Capitolo 5

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Erano tutti rimasti ammutoliti, Draco guardava ancora diffidente il suo ex professore, mentre Hermione era ancora stretta a lui e continuava a mormoragli attraverso la mente parole atte a tranquillizzarlo.

" Sto bene, rilassati."

" Nessuno deve toccarti ."

" Non è successo nulla. "

Lucius era scioccato, era inutile che negasse l'evidenza, lei era la sua compagna e lo sarebbe stata fino alla morte, perchè i veela erano monogami. Una sola compagna per tutta l'esistenza, che sarebbe stata lunga per entrambi. Ammutolito guardava la scena, suo figlio aveva protetto la mezzosangue come se fosse la cosa più preziosa al mondo. Si era trasformato senza preoccuparsi delle conseguenze, ma sopratutto, se questo era successo, era dovuto al legame con la ragazza, che era decisamente forte.

Stranamente Draco si sentiva bene, non era spossato, avrebbe dovuto essere sfinito, eppure era " saturo" , generalmente la trasformazione assorbiva parecchia energia, ma sentiva che lei lo stava ricaricando. Sembrava un assetato nel deserto davanti ad un oasi e si stava abbeverando a quella fonte che era la compagna. Sentiva la magia fluire in lui, invaderlo.


Hermione aveva alzato lo sguardo e lo fissava, percepiva tutto, e sapeva che lei era la sua panacea. Cautamente cercò di sciogliersi dal suo abbraccio, ma come cercò di allontanarsi, lui strinse di più la presa intorno alla vita di lei.

Cercando di non irritarlo, piano piano allargò le dita di lui, liberandosi gentilmente dalla presa.

" Sono qui, non vado via. Tranquillo. Rilascia le dita, mi stai facendo male. " Gli parlò con la mente. Abbassando lo sguardo, lui le rispose

" Scusa. "

Un sorriso comparve sul volto della ragazza, Malfoy che chiedeva scusa, questa si che era da annoverare.

La tensione nella stanza stava scemando. Tutti ripresero a respirare in maniera normale.

Piton fissava la scena, traendo le sue conclusioni, era troppo pratico per lasciarsi influenzare.

Doveva parlare con Draco, ma sopratutto creare una linea di protezione per i due novelli "sposi " o sarebbero stati nei guai.


Poco lontano una figura si nascondeva nell'ombra, aveva visto il movimento intorno alla camera del nipote e la cosa l'aveva incuriosita.

Purtroppo non aveva udito nulla, ma quando vide sorella e cognato uscire dalla stanza con un volto greve cominciò a fare delle congetture, voleva salire nella scala sociale agli occhi del signore Oscuro, e decise che doveva scoprire cosa era accaduto.

Il suo istinto le diceva che qualcosa stava succedendo, ma cosa? Draco in quei giorni era sfuggente, e sembrava che quella strana malattia che l'aveva colpito improvvisamente fosse scomparsa, in più aveva acquisito una luce nuova che gli illuminava il viso.

Per fortuna non aveva visto Severus e, quando lo incontrò nell'androne, pensò che fosse appena arrivato e, facendo finta di volergli parlare in privato su cose inerenti all'ultimo raid, lo trascinò in una stanza e li si confidò con l'uomo, che impassibile ascoltò la donna.

Bellatrix stava sparlando della sorella e senza il minimo ritegno. L'ex professore di pozioni, incamerò tutte le informazioni e si convinse che era giunto il momento di agire.

La moglie di Lestrange era estremamente pericolosa, praticamente una bomba innescata come quelle dei babbani.

Severus pensò che valesse la pena tentare, doveva darle l'impressione di essere dalla sua parte, quindi le rispose un secco

– Vedremo, ora devo vedere il Lord. Ne parleremo ancora.. -


Intanto Draco ed Hermione rimasti soli, apparivano nervosi ed imbarazzati. Lei si tormentava le mani, oltre che le labbra. Aveva come un peso sullo stomaco un mostro che aspettava di fuoriuscire. Draco era a disagio, si era trasformato senza controllo, era stato sul punto di uccidere Severus, l'unico vero amico su cui la sua famiglia potesse contare, e se non fosse stato per lei, nulla lo avrebbe fermato. Era abituato ad avere sempre il controllo di se stesso, il suo carattere freddo e determinato gli consentiva sempre di affrontare le situazioni più difficili, come era accaduto per il "cerchio", ma ora non ci era riuscito. Mai come in quel momento si rese conto di quanto la sua natura di Veela lo rendesse letale ed incontrollabile. Ne era spaventato, ma per ora doveva mettere da parte i suoi sentimenti, perchè percepiva forti quelli di lei. La sua rabbia l'investiva ad ondate.


- Hermione..- Mormorò preoccupato – ti prego, parla con me, dimmi cosa c'è.- Le si era avvicinato e le aveva sfiorato la gota con una mano. Lei si tirò indietro come scottata, sentiva il legame tra loro che si era rinsaldato dopo la sua trasformazione, cosa che la stava terrorizzando e poi si sentiva rabbiosa con lui. Aveva tentato di controllarsi, di non aggredirlo, da una parte sapeva che non era stata colpa sua, Piton aveva ragione, ma era più forte di lei. Come un fiume che rompe gli argini, la rabbia esplose.

- COSA C'E'?! COSA CREDI CHE CI SIA?? MI HAI STUPRATO DAVANTI A QUEI DEPRAVATI!! ECCO COSA C'E' - Urlò, buttando fuori finalmente quello che le premeva sullo stomaco da giorni.

Draco rimase spiazzato dall'attacco.

– Hermione, io, non ti ho stuprato, lo sai. Non dico che sia stato piacevole, ma era l'unico modo che avessi per impedire a quei maiali di violentarti uno dopo l'altro.- Tentò di abbracciarla, ma lei lo spiazzò ancora di più, respingendolo violentemente, con le mani sul petto, lui la trattenne e lei iniziò a colpirlo a pugni chiusi, mentre le lacrime iniziavano a rigarle il viso

– Io ti odio, perchè mi hai fatto questo, come hai potuto? - Draco la lasciò fare, si lasciò colpire senza reagire, la sua desolazione, il suo senso di colpa investirono Hermione, che gli crollò sul petto singhiozzante, lui la strinse a se, avvolgendola in un abbraccio consolatore, rimase in silenzio, ma la loro connessione consentiva ad emozioni e pensieri di collegarli strettamente.


"Mi dispiace, non volevo."

"Mi hai fatto male..Mi sono sentita umiliata, non mi sono mai vergognata così tanto in vita mia! E' stato orribile! "
Lui sospirò rumorosamente


" Avrei voluto potere fare l'amore lentamente, venerare il tuo corpo, baciare ogni centimetro della tua pelle, sentirti godere dei miei tocchi, farti venire tra le mie braccia. Avrei voluto amarti... Perdonami Hermione."

Lei era spiazzata, lui non aveva menzionato la parola sesso, nello sfogo del momento l'aveva aggredito colpevolizzandolo, ma sapeva che tutto quella che aveva fatto era solo per proteggerla. Sentì il disprezzo che lui provava per se stesso.


" Oh, Draco... Non è stata colpa tua.. Lo so... Ma, mi sento così, così.."


"Lo so, lo sento.. Piangi, ti farà bene, sfogati, io sono qui. Non escludermi, non sei sola."

Ed Hermione piangeva, tirando finalmente fuori tutto il dolore, la rabbia, la vergogna che albergavano nel suo cuore. Quando alla fine si fu calmata, rimase ferma, stretta nell'abbraccio di Draco, sentendosi per la prima volta al sicuro, sapeva che lui l'avrebbe protetta.


"Grazie..."


"Sei una parte di me..Non ringraziarmi."


"Ora tocca a te.. Sputa il rospo, così lo mandiamo a fare compagnia al mio."


"Io.."


"Draco, io ti sento, io so.. Parla con me. Adesso tocca a te.."


"Sono stato sul punto di uccidere Severus, il mio padrino, il nostro più caro amico. Se non mi avessi fermato io.. Non avevo più controllo, so solo che volevo il suo sangue. Se non mi fermavi.. Io non sono abituato a perdere l'autocontrollo, sono stato educato a rimanere impassibile in ogni circostanza. Questa faccenda del veela, Merlino, come faccio a controllarla?"


" Io ti aiuterò. "

Quella fu l'unica risposta di Hermione, che poi si limitò a stringerlo come lui aveva fatto con lei e, mentre stavano lì in piedi abbracciati, insieme sanavano le ferite reciproche e guarivano.


- Morgana, ti rendi conto, io Hermione Granger abbracciata a Draco Malfoy... Non è strano? - Mormorò ridacchiando, cercando di smorzare la tensione che comunque aleggiava tra loro.


- Più strano che Draco Malfoy desideri Hermione Granger? - Ribattè lui, pronto a qualsiasi reazione. La sentì irrigidirsi, titubante, imbarazzata, per quanto stretta a lui sentisse chiaramente la portata del suo desiderio.

Non riusciva ancora ad accettare l'idea, per quanto ne fosse consapevole.


"Ti prego, non essere imbarazzata, è una cosa del tutto naturale, sei la mia compagna, è normale che io ti desideri. E' vero che non ho mai desiderato tanto nessuna, che mi fai impazzire e che.. Sono al limite.. Un'altra faccenda da veela, temo.. Ma credo sia del tutto naturale."

Lei deglutì, non sapeva nemmeno lei cosa provava esattamente al riguardo, aveva paura che quanto accaduto potesse frenarla, aveva paura che potesse essere un'esperienza orribile, perchè lei non riusciva a superare l'accaduto. E se si fosse trasformato proprio durante..

Non poteva pensarci. Il cuore cominciò a galopparle nel petto, di nuovo la paura le attanagliò le viscere e s'irrigidì.

Lui avvertì tutti i dubbi e le paure di lei come fossero le sue.


" Andrà tutto bene. Fidati di me... Non ti farò del male, ti farò dimenticare ogni cosa, anche tutti gli uomini del tuo passato."


- Tutti?. Merlino, ma quanti credi che siano stati? Non mi chiamo Pansy Parkinson io, sai?- Disse stizzita ad alta voce.


- E chi...? - Chiese, titubante di volere davvero sapere la risposta.


" Lo vuoi davvero sapere?"


"Dimmelo."

- Ronald Weslay. E' stato l'anno scorso, eravamo alla Tana.-


- La catapecch..Ehm, la casa dei Wesaly.- chiese con una smorfia di disgusto


- Si. Credevo di esserne innamorata, siamo rimasti soli in casa e, beh, è successo. -

"Credevi?"

Mordendosi il labbro, imbarazzata girò il volto.


- Credevo.. A volte ci costruiamo un immagine di una persona, che non coincide con quello che è davvero, un immagine persino dei nostri sentimenti che non corrisponde alla verità. Per comodità, per paura si sconvolgere le nostre vite, per paura del cambiamento, non vediamo quello che è ovvio e lampante. Io vedevo in lui il mio futuro, l'uomo della mia vita, ma ho sbagliato. Siamo troppo diversi, abbiamo interessi diversi, alla fine non condividiamo nulla, abbiamo condiviso solo il letto. Almeno per un po'. Ron è stato e rimarrà sempre mio amico, ma nulla di più.- Disse Hermione, malinconica. Ronald era stato il suo più grande errore, quando lo aveva scoperto con Lavanda Brawn a pomiciare nel ripostiglio delle scope ad Hogwarts, aveva capito. In fondo dentro di se aveva sempre saputo, solo che si era rifiutata di vedere. Chiudere gli occhi a volte è la via più facile, affrontare scomode verità molto più difficile e doloroso. Lei lo aveva imparato a sue spese, la sua verginità ne era stato il prezzo insieme all'umiliazione per la sua stupidità.
Draco si era allontanato dandole le spalle, aveva affondato le mani nelle tasche


"Avrei voluto essere io il primo... Ma sono lieto che non sia stato così, perchè se fosse accaduto nel cerchio..."


Hermione però avvertiva un sottofondo di rabbia in Draco verso Ron, che si era preso ciò che era predestinato a lui.


Draco Malfoy era molto possessivo già di suo, ma la sua natura di veela aveva accentuato questa caratteristica. Hermione non osava pensare cosa sarebbe accaduto se avesse incontrato Ron, perchè da quello che percepiva non sarebbe stato un incontro molto tranquillo.


"Ehm.. Io..."


"Lo so... Ma tu fai parte di me, mi appartieni sin dalla nascita..Non avevo diritti prima, e non posso pretendere che tu.. Anche io ho avuto le mie esperienze, ben più corpose delle tue. Ma ti avviso, se dovessi incontrarlo, sta lontano da lui, molto lontano.."

Alzando un sopracciglio, quasi divertita per quella sottile minaccia ,Chiese con una punta di ironia, per sdrammatizzare la situazione

- Merlino.. Quanti metri? - Chiese con una punta di ironia, per sdrammatizzare la situazione.

- Tre metri almeno! - Rispose ringhiando, serissimo.

Boccheggiando lo guardò e poi disse

- Stai scherzando vero?! -



Hermione rimase a bocca aperta, quando si rese che stava dicendo sul serio.



" Malfoy, io.."



" Malfoy, un cazzo! Stai-lontana-da-lui." Le urlò nella mente.



Lei sobbalzò, avvertiva tutta la rabbia, il senso di possesso, la gelosia di lui. In quel momento ebbe la misura del reale rapporto che si era instaurato tra loro, senza averlo voluto, ma in modo ineluttabile erano una coppia.



- E poi non chiamarmi Malfoy, presto sarai una Malfoy anche tu.- Disse con voce calma, che strideva fortemente con la marea di emozioni che lo sconvolgevano.



"Una Malfoy?! Cosa è questa, una contorta proposta di matrimonio??"



- Malfoy... -

" Quando accetterai che lo sei già, il matrimonio per gli uomini sarà solo pura formalità, tu sei la mia sposa, con il morso ho sancito l'unione, " poi a voce alta continuò, rafforzando leggermente la stretta con cui la teneva avvinta a se,



- Ma è ovvio che ci sposeremo, cosa credevi? Tu sei la mia compagna, il matrimonio ne è la conseguenza, non dovresti esserne tanto sorpresa.-



Lei si era irrigidita. Alla parola matrimonio si era sentita gelare. D'istinto tentò di sottrarsi alle braccia di Draco.



" Non sono pronta. "



- Ah, no, mezzosangue, non scapperai di nuovo. Non ho detto che ci sposeremo domani, ma in futuro è quello che sicuramente faremo. Tu sei già mia moglie nel mondo delle creature magiche, dovresti saperlo come funziona, è meglio che cominci a venire a patti con questa verità.-



Hermione si mordicchiò le labbra turbata, poi però, come attratta da una calamita, si strinse a lui, il viso nascosto nel suo petto, alla ricerca di rassicurazione. Per ora la parola "in futuro" l'aveva tranquillizzata, il matrimonio non era ancora imminente o almeno così si consolava.



Lui ai pensieri di lei si sentì un po' infastidito, perchè lei trovava tanto spaventosa l'idea di sposarlo? Ma nolente o volente già gli apparteneva, era meglio se ne facesse una ragione, la sua pazienza era ormai satura.









Dopo avere lasciato Hermione in camera, Draco fece un giro per il parco, aveva bisogno di riflettere, la trasformazione prima e poi la chiarificazione con lei, l'avano lasciato prostrato. La situazione tra loro due era sicuramente migliorata, ma molti nodi rimanevano da sciogliere. Si era sentito ferito dal suo istintivo rifiuto all'idea del matrimonio, lui l'avrebbe sposata subito, seduta stante se solo lei avesse voluto.



Camminava a capo chino, immerso nei suoi pensieri quando si scontrò con Piton, per quanto suo padrino, non era mai stato un tipo espansivo. Piuttosto rigido nell'approccio, anche con lui infatti atono e con voce lenta e misurata disse



- Forse è il caso che noi due parliamo. - lui annuì, aveva bisogno di qualcuno che lo facesse sfogare, troppe cose erano successe in quei giorni, che comunque gli pesavano.



S'infilarono nella biblioteca e, dopo aver sigillato ed insonorizzato la stanza, l'uomo con gli occhi color della pece lo fissò attendendo.



Il biondo prese una profonda boccata d'aria, parlare con Severus lo metteva sempre in soggezione, in modo particolare in quel momento.



Severus, io non so come comportarmi. La " bestia " sta venendo fuori ed ho paura che potrei farle del male. -



- Ne devo dedurre che la situazione è rimasta invariata..- osservò sintetico ed inespressivo.



- Abbiamo parlato e..-



-Parlato! - Lo interruppe secco Piton – non serve! Sei un veela e non sei uno stupido, sai cosa significa. Lietissimo che in qualche modo abbiate cominciato a chiarire le cose tra voi, ma non c'è bisogno certo che sia io a dirti, che la soluzione a tutti i tuoi problemi risiede in una sola cosa: il sesso. -



- Severus, lei non è pronta! Il cerchio e poi tutto il resto... Noi...-



- Draco! Pronta o no, è un dettaglio. Se vuoi evitare di trasformarti senza controllo e, vista la situazione al manor, non c'è bisogno che ti dica quali sarebbero le conseguenze, devi portartela a letto. Non c'è altro modo. Finite incantatem! - Lo interruppe duro, facendo un cenno di taglio con la mano.



Draco abbassò lo sguardo, come faceva a dirgli che lui bruciava di desiderio, ma che non voleva imporsi su di lei? Le aveva già fatto abbastanza male. Ma Severus, un uomo tanto algido all'apparenza, comprendeva molto di più di quanto non sembrasse. Gli poggiò una mano sulla spalla – Lo so, capisco. Ma non hai scelta e nemmeno lei. - Poi smorzando con un colpo di sferza l'attimo di insolita dolcezza sputò secco - scopatela!!-



Poi si girò su stesso ed in un attimo era uscito dalla stanza.

Era perplesso,conosceva la natura dei veela, ma non poteva credere che tutto si risolvesse con il sesso. Trarre energia vitale era essenziale per lui, ma ci doveva essere un altro modo.

Tutti gli dicevano la stessa cosa, magari in maniera diversa e lui si sentiva sotto pressione.

" Che faccio vado di là e le dico: sorridi Granger, stasera si scopa! Come mi minimo mi uccide a mani nude, visto che non ha la bacchetta per schiantarmi " si era dimenticato che se il pensiero era intenso, lei lo percepiva e, quando rientrò nella camera per portale il pasto, per poco lei non lo stese.

Come aprì la porta si ritrovò cinque dita sul viso, che schioccarono tanto da farlo sussultare.

- E adesso che ho fatto?! - Chiese rabbioso, reggendo per miracolo il vassoio.

- Alla faccia delle belle parole, tu stasera dormi per terra, visto che non puoi andare in un altra stanza - disse acida lei allontanandosi.

- E di grazia, a cosa devo tutta questa tua " bontà "? -

- Chi vorresti scopare stasera? - Piantandosi una mano sul viso a palmo aperto e facendola scivolare, cominciò a ridere, guadagnandosi uno sguardo torvo di lei

- Che hai da ridere maniaco? -

- Mi sono dimenticato che puoi sentire i miei pensieri se sono umorali. -

- E allora, questo non li cambia - riprese offesa.

- Era una considerazione, non una affermazione. Granger, sono uno stronzo, un bastardo, ma non uno stupratore. - Disse in un sospiro, come se fosse una confidenza strappata, e dopo di che uscì, non prima di averle detto

-

Severus era molto preoccupato per il pupillo, Draco era troppo protettivo con la mezzosangue, natura di veela certo, ma se non l'avesse avuta e presto sarebbero andati incontro al disastro. Quando Voldemort avesse saputo non osava immaginare il destino di Draco, usato di sicuro come stallone da riproduzione, forzando la sua natura di veela che lo voleva fedele alla sua compagna, ne sarebbe uscito distrutto. Nella sua freddezza valutò l'opportunità di ricorrere ad un filtro d'amore sulla Granger, ce n'erano molti che avevano effetto più sulla sfera sessuale che su quella emotiva " A mali estremi, estremi rimedi."



Quando entrò nella sala del "trono", trovò il Lord Oscuro che si intratteneva con Bellatrix Lestrange, che seduta ai piedi del suo signore, lasciava che questi le sfiorasse i seni con una mano, mentre le mormorava qualcosa. Era noto che Voldemort si "sollazzava " con molte delle sue mangiamorte, poche gli si sottraevano come Narcissa, ma Bellatrix non aveva la stessa tempra morale della sorella. Spesso era chiamata a condividere il suo letto e lei si prestava più che volentieri, si vociferava di rapporti a tre, a volte a quattro. Ma Severus non si era mai interessato a simili bestialità umane, anche se non le ignorava, lui vedeva tutto, sapeva tutto, ma parlava poco.



- Benvenuto, Severus. Ci sei mancato ultimamente. Non è vero Bellla? - Il tono morbido del Lord nascondeva molte insidie e minacce.



- Mio signore, solo per farti piacere.- Rispose inchinandosi profondamente.



- E come conti di farmi piacere stavolta, Severus? -



- Ho a mia disposizione un castello della famiglia di mia madre, nessuno ci abita più da anni, ma è stato risistemato per ospitare voi ed il vostro seguito. E' certamente un ambiente molto più adatto alla vostra grandezza e..-



- Sempre così sollecito, amico mio.. E dimmi, cosa ti fa credere che io sia alla ricerca di una magione? -



- Mio signore, io pensavo, in fondo, questa è casa dei Malfoy, il castello invece io ve lo offro in dono, sarebbe la vostra residenza, infinitamente più degna di questa. - disse in tono umile Piton.



- Il tuo difetto, è che pensi troppo, amico mio. Cosa ti fa credere che io cercassi un'altra residenza? Malfoy Manor è perfetta per adesso e Lucius è ben felice che il suo signore alloggi qui. Quindi non preoccuparti, Severus, ma accetto comunque il tuo dono con piacere. - Disse tendendo la mano per prendere l'atto di proprietà.

Impassibile porse la pergamena arrotolata, il piano era sfumato e, dopo essersi inchinato, uscì. Mentre la risata sguaiata di Bella lo raggiungeva.

Doveva parlare con Lucius subito, necessitava stringere i tempi, il manor non era più sicuro.

Tanto più che aveva visto la sorella di Narcissa aggirarsi troppo spesso vicino alla stanza di Draco. Sperava vivamente di sbagliarsi, ma poteva essere che il nipote con la sua natura l'attirasse e questo non era di certo un bene. Poteva essere una pericolosa rivale se stuzzicata. Con uno svolazzo del mantello girò l'angolo imbattendosi con Lestrange e MacNair.

-Buonasera Severus, qual buon vento, come mai da queste parti? -Chiese curioso, il marito di Bellatrix.

- Sono venuto per il signore Oscuro, ora vado a salutare il padrone di casa. -

- Credo che lo troverai nelle stanze del figlio, sembra che ultimamente, tutti ruotino lì, magari fanno delle orgie..Ahaha..Chissà se mi lasceranno partecipare. -

- Magari è per evitare che Draco sporchi i tappeti con il sangue della Granger, sai come è gelosa Narcissa delle sue cose, - disse con voce finta ma secca, Macnair, che era considerato uno dei più sadici mangiamorte, ridendo maligno disse

- Se sapevo la pretendevo io, ora sarebbe legata nuda al mio letto, e per nuda intendo con via la pelle, che le avrei tolto a furia di frustate. -

- Non abbiamo dubbi della tua capacità di " torturatore ", non per niente sei il boia del Lord, e lui si circonda solo dei migliori, - sentendosi lodare, l'uomo si erse gonfiando il petto, ma non sapeva che invece Piton provava solo ribrezzo per la sua persona.

- Quando hai salutato Lucius, raggiungici nel salotto che ci beviamo un buon bicchiere di vino elfico, mio cognato ne ha una scorta notevole, -disse, dandogli una pacca prima di continuare per la sua strada, Lestrange. Allargando la bocca in quello che voleva sembrare un accenno di sorriso, rispose

- Sarà per un altra volta, sono di fretta, anzi ho già perso tempo – e, voltandosi di scatto, diede le spalle ai due e proseguì.

Senza bussare, entrò nella stanza e con voce greve disse

- Il piano non ha funzionato e c'è troppo interesse intorno a lei. Temo che presto qualcuno la rivendicherà come giocattolino e di sicuro gli sarà concessa la precedenza. -
Draco scattò in piedi, mentre Hermione gemette, facendosi piccola piccola, seduta sulla poltrona. Il panico le strinse la gola, piuttosto che farsi toccare da uno di quei mostri, si sarebbe uccisa. Lui ringhiò pericoloso al pensiero terrorizzato di Hermione ed i suoi occhi si scurirono minacciosamente.
Lucius guardò prima il figlio, preoccupato dalla sua espressione furiosa, e poi la moglie, che agitata si mordeva le labbra, infine disse
- Devono andare, prima però mi devi trovare qualcuno che celebri il matrimonio, dopo la cerimonia ovviamente lo oblivieremo. -

Hermione era attonita, cominciò a scuotere il capo, sembrava che stesse per avere una crisi isterica, tanto che Piton velocemente la raggiunse, - finiscila, Granger, non è il momento di avere crisi isteriche! - Lei scosse la testa pallidissima, apriva e chiudeva le labbra senza riuscire a proferire suono, lui, dopo averle assestato un schiaffo a piena mano, la scosse afferrandola per le braccia e disse gelido e duro

- Vanno blaterando che sei la strega più intelligente e dotata dell'ultimo secolo, non credo affatto che sia così. Sei solo una mocciosa petulante, che sa solo piangersi addosso. Ora facci vedere il famoso coraggio dei grifoni e accetta il tuo destino. Credimi, il matrimonio con Draco sarà una passeggiata, in confronto a quello che ti aspetterebbe lì fuori. Ora per una volta non deludermi e fa il tuo dovere. -

- Ma lui mi.. Ho diciassette anni e speravo che..- Inspirò senza riuscire a continuare.

" Granger, proprio non riesci a vedermi come il tuo compagno? "

" No..Merlino, è tutto così complicato. "

- Cosa c'è di complicato nel diventare mia moglie?! - Chiese Draco ormai al culmine della pazienza, gli occhi gli si stavano scurendo, e lei sentiva l'onda della rabbia che lo pervadeva, investendolo come una violenta marea nera.

Severus aveva notato il cambiamento in lui e disse

- Granger, a te la scelta, o LUI O GLI ALTRI,BASTA GIOCHETTI!! -

Hermione vide che il petto di Draco si contraeva al ritmo del respiro accellerato, cominciava ad ansimare e lo sentiva nella mente rabbioso.

" Sei una stupida! "

" Sono spaventata. Come fai a non capirlo? "

" Credi che io possa farti del male? "

" No, ma.. "

" Quello che io ti ho fatto nel cerchio, e stata una carezza, in confronto a quello che ti faranno quelli, se Voldemort ti cede a loro."

La paura pura, si dipinse sul volto della ragazza che guardava, ora uno ora l'altro disperata, sperava nel supporto di qualcuno. Sperava che capissero la sua reticenza, ma nessuno la soccorse, anzi tutti la fissavano senza compassione alcuna, tutti volevano quel matrimonio. Sconfitta mormorò

- E sia.. - E mentre la resa le sfuggiva dalle labbra, si chiese come avrebbe affrontato anche questo. Cosa sarebbe accaduto quando Draco avrebbe preteso sua moglie? Lei non era certa della propria reazione, aveva bisogno di tempo, ma il tempo stava loro sfuggendo dalle mani.

- Bene, hai fatto la scelta giusta, se entro stanotte sarete sposati, tu assolverai ai tuoi doveri di moglie come si conviene e la natura veela rimarrà sotto controllo e parte del problema sarà risolto. E' imperativo che nessuno sappia cos'è tuo marito o sarebbe la fine. Per il resto non dovrete preoccuparvi, in un modo o nell'altro lascerete il manor. - Lei sembrava una bambola di pezza, lo sguardo spento, lo stomaco stretto in una morsa, ma annuì in silenzio.

Finalmente Draco si rilassò, gli occhi gli si schiarirono, ora finalmente avrebbe potuto attingere a lei, l'avrebbe nutrito con la sua linfa vitale e tenuto incatenato il " mostro " che si celava in lui. Quella notte lei sarebbe stata davvero sua senza fallo.

Severus si appartò con Lucius e Narcissa, parlavano fitto fitto tra loro, stavano mettendo a punto il piano. Né Draco, né Hermione li ascoltarono, il primo tutto preso all'idea che presto lei sarebbe stata di fatto la sua compagna di vita, lei angosciata di dovere affrontare una dura prova.

Draco sentiva le emozioni di lei che erano forti, ma in quel momento non aveva voglia di consolarla, si sentiva offeso per il modo in cui finora l'aveva respinto, quasi lo considerasse un reietto, un appestato. Hermione si rannicchiò con le gambe tra le braccia sulla poltrona dove era seduta, sentiva i sentimenti di Draco come onde di rancore dilagante, ma non aveva la forza di reagire, si sentiva un deserto di desolazione priva di energie.

Lucius, Narcissa e Severus, dopo avere complottato tra loro, si apprestarono ad uscire dalla stanza, ignari di una figura nascosta dietro un incantesimo disillusione.

Draco ed Hermione, rimasti soli nella stanza, non pensarono di sigillare ed insonorizzare la camera, tutti presi dai loro sconvolgimenti emotivi, senza sapere che Bellatrix Lestrange ascoltava i loro discorsi.

- Ti faccio davvero tanto schifo, mezzosangue? - Chiese Draco con voce tremante di rabbia. – E guardami quando ti parlo!! -

Hermione sollevò lo sguardo su di lui e stancamente rispose
– tu non capisci.. Non mi fai schifo, ma ho solo 17 anni e mi trovo legata a te mani e piedi. La compagna di un veela... Merlino, hai una vaga idea di come mi possa sentire? -

Bellatrix sgranò i suoi occhi scuri, a bocca aperta. Ora molte cose le erano finalmente chiare. Come prediletta di Voldemort era un membro del cerchio, aveva assistito molte volte a stupri di gruppo, pur non partecipando direttamente, ma qualcosa nel comportamento del nipote non l'aveva convinta. Era stato troppo delicato, troppo poco "invasivo" e poi aveva impedito agli altri di approfittare della mezzosangue. Un ghigno lussurioso le attraversò il volto, i veela erano famosi per le loro doti amatorie ed anche se era suo nipote, lei era decisa a godere di quell'esperienza esotica. E aveva un asso nella manica adesso, per ottenere i suoi scopi. Leccandosi le labbra si allontanò silenziosamente lungo il corridoio e scese la scalinata canticchiando allegra.

- So esattamente come ti senti. Siamo connessi, nel caso te lo fossi scordato. - Le rispose acido. - Ma quello che è, è... Ed ora mi sono stufato di tutti i tuoi ma e se, tu sei la mia metà della mela, punto. Fattene una ragione e vai avanti, perchè io sono al limite della sopportazione. Stasera ci sposeremo secondo le leggi degli uomini, stanotte sarai mia secondo quelle stesse leggi. Stanotte mi accetterai come uomo, marito e veela. Punto e a capo. - Disse duro e rabbioso, poi marciò fuori dalla stanza e raggiunse il piano terra a passo svelto.

- Draco, mio caro..- Lo chiamò la voce fintamente suadente di sua zia Bellatrix, che gli fece cenno di raggiungerla in uno dei tanti salotti del manor.

Sbuffando dentro di se, lui la raggiunse e sospettoso la vide insonorizzare la stanza.

Lei gli girò intorno come un avvoltoio, mentre con una mano gli sfiorava i pettorali, i muscoli del braccio, la schiena, per poi tornare davanti a lui. La sua mano indugiò leggera sul petto e poi scivolò più giù, dagli addominali scolpiti scese repentina a sfiorargli il sesso, Draco sobbalzò e fece un balzo indietro.

- Draco, Draco, non dovresti respingermi.. Sono certa che potrei farti godere come nessuna..- Gli sussurrò con un sorrisetto folle.

Lui sgranò gli occhi – sei impazzita?!! Sei mia zia!! -

- Ah, mio tesoro, che ingenuo sei. Il sesso è sesso, che centra la parentela. Non ci dobbiamo di certo sposare o generare un erede... E poi non ho mai giaciuto con un veela..- Gli disse schioccando le labbra.

Draco sentì il suo cuore fermarsi per un attimo e poi pompare impazzito, pallidissimo, a denti stretti le chiese – cosa vuoi? -

- Cosa pensi che voglia? Ahah! Oh caro, che tenero che sei. Del resto, se questo tuo "peccatuccio" venisse all'orecchio dell'Oscuro, non oso immaginare le conseguenze per te, per la sporca mezzosangue e per i Malfoy. Eheh! -

- Un ringhio gli sfuggì dalle labbra minaccioso, mentre lei per nulla impressionata gli diceva – via, non c'è motivo di prendersela tanto, la tua piccola fragile mezzosangue non corre pericoli. Puoi fidarti di me, io vi proteggerò, in fondo siamo una sola grande famiglia, - disse con voce dolcissima e languida per poi aggiungere dura – del resto, avrei potuto essere io tua madre invece di Cissy, che mi portò via l'uomo che doveva essere mio!-

Ammorbidendo il tono continuò – Ma non tutti i mali vengono per nuocere in fondo. Dunque perchè farsi il sangue amaro, se non ho potuto avere il padre, avrò il figlio... Dunque ecco le condizioni: tu nel mio letto, domani notte e mi dimenticherò chi sei. Ti direi stanotte, ma sono in missione per il Lord. Peccato, un vero peccato. Non vedo l'ora di assaggiarti... - Così dicendo gli si avvicinò e nuovamente la sua mano invasiva tornò a stuzzicarlo sui muscoli scolpiti del torace, indugiò sui capezzoli e Draco non si mosse, solo i suoi occhi bruciavano di rabbia e profondo disgusto. Infine Bellatrix, per testare le reali intenzioni del nipote, scese con la mano e saldamente impugnò il suo sesso attraverso la stoffa dei pantaloni, ma ancora una volta lui non si mosse, pallidissimo sopportò il tocco incestuoso. Lei si sollevò sulle punte dei piedi e gli soffiò sulle labbra – abbiamo un accordo? - Lui annuì in silenzio. - Bene, tesorino, sai dov'è la mia stanza, domani alle 23,00 e ti mostrerò cos'è davvero il sesso...Ahahah! - Ridendo come un'invasata uscì dalla stanza, lasciando Draco con i pugni stretti lungo i fianchi ed un senso di nausea alla bocca dello stomaco. Hermione nella stanza da letto dove era reclusa gemette,
- Draco, no! - Mentre lacrime sconvolte le rigavano il viso. Aveva pianto tanto in quei giorni, non pensava mai che lo avrebbe fatto anche per Draco Malfoy.

The secret of Malfoy |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora