Capitolo 4

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Il mondo magico era squassato dai continui attacchi dei mangiamorte che, per assurdo, si erano spinti fino a colpire i babbani.La maggior parte dei negozi in Diagonalley erano chiusi. Mentre i raid, nel mondo non magico, passavano come attacchi terroristici, ma chi sapeva ne riconosceva la mano.

Harry e Ron, erano alla ricerca degli horcrux, i due non sostavano mai per più di ventiquattrore nello stesso posto. Piantavano la tenda, mettevano protezioni intorno e la mattina successiva si spostavano nuovamente. Entrambi i ragazzi erano preoccupati per Hermione, che sembrava sparita nel nulla. Non si era presentata alla tana e, quando i mangiamorte avevano fatto irruzione, lei non c'era, e loro si erano dovuti smaterializzare facendo perdere le traccie, ma sopratutto solo loro due, lasciandosela alle spalle. I giorni passavano lenti. Oramai le condizioni climatiche stavano cambiando, spesso la mattina la nebbiolina avvolgeva tutto e l'umidità penetrava nelle loro ossa. Ed il loro pensiero andava a lei, si ponevano mille domande a cui però non avevano risposte. Speravano che li raggiungesse, anche se non era certo facile trovarli. Ma avevano fiducia nel suo cervello, quello della studentessa più brillante della storia della scuola di magia.

Il manor era ormai diventato il "covo" di Voldemort ed i suoi seguaci, con la sua antica magia era un caposaldo inespugnabile. Offriva tutta la protezione necessaria e garantiva un ambiente raffinato e di lusso, che l'Oscuro pareva apprezzare molto. Gli elfi correvano al primo cenno, le cucine al lavoro ventiquattro ore su ventiquattro fornivano dalla colazione alla cena piatti della migliore tradizione culinaria del mondo ed i Malfoy erano dei padroni di casa inappuntabili, anche se non felici dei loro ospiti.
Per quanto Narcissa sapesse fingere, avrebbe schiantato volentieri tutti quei profittatori, compresa la sorella con il marito, che sembravano essersi accampati a casa sua e si comportavano come se fossero i padroni, aggirandosi nell'antica dimora.

Bellatrix, non perdeva d'occhio il nipote, ne era oscuramente attratta, impensabile, inammissibile, ma nei suoi sogni segreti campeggiava la sua figura. Nell'ultimo anno nel corpo magro del ragazzo si stava delineando l'uomo, i tratti morbidi dell'adolescenza lasciavano il posto ad un fisico più maturo. Era così affascinante, attraente, stuzzicava quella parte di lei che aveva nascosto in profondità e che nemmeno suo marito aveva mai visto.
Draco era il suo sogno perverso. Se solo l'avesse sospettato, quest'ultimo non ci avrebbe pensato due volte ad avadakevadrizzarla.
Spesso si trovava a fare sogni erotici sul biondo nipote. Tuttavia per apparire davanti al Lord, lo avrebbe offerto su di un piatto d'argento se necessario, dal suo canto Lucius faceva altrettanto, non vedeva l'ora che lei sbagliasse per levarsela dai piedi.

Sua cognata non gli era mai piaciuta e non era certo un segreto; inoltre non gli piaceva come guardava suo figlio, un tempo aveva guardato lui in un modo simile, ma lui le aveva preferito Narcissa, e Lucius temeva che non avesse dimenticato lo smacco subito, e volesse prendersi una rivalsa nei confronti di Draco. Ed oltre a questo si rendeva conto che Bellatrix subiva l'influenza irresistibile della natura di Veela di suo figlio, e questo su di un soggetto come lei poteva creare problemi a non finire. Quella donna era estremamente pericolosa.
Il soggiorno ad Azkaban aveva risvegliato il lato folle della donna, era sempre stata diversa dalla sorella, in lei risiedeva un lato sadico, che con l'ascesa dell'Oscuro si era accentuato.

Narcissa aveva mandato a chiamare Severus, doveva parlare con lui, oltre ad essere il padrino del ragazzo era il suo mentore, e i suoi consigli erano sempre stati preziosi. Ed ora più che mai ne aveva bisogno. In fondo il patto infrangibile che avevano fatto, era ancora valido.
La vita al manor era scandita da chi ci viveva, divisa tra doveri ed ordini. La paura era palpabile, l'Oscuro sembrava muoversi in silenzio tra quelle mura, strisciava proprio come Nagini e spesso lo si vedeva apparire etereo, come fosse un fantasma. Il suo viso glabro, i suoi occhi dal taglio quasi orientale, senza un profilo vero e proprio, perchè privo di naso, il suo colorito perlaceo, quasi trasparente sembrava riflettere la luce fioca delle candele. Non si curava di chi lo circondasse, per lui era un suo diritto godere di quello che gli veniva offerto, anche se indirettamente.
In quel momento, aveva altre gatte da pelare, che occuparsi del giovane Malfoy e la mente del trio, sembrava essersene dimenticato. Stava puntando alla conquista del ministero ed era primario scoprire dove si nascondeva il bambino sopravvissuto.

Dal suo canto Draco cercava di passare inosservato, non voleva attirare l'attenzione su di se e di conseguenza sulla sua " sposa ". Sembrava camminasse sulle uova, proprio in casa sua.
Girava intorno ad Hermione come un ape sul miele. Cercava di farla sentire a suo agio, chiaramente fallendo nella sua impresa. Due cose erano preponderanti in un veela, la protettività, che si sviluppava nei confronti della compagna, e la libido che si accentuava a causa della necessità di continuare la specie. Ma di una cosa non avevano tenuto conto, il possibile rifiuto della ragazza, che continuava a pensare " questo è un incubo, ed ora mi sveglio. Non sta succedendo realmente ". Malfoy si faceva continuamente violenza, ogni volta che entrava nella stanza dove c'era lei, veniva investito dal suo profumo, che gli scatenava un desiderio pulsante e sordo. Non aveva mai fatto così tante docce fredde, cercando di frenare la sua natura ed il desiderio sessuale di lei. L'insofferenza di Malfoy si denotava dai gesti. Lei si sottraeva ogni volta che Draco tentava di avvicinarla. Aveva sperato che lei, nella sua logicità, comprendesse, accettando di buon grado la situazione. In fondo lui era abituato ai matrimoni combinati, che non erano così distanti da quella situazione. Non aveva messo in conto il lato " babbano " di lei. Narcissa cercava di arginare la situazione e, per quanto strano, si era calata nei panni di Hermione. Spesso redarguiva il figlio, quando vedeva che la soffocava, raccomandandogli di lasciarla respirare, di metabolizzare la situazione. I Malfoy uniti cercavano di tenerla al sicuro, l'avevano confinata nella stanza di Draco, ma non le facevano mancare nulla. Persino Lucius passava una volta ogni tanto, per vedere se tutto procedeva bene, entrava, buttava uno sguardo in giro e senza proferire parola usciva. Hermione provava soggezione per quell'uomo, ed il fatto che lui avesse assistito al cerchio, non facilitava le cose.
Lucius sapeva che per il momento era meglio che lei si abituasse gradatamente alla situazione.
Draco cercava con piccoli gesti di conquistarla, far si che si fidasse di lui, che lo lasciasse avvicinare, cosa che fino ad ora non era avvenuta. Lei si teneva a debita distanza.

Nel silenzio del corridoio , una voce stridula e fastidiosa bloccò il ragazzo.

- Allora nipote, come te la cavi con la sangue sporco? - Chiese ridendo la zia, che lo vide uscire dalla biblioteca con un libro in mano.
Con il viso impassibile, assottigliando quegli occhi che avevano un non so che di magnetico, rispose
- E' una vera scoperta - cercando di oltrepassarla. Lei lo bloccò, afferrandolo per il polso e fissandolo, riprese con tono lascivo
- Mi piacerebbe assistere ad una seduta di rieducazione.. - Liberandosi dalla stretta, Draco sibilò
- Hai già goduto dello spettacolo, ora quello che faccio con lei, sono affari miei. - Una risata fredda e beffarda lo seguì, ma non udì le parole sussurrate
- Draco, Draco..Sai che non si ignora una signora. Non è... Salutare.. -

Disgustato da Bellatrix e dalla sua mente, che lui riteneva perversa pari a quella di un uomo, percorse velocemente il corridoio e s'infilò nella stanza che condivideva con Hermione.
La camera era al buio, tranne per una piccola fiammella che ballava davanti alla ragazza, che era seduta sul davanzale interno della finestra, e fissava il parco. Sentiva la sua tristezza, mista a rabbia e frustrazione. Non era nella sua natura essere smielato, aveva sempre ottenuto quello che voleva, ed ora con lei non sapeva come agire.
Amava parlarle attraverso la mente, era intimo, solo loro. Ma spesso rimaneva un monologo, lei sembrava estraniarsi. Dalla notte del " cerchio ", lei si era come isolata, eppure lui la sentiva e sapeva che altrettanto succedeva a lei, il morso li aveva connessi inesorabilmente.

" Granger.. " Non ottenne risposta, solo un silenzio devastante.
" Hai deciso che non mi rivolgerai la parola? " Chiese, mettendo la testa di lato, proseguendo " Ti ho portato un libro, " vide un movimento del corpo e poi la sentì.
" Non so che farmene " sembrava stizzita, ma poi riprese come fosse sospinta da una forza sconosciuta.
" Non ami più i libri, o semplicemente rifiuti una mia gentilezza? " Chiese seccato Draco.
"Non amo questa situazione.. Ho paura.. Come ti sentiresti tu, se scoprissi di essere il compagno di un veela?"
" Non mi cambierebbe molto, noi siamo avvezzi ai matrimoni combinati. "
" Io, no..Ho sempre sognato il grande amore ," ed un sospirò sortì dalle labbra della ragazza.
Era turbata, tutta quella situazione era assurda, per quanto reale, lei non riusciva a capacitarsene.
Hermione poteva sentire quello che lui provava, sapeva che lo aveva ferito, ma non poteva farci nulla, si sentiva spaventata e turbata, e non sapeva nemmeno lei cosa provava in realtà. E ogni volta che lui le si avvicinava troppo, si sentiva chiudere lo stomaco dalla tensione. Non aveva dimenticato.. La mente le diceva che lui non aveva colpa dell'accaduto, non più di lei, emotivamente invece era tutta un'altra storia. Si sentiva rabbiosa, avrebbe voluto poter sfogare quella rabbia, che invece lottava per spingere giù in profondità e che minacciava di venire allo scoperto ogni volta che Draco tentava di accorciare le distanze tra loro.
" Mi spiace Malfoy, ma ho bisogno di tempo. "
" La mia pazienza si sta esaurendo, conosci le regole " rispose secco, la sua pazienza era agli sgoccioli e la risposta gli era sfuggita dalle labbra prima che potesse frenarla.
In concomitanza con quell'affermazione, Hermione sentì il ringhio sommesso di lui, sembrava un misto di delusione e frustrazione.

Per Draco era difficile mantenere il controllo, lei era sua, ma non sembrava volerlo accettare, lui stava violando la sua natura per concederle quel tempo, di cui sentiva lei abbisognava, ma non sapeva fino a quando ci sarebbe riuscito. Era un veela, mai fino ad ora aveva sentito in tal modo la sua reale natura, premere prepotentemente per assumere il controllo. Avrebbe voluto prenderla in quel grande letto alle loro spalle, ancora e ancora fino allo sfinimento, mostrarle cosa significava essere amata da lui, farle dimenticare quanto le aveva fatto, e poi un altro oscuro impulso lo spingeva all'accoppiamento, era ancora latente, ma lui sapeva cosa significava... Hemione conosceva le tempistiche di un veela e sapeva che lui la desiderava, ma solo l'idea che la sfiorasse la faceva tremare. Un veela poteva essere un compagno dolce e attento, ma lei aveva ancora nella mente la scena del " cerchio ". Draco aveva tentato di accostarsi, specie quando condividevano il letto, ma lei si era sempre ritratta spaventata. Così lei dormiva a bordo del letto, timorosa di un gesto di troppo, e lui si teneva distante da lei, per ora non l'aveva forzata, ma prima o poi avrebbe dovuto cedere. Hermione, grazie alla connessione, sentiva Draco "bollire", il desiderio che lo bruciava, l'insoddisfazione e la frustrazione che lo tormentavano sempre di più. Non aveva molta esperienza di uomini, Ron per lei era stato l'unico, ma si rendeva conto che lui non avrebbe resistito ancora molto senza pretenderla, certo non poteva rimanere ancora a lungo senza una donna, che condividesse in ogni senso il suo letto, e per un veela solo una poteva essere quella donna..
Senza contare che la sua reale natura premeva per uscire allo scoperto, presto il veela avrebbe prevalso sull'uomo. Cosa sarebbe accaduto allora, se lei non fosse stata pronta? Ma nonostante la consapevolezza di tutto questo, lei si sentiva bloccata, sospesa a metà tra ciò che era e ciò che sarebbe dovuta diventare, e mentre lei si tormentava nei suoi dilemmi interiori, Draco mordeva il freno. Il fiammifero era già parzialmente consumato, il tempo stringeva..
In quel mentre Narcissa bussò, e fece il suo ingresso.

Voleva parlare da sola con lei, quindi disse
- Draco, puoi lasciarci sole per un momento? - Lui, scoraggiato dall'ostracismo della compagna, annuì, sperava che la madre la portasse a più miti considerazioni. Lui stava per implodere.
Hermione non si era girata, non per mancanza di rispetto, ma solo perchè le lacrime le brillavano negli occhi.
- Ho mandato a chiamare Severus, lui ci consiglierà. Come stai? - chiese Narcissa con tono materno. Oramai in lei vedeva la figlia che non aveva, la nuora, la sposa bambina.
- Certo, vi consiglierà di consegnarmi al signore Oscuro, mi odia e non ne ha mai fatto un mistero- rispose lei piatta, Per poi continuare
- Signora Malfoy, io non so cosa vi aspettate da me... Tutta questa situazione è assurda. -
Narcissa, che si era armata di pazienza, disse
- Cosa credi che possiamo mai volere? Tesoro, io ti comprendo più di quanto credi.. Andai sposa a Lucius, non per mia scelta, ma perchè lui mi aveva voluta e si era accordato con mio padre, che un bel dì mi disse che la primavera successiva ci saremmo sposati. Come credi mi sia sentita? Esattamente come te ora. Ma come io ho dovuto affrontare quel matrimonio non voluto, tu dovrai fare altrettanto. Tu appartieni a Draco e lui a te. E non c'è nulla che tu possa fare per cambiare la situazione, inoltre... Sai che potresti essere già incinta? Ci hai pensato? - Narcissa credeva che con tale argomento avrebbe potuto portare la ragazza a più miti consigli. Conosceva suo figlio e sapeva che presto la sua pazienza si sarebbe esaurita e avrebbe preteso la sua compagna.
Facendo un mezzo sorriso, Hermione si girò verso di lei e disse con aria pacifica
- Non credo, sin da ragazzina, avendo problemi di ciclo, mi sono trovata ad assumere una pastiglia babbana, questa è anche un anticoncezionale. Vero, che ora non la sto prendendo, ma fino al momento del " cerchio " ero ancora protetta e dopo non ho fatto sesso, quindi mi spiace nessun erede in viaggio.-
A quella notizia Narcissa non sapeva se essere felice o dispiaciuta. Ma di una cosa era certa, la natura di Draco avrebbe prevalso e presto avrebbe preteso l'erede. E guardando la ragazza in volto, si rese conto che lei non era della stessa idea, non era pronta a Draco, men che meno all'idea di un figlio. Forse non era un male per ora, in fondo sicuramente sarebbero dovuti fuggire. Non volevano, nè lei, nè Lucius, che il figlio venisse usato da Lord Voldemort e, tanto meno, che questi potesse pensare di far ingravidare altre donne da Draco, per creare un esercito di Veela al suo servizio. Era il primo pericolo che avevano paventato quando avevano scoperto la sua reale natura, l'Oscuro di sicuro avrebbe trovato perversi modi di usare loro figlio, questo era il motivo principale per cui avevano tenuta nascosta la verità.

Poco lontano uno scricchiolio di ciottoli sul viale, annunciava l'arrivo di un ospite, la lunga veste nera da mago era coperta dal lungo mantello con il cappuccio, tirato fino a coprire il viso del visitatore.
Impettito e rigido arrivò al grande portone e, dopo che un elfo l'aprì, venne portato nello studio.

Malfoy aveva lanciato uno sguardo alla moglie che in quel momento stava scendendo le scale, dopo aver chiacchierato con quella che era la nuora.

Pallida nel suo abito color verde e argento, con i capelli biondi che le sfioravano le spalle, Narcissa annuì silenziosamente e si unì a lui per raggiungere lo studio, dove l'amico era stato appena condotto.
Lucius accolse Severus con un cenno del capo, Narcissa gli sorrise debolmente e Severus Piton si rese conto che c'era qualcosa che non andava, sospetto che venne confermato dal fatto che la donna alzò la bacchetta ed insonorizzò e bloccò la stanza.
Si scoprì il capo, buttando indietro il cappuccio
– Che succede?- Chiese secco. Lui non era mai stato un tipo di molte parole e preamboli.
Lucius gli fece cenno di sedersi in poltrona, dicendo
– Siediti Severus. Sarà una lunga chiacchierata.. Ci occorre il tuo aiuto, in quanto amico, padrino di Draco e vincolato ad un patto infrangibile per la sua protezione. -
Narcissa versò un bicchiere di firewhisky e lo porse al vecchio amico di sempre, che la fissò arcigno
– Sai che non bevo.-
- Oh credimi, Severus, stavolta berrai.- Rispose lei cupa.
- E' inutile girarci incontro – intervenne Lucius – Draco.. Beh... E' un veela.-
Nulla lasciò intendere l'assoluto sbigottimento di Piton, che raggiunse lo zenit quando Narcissa continuò
– Ed Hermione Granger è la sua compagna.-
Lui, immobile, con il bicchiere di liquore stretto in una mano, alzò un sopracciglio, unico cenno di mobilità sul suo viso, poi, senza una parola bevve in un solo sorso il whisky incendiario.
- Hermione Granger... Avevo sentito che era stata catturata..- Disse poi. Pratico, come era la sua natura, aveva centrato il problema, se la Granger era la compagna di Draco, gli era necessaria per sopravvivere, e se Draco l'aveva riconosciuta, non doveva essere molto lontana.
- Lei è qui, - rispose asciutto Lucius.
- Oh, Severus, tu non sai... - Intervenne Narcissa.
- Narcissa..- Intimò Malfoy senjor. - Non è necessario raccontare tutti i dettagli a Severus.-
Lei gli si rivoltò contro
– Oh si, invece. Sei talmente abituato a quegli osceni spettacoli, da non renderti conto di quanto grave sia quello che Draco ha dovuto fare e quella povera ragazza subire? Severus deve sapere, ci occorre il suo consiglio.-
Mentre gli occhi scuri di Piton scintillavano di un lampo d'intuizione, Lucius disse
– Il cerchio... La Granger vi è stata sottoposta.. Draco ha chiesto di partecipare, di essere il primo.. Lo ha fatto..Durante il rapporto l'ha morsa, alla fine ha chiesto al Lord che gliela concedesse come "trastullo".. E' riuscito a portarla via senza che nessuno le facesse del male.. -
- Nessuno, tranne Draco! - Puntualizzò Narcissa.

- Donna.. Draco non..- Il tono secco, lasciava intravedere l'indignazione di Malfoy.
- E' inutile raccontarci storie! Hermione ha subito uno "stupro consenziente", se mi si passa il termine. Ora è chiusa a riccio, non lascia che Draco nemmeno le tenga la mano, figuriamoci il resto.. Ed è incapace di accettare il suo destino e Draco, beh lui..- Esplose Narcissa, dando voce alle sue preoccupazioni di madre. Severus intervenne
– Lo stato di Draco è immaginabile. Si sente in colpa, ma la sua natura preme per manifestarsi e necessita che la sua compagna sia tale in tutti i sensi.-
- Hai sempre avuto il dono della sintesi. - Osservò serafico Lucius, aggiungendo poi
- La tensione tra il nostro Draco e la mezzosangue si può tagliare con il coltello, ma questo non è il maggiore problema.-
- No certo, il problema maggiore è il Lord Oscuro, se sapesse...- Intervenne Piton, con un lampo di comprensione negli occhi.
- Ti prego, Severus.. Ancora una volta abbiamo bisogno di te..- Mormorò Narcissa.
- Non so cosa ti aspetti che io possa fare, oltretutto il pericolo maggiore è che il Lord e gli altri rimangano qui, senza contare che qualcuno potrebbe fare domande sul destino della mezzosangue o chiederla in premio per servizi resi, ed in questo caso...-
- In questo caso, Draco morirebbe per proteggerla..- Concluse Lucius, buttando giù a sua volta una bella dose di whisky incendiario, ed alzandosi per andare a riempire nuovamente il bicchiere.
Ne aveva bisogno, suo figlio era un Veela e la sua compagna era una sanguesporco, oltretutto la mente del trio, e questo complicava notevolmente le cose.
Narcissa, che era rimasta in piedi fino a quel momento, crollò a sedere su una poltrona
– Ci deve essere qualcosa che possiamo fare..- Disse con voce tormentata.
- Una cosa alla volta.. Dov'è esattamente la Granger? - Chiese Severus.
- E' in camera di Draco, sta chiusa lì notte e giorno. E' l'unico posto sicuro per lei. - Rispose Lucius.
Severus sollevò le arcate sopraccigliari espressivamente.
- Lo so, lo so... Per Draco deve essere un tormento.. Si sta ammazzando di docce fredde, credo. Ma con me non parla, nemmeno una parola. Anche per questo sarebbe bene che gli parlassi tu. Questa storia non può durare ancora a lungo. - Disse tra l'ovvio ed il divertito Lucius
Piton annuì, sembrava riflettere mentre elaborava le informazioni
– Il problema più urgente è comunque trovare la maniera di spingere il signore Oscuro ad abbandonare la vostra casa. Bisogna trovargli una nuova sede che gli sia maggiormente congeniale.-
- Già...- L'espressione cupa di Lucius la diceva lunga sulla sua esasperazione, solo due giorni prima aveva visto Bellatrix offendere Narcissa in modo plateale sotto le risate sghignazzanti dei suoi tirapiedi. Quella situazione non era più tollerabile, a prescindere da Draco ed il suo problema, Lucius era al limite della sopportazione. Ma era più facile a dirsi che a farsi.
Severus annuì
– Dobbiamo riflettere bene sulla situazione, prima di fare la nostra mossa, intanto però, dov'è Draco? -
- Credo sia nella sua stanza..- Rispose Narcissa.
- Non riesce a starle lontano..- Puntualizzò Lucius – non che gli serva a qualcosa allo stato attuale delle cose..-
- Lucius!! - Sbottò Narcissa con tono scandalizzato.
- Chiamiamo le cose con il loro nome, Cissy! E' urgente che nostro figlio si scopi la mezzosangue o finirà per fare qualcosa di stupido. E dato che la casa è piena di mangiamorte, non è cosa saggia che la sua natura di veela si manifesti. La mezzosangue dovrà smetterla di fare la ritrosa e fare il suo dovere, o saremo in un mare di guai. --
Con voce atona ed ironica l'ospite disse quasi seccato
- E voi mi avete chiamato, facendomi rischiare la mia vita, solo perchè vostro figlio scopi quella petulante ragazzina? - Con un movimento della mano Severus fermò la filippica di Narcissa, prima che lei potesse ribattere a difesa di Hermione di cui si era eletta paladina, alzandosi e dirigendosi verso la porta dello studio, dicendo
– Vado a parlare con lui. -

Hermione era di spalle alla porta e fissava fuori dalla finestra, Draco era appena uscito e anche se si era allontanato, lei ne sentiva la frustrazione ed da un lato lo comprendeva. La connessione si stava rinsaldando, non riusciva ad escluderlo dalla sua mente, anche se avrebbe voluto, la consapevolezza di quello che lui provava la stava uccidendo, ma non riusciva a "sbloccarsi", era una situazione di stallo.
Quando sentì la porta aprirsi d'istinto si irrigidì e lo fece ancora di più quando riconobbe quella voce
– Signorina Granger..-
Lentamente si voltò incontrando le iridi scure del suo ex professore di pozioni, deglutì a disagio, soprattutto quando lo vide chiudere la porta alle sue spalle e insonorizzarla con un colpo di bacchetta.
Una lieve smorfia sul viso di Piton, disse ad Hermione che aveva perfettamente interpretato la sua espressione.
- E così, sei la compagna di Draco.. Chi lo avrebbe mai potuto immaginare? - Poi vedendo la sua espressione stupita disse
– Oh si, Lucius e Narcissa mi hanno informato.. Sono certo che Potter troverà esilarante questo fatto quando ne verrà a conoscenza, per non parlare del signor Weslay.. Forse però quest'ultimo non ne sarà tanto divertito o sbaglio? -
Il tono provocatorio di Piton la fece innervosire, quell'uomo le era sempre piaciuto poco, troppo parziale nei suoi giudizi, troppo favorevole ai purosangue, e pensare che nemmeno i suoi quarti di sangue erano tanto immacolati.
-Esilarante? Non vi è nulla di esilarante in una manica di maniaci che smaniano dalla voglia di stuprarti, nulla di esilarante in una ragazza come me, che viene sottoposta a questo, questo..- Il tono di Hermione era aspro, pronto, sulla difensiva proprio come faceva a scuola.
- Cerchio? - Disse con una punta di ironia nella voce, l'uomo che continuava a fissarla intensamente,
- Credo l'abbia trovata una lezione... Istruttiva...- Mentre parlava, si sedette sulla poltroncina poco distante ed accavallò le gambe. Sembrava che il discorso non lo sfiorasse, quasi stessero parlando del tempo e non di quello che era lo scenario più abbietto che c'era.
Hermione strinse i pugni, la rabbia, che era rimasta a covare sotto la cenere, ribolliva pronta ad eruttare con forza contro Piton.
- Come osa? COME OSA LEI?!! MA HA IDEA DI COSA FANNO QUEGLI ANIMALI?? - Urlò.
- Meglio di quanto creda...- I sottintesi di quell'affermazione la colpirono come una mazzata.
- Lei, lei... E' uno di loro.. Lei.. E' un mostro...Merlino che schifo! - Hermione aveva gli occhi lucidi, per quanto Piton non fosse mai entrato nelle sue simpatie, non riusciva ad immaginarlo come un membro del cerchio. Se fosse stato presente, avrebbe urlato anche lui eccitato mentre Draco la possedeva? Questo pensiero fece da stura alla rabbia, si lanciò contro Piton e gli martellò il petto con i pugni
– MALEDETTO, non è altro che un VISCIDO VERME, uno sporco maniaco, UN MAIALE, un....- si sfogò alzando a tratti il tono della voce e lasciando che perle salate scorressero sulle gote copiose
Lui la lasciò fare per un po', poi le afferrò i polsi, bloccandola
– Come Draco? - chiese poi, quasi sprezzante
Lei rimase spiazzata dalla domanda a bocca aperta
- Oh si, Draco, che ti ha stuprata senza riguardi, usata come la mezzosangue inferiore che sei, abusata dal viscido animale che è. Ha approfittato della situazione, da serpe qual'è - disse tenendola ferma e fissandola negli occhi
Lei boccheggiò
– No! Non osi paragonare Draco a lei, se non fosse stato per lui...- Piton cominciò a spingere l'animo della ragazza, che imperrterrita rifiutava la verità
-Infatti... Se non fosse stato per lui, ora saresti morta nella migliore delle ipotesi, nella peggiore invece.. Vuoi che ti dica della peggiore? C'era quella ragazzina, come si si chiamava? Ah si, Kathy Marlone, una piccola mezzosangue di 14 anni, penso che forse ti ricorderai di lei, era una tassorosso. Anche lei è stata sottoposta al cerchio, era vergine, ed il primo a prenderla è stato Fenyr, le sue urla si sentivano per tutto il manor. Quando lui ha finito era in un lago di sangue e non solo per la verginità perduta, poi ad uno ad uno ... Arrivati al quindicesimo, lei non urlava nemmeno più.. Alla fine era ancora viva e il Lord Oscuro ne ha fatto "dono" a Fenyr, non se ne è saputo più nulla.. Poi c'è stata Diana O'Malley, corvonero, era del tuo stesso anno, ricordi? -
Hermione tremava dall'orrore, lottò per strapparsi dalla presa di Piton, mentre il suo viso era rigato di lacrime, se avesse avuto la bacchetta lo avrebbe schiantato per chiudergli quella bocca
– Basta, la prego basta..- Balbettava. Ricordava entrambe le ragazze e l'idea di quello che era accaduto a loro la tormentava. Ma Piton insistette – Draco non era presente in quelle occasioni, ma certo se lo fosse stato gli si sarebbe concesso il suo turno..-
- NO!! DRACO NON LO AVREBBE MAI FATTO!! LUI NON E' COSI', NON LO CONFONDA CON SE STESSO!! - Urlò strappandosi finalmente alle mani dell'uomo, che ghignò e poi ribattè
– Allora forse dovresti tenerne conto e smetterla di fare la ragazzina schizzinosa!! Finiscila di fare la nobile grifondoro e scendi dal piedistallo, Draco ha fatto quello che doveva per salvare il tuo grazioso culetto, ha fatto l'unica scelta possibile. Ora potrai parlare con lui fino alla nausea sulla discutibilità del modo, ma stai tranquilla che se al posto di Draco ci fosse stato il tuo amato Potter o il rosso, che ti piace tanto, con i loro nobili principi, ora saresti morta. Quindi finiscila e fai il tuo dovere in quel letto, il tuo comportamento sta snaturando quello che realmente è Draco, – le disse crudo con un cenno eloquente del capo .
– O oltre al senso di colpa per quello che ti ha dovuto fare, vuoi che abbia anche quello di stuprarti sul serio, quando la sua natura animale prenderà il sopravvento, perchè tu sei stata troppo stupida e vigliacca per piegarti?-
Hermione piangeva sconvolta, non potè rispondere a Piton, perchè la porta si spalancò di colpo e Draco si catapultò all'interno, era in fondo al parco del manor, quando aveva sentito il contraccolpo emotivo subito dalla sua compagna, e si era precipitato come una furia. Chiunque le avesse fatto del male l'avrebbe pagata cara.
Alla vista di Hermione sola con Severus nella stanza da letto, con l'espressione sconvolta, si sentì bruciare di rabbia e si scagliò contro di lui, ringhiando.
Entrambi si girarono, ma la scena che si stava presentando aveva del terribile ed affascinante al contempo stesso. Una figura alta si stava stagliando sulla porta, con un grido gutturale profondo, dal suono rauco, poi videro immense ali color argento spiegarsi, tenevano quasi tutta la stanza.
Due occhi neri come la pece non si staccavano dal professore, il petto si alzava e riabbassava velocemente, entrambi le mani allargate sembravano sostenere due sfere di fuoco che galleggiavano su di esse. Draco si era trasformato a metà, infatti per il resto era se stesso.
La natura veela era fuoriuscita, scioccata per la visione Hermione era congelata sul posto, il cuore le rimbombava nella testa. Sia Piton che lei guardavano il ragazzo, che sembrava non avere più nulla di umano. Poi il suo autocontrollo riprese il sopravvento su di lei, sapeva che, se Draco si fosse scatenato, la sua furia distruttiva non avrebbe lasciato scampo. Sentiva i pensieri di lui ed improvvisamente, mettendo timorosa un piede dopo l'altro davanti a se, mentre lo chiamava con dolcezza per calmarlo, si avvicinò a lui
- Draco, calmati - lui sembrava non sentirla, fissava l'uomo che aveva minacciato la sua compagna e pericoloso continuava ad emettere suoni minacciosi. Lucius e Narcissa erano accorsi e fissavano allibiti la scena. Lucius ebbe a malapena la prontezza di sigillare ed insonorizzare la stanza, pregando che nessuno si fosse accorto di nulla.
- Draco, guardami sto bene, riprendi possesso delle tue facoltà - ripeteva Hermione, deglutendo a fatica.
Le ali attaccate alla schiena sembravano vibrare, come guidata da una strana forza, lei cominciò ad accarezzarlo, come una madre che rassicura il suo bambino.
- Draco, calmati. E' Piton, stavamo parlando e mi sono arrabbiata. Non mi stava minacciando, è colpa mia. Ti prego, - la voce d Hermione era un sussurro
" Sto bene. "
Il biondo abbassò lo sguardo, poi lentamente gli occhi cominciarono a cambiare colore, schiarendosi. Tutti avevano il fiato sospeso. Hermione gli parlava nella mente
" Draco, respira, non è successo nulla. Non voleva farmi del male " .
Per una manciata di minuti il terrore che si respirava fu palpabile, poi così come si era trasformato lentamente tornò normale. Anche se non riusciva a distogliere lo sguardo dall'uomo che aveva minacciato la sua compagna, che istintivamente trasse a se in un abbraccio protettivo, e rimaneva guardingo.. Per la prima volta da giorni, lei si fece sfiorare e si beò di quella stretta calda e rassicurante. Accoccolandosi contro il petto duro del ragazzo, disse
- Va tutto bene, sto bene. Tranquillo. - Sapeva che lei era l'unica che aveva il potere di calmarlo, quella a cui aveva assistito era stata la prima trasformazione anche se incompleta. Spaventosa ad al contempo stesso affascinante. Sicuramente dolorosa per lui, che preso dalla furia, non se ne eranemmeno reso conto.
Lucius, deglutì mentre il sollievo lo invadeva, non poteva credere a ciò che aveva visto, dei veela aveva sempre letto, ma non ne aveva mai visto uno in trasformazione e ne era rimasto impressionato. Nella stranezza del momento si trovò ad essere grato ad una mezzosangue, quando si fosse ripreso da quello shock emotivo, avrebbe apprezzato l'ironia della cosa, ma in quel momento era troppo sconvolto per cogliere l'incongruenza delle sue emozioni.

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