guardava sereno la moglie e sapeva che per lei ci sarebbe stato un futuro radioso.

The secret of Malfoy |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora