Capitolo 3

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Hermione era stupita, alzò lo sguardo sul " nemico ", il viso bagnato e l'espressione sconvolta, tirò su con il naso, mentre il corpo era scosso ancora dai singhiozzi.

L'esperienza vissuta era stata per entrambi molto dura.

Draco si vergognava per quello che era accaduto, avrebbe voluto dirle parole di conforto, ma non riuscì a spiccicare verbo. Non era capace, non gli era stato insegnato. La consolazione a lui l'aveva data solo e sempre sua madre, sempre pronta ad asciugare le sue lacrime, quando veniva punito.

Sentiva il dolore, la vergogna, la rabbia di lei pervaderlo. Senza parlare si sciolse dal suo abbraccio, andò verso la cabina armadio e ne riuscì con asciugamani ed un accappatoio pulito, che le tese.

- Puoi farti una doccia se lo desideri, ti lascio sola, credo sia meglio.. - Disse, per rompere quel silenzio che era doloroso.

Poi lentamente uscì, richiudendosi alle spalle la pesante porta. Fuori vide la figura elegante di sua madre che stava sopraggiungendo e, quando fu vicina, si accinse a chiederle aiuto.

- Draco, tesoro? - chiese la donna alla vista del viso turbato del figlio

- Madre, credo che lei abbia bisogno di una figura femminile. - mormorò senza guardarla, si vergognava, per quanto strano fosse.

La donna si rese conto quanto fosse difficile per lui essere quello che era, ed annuendo, entrò nella stanza senza bussare. Sentiva l'acqua scrosciare, ma sopratutto il rumore del pianto della ragazza. Sedette sul bordo del letto ed attese che lei uscisse dal bagno.
Era una donna, una madre ed in quel momento la purezza del sangue cadde in secondo piano, voleva solo offrirle un supporto psicologico, anche se sapeva che era ben poca cosa, in confronto a ciò che lei aveva subito. Per la prima volta Narcissa si vergognò di essere quello che era.

Intanto Hermione, sotto il getto bollente dell'acqua, sfregava convulsamente la pelle fino ad arrossarla, voleva grattare via quella sensazione, per quanto fosse stata "consenziente", si sentiva sporca. Se chiudeva gli occhi, poteva percepire le mani, le labbra, la pelle di Draco. Sapeva che lui non l'aveva voluto esattamente come lei, ma le pareva ancora di sentire il suo corpo su di lei, le sue spinte rudi, di vedere le espressioni lussuriose ed eccitate di quegli animali che incombevano intorno a loro, le loro urla, le parole oscene "dai, fottila ragazzo, così, più forte, falle male, facci sentire come la fai urlare... Ti piace, lurida puttana?" Anche se Draco aveva tentato di darle ogni aiuto possibile, quegli uomini con i loro sozzi desideri avevano invalidato il suo sforzo, ne sentiva ancora il lezzo, come se la loro lascivia avesse un odore, avevano reso quel rapporto un incubo più di quanto già non fosse.

Avrebbe voluto che tutto quello che aveva vissuto fosse solo un incubo, che si sarebbe svegliata e resa conto che era stato un brutto sogno. Nonostante la doccia ed il suo lungo sfregare, le sembrava ancora di sentire "l'odore del sesso".

Ancora singhiozzando e tirando su con il naso, a capo chino, entrò nella stanza e sussultò alla vista della madre di Draco, che, senza parlare, le andò incontro e la avvolse in un abbraccio materno.

Hermione s'irrigidì, era confusa. Narcissa Malfoy che l'abbracciava? Dove era finita, in uno strano mondo parallelo? Dei Malfoy ricordava radi incontri a scuola, quando le capitava di incrociarli per caso, nelle occasioni in cui venivano a fare visita al figlio. Non le avevano mai rivolto la parola, ma il modo in cui l'avevano guardata, come feccia sotto le loro scarpe, la diceva lunga sulla loro mentalità. Una volta lei stava chiacchierando con una sua amica tassorosso, Amanda Paris, una purosangue, loro si erano fermati a salutarla, erano amici dei suoi genitori; ma a lei, anche se lì presente, non avevano buttato nemmeno un'occhiata, come se fosse stata invisibile, tanto che la sua amica Amanda ne era rimasta imbarazzata e, alla fine, si era quasi scusata per il loro comportamento.

E ora Narcissa Malfoy l'abbracciava con affetto... Cosa diavolo stava succedendo?

La donna la condusse sul letto e la fece sedere accanto a se. Poi disse con voce calma

- Per ora sei al sicuro, non temere. Draco ti proteggerà e noi con lui. - Hermione la guardò interrogativa, ma lei riprese con dolcezza, cercando di rassicurarla, facendole una carezza sul viso,

- Ogni cosa a suo tempo, non sta a me spiegarti il perchè, credo che spetti a Draco. - Poi con voce incerta Hermione disse

- Io..Non capisco. - mentre la fissava stranita.

Narcissa sorrise.

- Lo so, ma credimi avrai le tue risposte, comprendo i tuoi dubbi a causa del vostro turbolento passato; non condannare mio figlio per quello che ha fatto, so che è un atto deplorevole, - poi con un gesto appellò una pomata ed una pozione, che porse alla ragazza.

- Bevi tesoro, allevierà il dolore. - Poi, facendola arrossire, le abbassò sulle spalle l'accappatoio e cominciò a spalmarle la crema, vide il morso ed in quel momento si rese conto che ormai la giovane era legata al suo Draco per l'eternità, sarebbero stati un tutt'uno.

Notò che lei istintivamente si stava passando una mano sul ventre, probabilmente ancora dolorante, e le si strinse il cuore. Non aveva assistito al cerchio direttamente, ma in piedi sul pianerottolo delle scale aveva ascoltato quello che succedeva, le voci dal salone salivano fin al primo piano, aveva sentito le urla, le oscenità, gli incitamenti. Abbastanza per farsi un'idea di quello che stava accadendo e ne era rimasta angosciata, per la ragazza, ma anche per suo figlio costretto a quella ignobile cosa, costretto ad abusare in pubblico della sua compagna. Temeva che Hermione non riuscisse a superare il trauma, che potesse odiare per sempre Draco, non riuscendo a perdonargli il gesto. Doveva cercare di fare il possibile per evitare conseguenze così estreme.

Poi con voce sicura disse

- Sai, per sfatare i " demoni ", sfogarsi a volte serve. Non sarò la tua amica del cuore, ma so ascoltare. - Per assurdo quelle parole diedero al cervello di Hermione l'imput che cercava, il bisogno di urlare il suo disagio. E, come una diga a cui si erano rotti gli argini, con le lacrime che le pizzicavano gli occhi, si lasciò travolgere dalla fiumana di dolore che le attanagliava tutto il corpo, bruciando non solo di vergogna e rabbia, ma anche dubbi e paure.
Draco poco lontano, chiuso nel suo studio, la sentiva, come fossero un unica cosa. E si odiò.

- Lui, voleva farmi...Stuprare da tutti quei viscidi animali... Poi Draco, lui è intervenuto...- Le parole uscivano a tratti, quasi premessero con forza dentro di lei, anche se aveva difficoltà a tradurre in parole il groviglio che aveva dentro.

- La sua mente mi parlava, ma lui... Ha dovuto...Ecco...Lui...- Mentre parlava le lacrime ripresero inesorabili a correrle sul viso.

Narcissa l'abbracciò, tirandola a se – Dimmi, cosa ha fatto Draco?-

La donna sapeva benissimo l'accaduto, ma voleva che lei si sfogasse, che tirasse fuori tutto, per potere cominciare a superarlo.

- Lui ha.. Mi ha... Lui ha preso il loro posto.. Ha dovuto... Fare sesso con me... Ha finto di violentarmi, ma... - E scoppiò in singhiozzi.

- Shhh, è tutto finito, calmati. Draco non voleva, non voleva farti questo, lo sai vero? -

- Lo...Sssso... Ma... Loro ci guardavano, urlavano oscenità.. E lui.. Lui si muoveva su di me...Dentro di me... E loro erano lì e loro..- Singhiozzò Hermione.

- Mi ha fatto male.. Mi ha... Morgana... - Hermione si portò entrambi le mani a coppa sul viso, e lo coprì.

Narcissa sentì gli occhi riempirsi di lacrime, e pianse anche lei insieme a quella povera ragazza sconvolta. In quel momento non la vedeva più come una mezzosangue, un essere inferiore che non avrebbe dovuto esistere, ma come una donna, anzi no, una ragazzina,che aveva subito quello che per qualsiasi donna è il peggiore destino auspicabile. Ed era stato suo figlio a farle questo... Suo figlio a doversi " violentare " per farle del male. Draco era un tipo molto protettivo verso le donne, fare ciò che aveva fatto, per lui, era stato doppiamente difficile, per la sua particolare natura, e davvero non sapeva come anche lui avrebbe potuto superarlo. Per la prima volta mise in dubbio, dentro di se, la saggezza del loro operato, seguire Lord Voldemort forse era stata una follia.. Perchè un essere capace di fare una simile cosa ad una ragazzina non meritava di vivere...

Hermione si stringeva a Narcissa, cercava disperatamente di strapparsi dalla mente le immagini di quei volti che la sovrastavano, mentre Draco la penetrava rudemente, quei volti lucidi di sudore e di lussuria, le loro voci che la ingiuriavano, le loro eccitazioni, che gli gonfiavano i pantaloni, bramose del loro turno. Il suo terrore all'idea che, dopo Draco, avrebbero potuto violarla brutalmente; ogni sordido dettaglio si ripeteva inesorabile nella sua mente, mentre balbettava il suo sofferto racconto.

- Perchè mi hanno fatto questo?! PERCHE'?!! - Urlò alla fine, strappandosi dalle braccia dell'altra donna.

Narcissa non rispose, non avrebbe saputo cosa dirle, ma la vergogna la inondava, vergogna per se e per Lucius, per essersi associati ad animali che non meritavano l'appellativo di uomini. Vergogna e senso di colpa verso suo figlio, che era stato costretto a quel sordido gesto, perchè loro si erano fatti "abbindolare" dalle innominabili faccende dell'Oscuro Signore, che abusava del suo potere per soddisfare la sua perversa lussuria.
- Shhhh..tesoro -mentre con la mano le accarezzava la schiena, con movimenti circolari, atti a tranquillizzarla

Lentamente la respirazione di Hermione rallentò, i singhiozzi si quietarono, tremava appena, ma stava tentando con tutte le sue forze di riprendere il controllo di se stessa.

Stringendole le mani nelle sue, Narcissa tentò di rassicurarla, la sua stretta sembrava dirle "non sei sola, sono qui con te, per te". Percepiva l'angoscia di Hermione imbrigliata dalla ferrea volontà della ragazza, il leggendario coraggio grifondoro non era una leggenda alla fine. Poi istintivamente la abbracciò di nuovo, voleva infonderle calore e solidarietà, in fondo era una donna e comprendeva come la giovane si potesse sentire. In quel momento un lieve bussare interruppe le due donne. Hermione si asciugò le lacrime con il dorso della mano e timorosa guardò Narcissa, che con sorriso la rassicurò.

- Avanti - e dalla porta, spuntò Draco che entrò. La fissava, aspettandosi che lei lo aggredisse, alla fine per quanto " consenziente ", l'aveva violata in pubblico e sapeva di averle fatto male. Aveva percepito la sua sofferenza come uno schiaffo fisico, ma non aveva potuto fermarsi, aveva dovuto arrivare fino alla fine o sarebbe stata perduta. Penetrarla in quel modo, al limite della violenza, era stata la cosa più difficile che avesse mai dovuto fare. Era avanzato a fatica dentro di lei, consapevole che ogni centimetro guadagnato, era un centimetro di sofferenza per lei, in più aveva dovuto essere veloce e rude nei movimenti, il dolore di lei l'aveva quasi paralizzato ad un certo punto, solo la disperazione l'aveva sospinto fino alla fine. Il movimento della madre e le sue parole interruppero le sue riflessioni.

Narcissa infatti si era alzata e, ponendo un bacio in fronte alla ragazza, le aveva mormorato

- Fidati di lui, ti proteggerà con la sua stessa vita da ora in poi. Dagli una possibilità - Hermione la guardò confusa ed incredula, come poteva fidarsi? Affidargli la propria vita? Nel " cerchio " l'aveva fatto, era vero, ma lì era stato l'istinto di sopravvivenza a guidarla. Qui era diverso. Lui si avvicinò e lei senza volere si rannicchiò su se stessa, avvolgendo le gambe con le braccia e scivolando indietro sul grande letto. Draco si bloccò, percepiva la paura scorrere nella ragazza, sentiva il suo dolore fisico e questo lo fece star male.

Si sentiva un mostro.

Nessuno dei due parlava, quasi l'uno aspettasse che fosse l'altro a prendere coraggio. Hermione aveva difficoltà a guardarlo in faccia, si sentiva imbarazzata e si vergognava, ma alla fine la curiosità vinse e chiese flebile, ma fissando un punto alle sue spalle, evitando di incontrarne lo sguardo, che lui cercava invece di incrociare,

- Cosa vuol dire tutto questo Malfoy? - Sospirando, Draco attraversò la stanza, le mani affondate nelle tasche, la frangia che gli copriva lo sguardo e le diede le spalle, fissando fuori nella notte. Come se così fosse più facile, il non guardarla semplificasse ciò che lui aveva da dirle. Ma oltre a ciò, aveva notato come la ragazza fosse in difficoltà e sperava che in questo modo fosse più facile anche per lei.

- Granger, cosa conosci delle creature magiche? - Lei lo fissò sconcertata, non capiva questo cosa c'entrasse con quello che le era appena successo.

- Quello che ho studiato, la differenza tra maghi e babbani che sono umani, tra vampiri e veela che sono semi umani, tra licantropi ed animagus, insomma, ma che c'entra? - Chiese alzando il tono, perchè non vedeva il nesso e si sentiva sull'orlo di una crisi di nervi. L'aveva quasi stuprata e le parlava di creature magiche? E poi lo sentì nella mente

" Mi spiace, non avrei voluto che accadesse così. "

- Malfoy, basta giocare spiegati - disse lei, turbata, trovando finalmente i coraggio di guardarlo dritto in faccia.
- Granger io.. - Draco non riusciva a continuare, a dire quelle parole che gli pesavano, in fondo neanche lui si era ancora abituato all'idea di essere quello che era.
Le iridi dorate della ragazza lo fissavano con una tale intensità, che anche se loro non avessero avuto la connessione, esprimevano tutti i suoi dubbi le perplessità di quella assurda situazione, poi la vide alzare un sopracciglio, in attesa che lui continuasse. Lei lo vide inspirare profondamente, come a prendere coraggio, ed un brivido di anticipazione le corse lungo la schiena.

- Sono un veela - mormorò lui. Il suo sguardo era pura tempesta, il suo stesso turbamento la investì come una valanga.

Lei aprì la bocca per lo shock, poi la richiuse, poi la riaprì. Non sapeva se urlare o ridere istericamente. Si sentiva presa in giro, vittima di una burla di cattivo gusto, anche perchè, la consapevolezza di quello che questo avrebbe potuto significare per lei, la riempiva di puro panico. Poi la ragione prese il sopravvento, il suo ferreo autocontrollo l'aiutò a non lasciarsi andare ad una scena di puro isterismo.

E con voce tesissima chiese
- Dimmi che non è vero.. Dimmi che mi stai prendendo in giro!! - Poi con voce flebile aggiunse – ti prego..-
Lui scosse il capo e disse

- Mi dispiace, è tutto vero. E tu sei la mia compagna... Sai cosa comporta vero? -

Oh, si che lo sapeva, e la cosa non le piaceva affatto. Compagna di un veela... Morgana, ma cosa aveva fatto di male? Si sentiva la bocca asciutta, lo stomaco chiuso, avvertiva un lieve senso di nausea. Aveva appena subito un trauma durissimo ed ora questo.. Era sempre stata forte, ma ora si sentiva fragile come il cristallo. Agitata, tormentandosi le labbra con i denti esplose in un fiume di parole, dicendo, scuotendo il capo come a negare la realtà

- No aspetta, non può essere, tu lo sapevi? Merlino, Malfoy, è impossibile, no..no..-
Lui girandosi si avvicinò al letto, mai lei si ritrasse.

- Ti faccio paura? - Chiese lui con scherno. Sentiva il profondo turbamento della ragazza, ma in quel momento anche lui si sentiva vulnerabile, anche lui non sapeva come gestire la situazione e la sua reazione lo stava innervosendo. Lei era la sua compagna e, volente o nolente, avrebbe dovuto accettarlo.


Nella mente di Hermione, passarono tutte le informazioni che aveva letto nei libri, inconsapevole che lui sentiva quello che lei stava pensando su quella forte onda emotiva.
" Un Veela, Malfoy è un veela! Merlino, e se tanto mi da tanto io sono...No, no..Impossibile, c'è sicuramente uno sbaglio! "

Poi esternò a voce alta - Sei un veela, certo è ovvio.. Adesso mi spiego il perchè tutte le ragazze erano attratte da te come calamite. -
Lui ghignò, divertito all'osservazione, e disse -tenevi per caso il conteggio delle mie conquiste? -
Lei gli lanciò uno sguardo torvo, poi istintivamente si poggiò la mano sul collo dove lui l'aveva morsa, poi disse con voce flebile

- Tu mi hai morso?! -

- Si - rispose Draco, ma lei sembrava non averlo udito, e ripetè balbettando, come colpita da un fulmine, con gli occhi sbarrati.

- Tu mi hai morso...Tu mi hai..Morso -

- Si Granger, ti ho morso, è così che si sancisce l'unione tra un veela e la sua compagna. Tu eri destinata a me sin dalla nascita, sei la mia compagna, mia moglie, dillo come vuoi, ma noi siamo legati - il tono della voce si era irrigidito.
" Moglie? " Ed un brivido le scese lungo la spina dorsale, quasi come fosse un serpente che strisciando la congelava. Poi qualcosa scattò in lei, prendendo il sopravvento, quel lato pensante, il lato logico

- Lo so! - Esclamò lei furiosa, mentre nella mente elaborava tutte le informazioni che aveva ricevuto sui veela, ora capiva il perchè della connessione mentale, ma sapeva anche che un veela diventava estremamente pericoloso se gli toccavano la compagna. Ora capiva perchè lui avesse rischiato tanto per salvarla.. Poi gli domandò

- Ti sei già trasformato? - Lui scosse il capo e rispose

- E' poco che so di essere un veela, dallo scorso giugno, quando la " maledizione " si è attivata. E' rimasta dormiente per più di duecento anni, generalmente le veela sono sempre di sesso femminile, ed i Malfoy, grazie ad una antica magia generano sempre un maschio come primogenitura, e raramente hanno un secondo figlio. In casi rarissimi si manifesta nei maschi. - Sul viso della ragazza, si leggevano tutte le emozioni, paura, curiosità, stupore.

Conosceva alla perfezione, cosa significava essere un veela, conosceva le leggi che proteggevano quelle creature, sapeva cosa l'avrebbe aspettata ed in cosa concerneva essere una compagna di un veela. Lei era Hermione Granger,la so-tutto-io, lei, per quanto assurdo, era diventata inconsapevolmente "la moglie bambina " di Malfoy, la sua nemesi il suo nemico, era nata per lui. Angosciata si passò una mano tra i capelli, "e ora cosa sarebbe accaduto?" Si domandava. Tutto quello che lei ricordava di lui, era che era un prepotente furetto, maligno e dispettoso, un viziato figlio di papà un po' vigliacchello, al quale al terzo anno aveva dato un meritatissimo pugno sul naso. Ed ora lei era sua, nella stessa misura in cui lui era suo. E lei non era certa di riuscire ad affrontare una cosa simile.
Lui la osservava di sottecchi, vide il viso sconvolto, sembrava non volesse accettare la cruda realtà. Non ci poteva far niente era la sua natura, l'istinto di un veela prendeva indiscutibilmente il sopravvento, avrebbe difeso la sua compagna e la prole a costo della sua stessa vita, e sapeva che lei ne era consapevole. Ora sperava che lei si abituasse all'idea, lui da parte sua avrebbe cercato di essere paziente, cosa non sicuramente facile, visto il suo carattere.
- Granger, dobbiamo parlare - disse serio.
Hermione aveva la bocca asciutta, stava metabolizzando i fatti. Per quanto innegabile quella verità le pesava sul capo come una spada di Damocle, lei scuoteva il capo, cercando di respingere anche solo l'idea di essere ciò che evidentemente era. Già essere prigioniera, compagna di un veela era duro da digerire, addirittura poi di Malfoy, era troppo anche per lei.
Chiusi nella biblioteca, Narcissa e Lucius, intanto, riflettevano ad alta voce
- Lo sa? - Chiese il marito alla donna, facendo una smorfia. Il suo sguardo di disapprovazione gli fece capire che sua moglie non concordava con le sue idee. La conosceva troppo bene e sapeva che quella sua espressione caparbia e battagliera significava che aveva già preso la mezzosangue sotto la sua ala protettiva.
Lei rispose sospirando
- penso che proprio in questo momento stia venendo a conoscenza della verità. Non mi sono mai vergognata tanto di essere quello che sono, Lucius... Ora dobbiamo proteggerli, mandare via di qua quella feccia che mi appesta la casa, tenerli al sicuro. Tenere Lui lontano da qui e da loro. Devi promettermelo, quella serpe non toccherà mio figlio, né direttamente, nè attraverso di lei!-
Lucius annuì, mentre incalzava,
- Potrebbe portare già in grembo la prole. Ci hai pensato?-
- Potrebbe, visto che l'ha morsa .Devo parlare con Severus, è l'unico che può aiutarci, il giuramento di proteggere Draco è ancora valido, e di conseguenza si espande anche a lei - rispose la donna con cipiglio serio.
Anche se non felice, Lucius annuì, sapeva che era il destino che aveva designato la compagna di suo figlio, quindi, volente o nolente, la mezzosangue sarebbe entrata di diritto nella famiglia, come la nuova Lady Malfoy.
" E che Merlino ci fulmini tutti!" Pensò l'uomo, mentre inghiottiva in un colpo i principi di tutta una vita insieme ad un bicchiere di firewisky, che gli bruciò nella gola e nello stomaco e si scambiava uno sguardo d'intesa con la moglie. "Nessuno avrebbe toccato suo figlio o la mezzosangue, a nessun costo!"

The secret of Malfoy |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora