Diciannove.

88 10 4
                                    

Ancora una volta nel giro di poco tempo le cose cambiano in un modo che mai avrei potuto ritenere possibile.
Sembra di rincorrere uno snaso dispettoso, ma nel momento in cui l'ho quasi afferrato lui cambia direzione, si allontana e devo affannarmi di nuovo per avvicinarlo. Corro su e giù in questo labirinto e ogni ostacolo nasconde una via più lunga, oscura e terrificante.

I primini mi aspettano ogni pomeriggio in biblioteca e mi guardano come se conoscessi il segreto per creare l'elisir di lunga vita.
Forse.
Le notizie ad Hogwarts volano più veloci di un gufo reale, lo sapevo, ma questa volta hanno ribaltato ciò che gli studenti provano nei miei confronti. Addirittura Madama Pince mi sorride e mi incoraggia ad accontentarli, anche infrangendo il silenzio tombale della biblioteca.
Quindi eccomi qui: Selene senza cognome, prefetto serpeverde, che aiuta piccoli demoni infernali con i compiti.
Incredibile.
Mi infastidisce non poter negare il mio aiuto anche a studenti di altre case, perché non posso andare contro il proposito di cercare alleati e amici. Non posso comportarmi da serpeverde.

Assecondo le giornate e corro verso nuovi ostacoli, lezioni, ripetizioni e soprattutto lontana da Charlie.
Lui mi aspetta nella Sala d'Ingresso e mi nascondo tra i miei compagni, usando anche l'incantesimo di Disillusione.
Resta fin quando il corridoio si svuota e anche di più, poi scuote la testa e va via. Indossa la divisa della squadra sotto il mantello anche durante le lezioni. Usano il tempo libero per allenarsi e questo significa che stargli lontana è la cosa giusta.
Mancano meno di due giorni alla partita e l'atmosfera è tesa anche tra corvonero e tassorosso: si susseguono discussioni, insulti e imprecazioni.
L'ultima cosa che voglio è litigare con Charlie e distogliere la sua concentrazione dal Quidditch. I grifondoro potrebbero incolparmi di aver perso la partita perché il cercatore pensava a me e non al boccino.

"Non ho capito questo passaggio!" esclama una bimbetta tassorosso per l'ennesima volta.
Oggi devo occuparmi del secondo anno, perché sì, i serpentelli hanno organizzato dei turni in modo da alternarsi. Ho negato in modo categorico il mio aiuto al quinto anno dato che non ho voglia di smettere di primeggiare in aula, ma anche al sesto e al settimo per fargli credere che non ho le loro conoscenze.
I compiti di Piton sono quelli più richiesti. Il professore assegna temi sempre più difficili a causa di questi gruppi di studio.
Guardo la sua pergamena per capire a cosa si riferisce e anche il ragazzetto serpeverde accanto a lei sbircia per la curiosità. Lui sbuffa e alza gli occhi al cielo. Siamo davvero i migliori ad alimentare gli stereotipi che ci seguono come ombre.
Picchietto col dito sulla spalla del serpentello e aspetto che alzi il viso nella mia direzione.
"Hai superato questo passaggio già da mezza pergamena..." sto improvvisando perché non so a che punto sta "Quindi puoi spiegare alla tua compagna come procedere."
"Ma non siamo nella stessa casa!" alza la voce e gli altri studenti si bloccano con le piume in mano. Il leggero brusio che ormai caratterizza la biblioteca si blocca del tutto.
Anche Pix sa che ci sono due cose che non puoi fare, soprattutto se sono in modalità insegnante.
Interrompermi.
Alzare la voce.
Questa volta la seconda è più grave della prima solo perché avevo già finito di parlare.
"Cosa pensi che significhi lo smistamento?" mordo la parte interna della guancia per restare calma.
Lui balbetta in totale confusione.
"Non aiutare i tuoi compagni in difficoltà solo perché sono in una casa diversa?" l'irritazione punge anche la punta delle dita.
Non mi interessa davvero cosa pensa, il suo atteggiamento da sapientone arrogante mi sta dando sui nervi. Se io posso fare la paladina delle case allora tutti possono fare uno sforzo di altruismo.
"Non è contro il regolamento? Dobbiamo vincere la Coppa delle case!"
Alzo la mano per darmi un bello e teatrale schiaffo in fronte e i bimbetti trattengono il respiro.
Non spreco la mia forza magica per una cosa del genere.
"La Coppa delle Case è un incentivo a studiare ed è proprio nel rapportarsi con gli altri che si dimostrano le proprie capacità!"
Il bimbo abbassa lo sguardo sulle mani.
"Bene!" batto le mani e salta sulla sedia "Aiuterai la tua compagna a prendere un Eccellente, altrimenti non avrai mai più il mio aiuto."
Stringe i pugni sul grembo e gli faccio un cenno del capo per sfidarlo a ribattere. In pochi secondi la sua espressione contrariata torna ad essere altezzosa e rilassa i muscoli. Non aggiunge altro, ma afferra la pergamena della piccola tassorosso per leggere il paragrafo già scritto.
Intercetto il viso di Madama Pince che sorride con gli occhi velati.
Un lampo giallo piomba su di me e non ho il tempo per soffermarmi sulle emozioni della donna. Barcollo ma non cado perché mi afferra per le spalle.
"Amica mia!" la voce squillante della tassorosso riesce a rassicurarmi. In un primo momento ho avuto paura che l'allenamento dei grifondoro fosse finito in anticipo.
Il viso allegro di Tonks occupa tutto il mio spazio visivo. Dal litigio abbiamo continuato a comportarci in modo normale. Siamo sempre state più compagne di scuola che amiche, un po' perché ho sempre allontanato tutti un po' perché siamo finite in due case diverse.
Poi si sa, i serpeverde non sono i primi ad essere scelti per fare amicizia.
"Speravi fossi il tuo grande amore?" mi punzecchia col gomito dritto nelle costole, ma sono troppo orgogliosa per farle notare che ha indovinato.
"Pensavo che Piton era venuto a togliermi punti per il gruppo di studio clandestino." ridacchio per alleggerire l'atmosfera e ottengo l'effetto contrario: gli studentelli mi guardano spaventati.
Sì, li capisco. A tratti Piton intimorisce anche me, soprattutto quando toglie punti a raffica ai serpeverde ribelli.
"Giusto!" si avvicina al mio orecchio per sussurrare "Fai un'eccezione alla tua regola sbagliata e mi aiuti col tema? Sono nei guai!"
Si allontana prima che possa rispondere che no, non posso e riprende a parlare col tono squillante che la caratterizza.
"La McGonagall mi ha mandato a chiamarti" si avvicina di nuovo e abbassa la voce "e a farti arrivare nel suo ufficio felice e sorridente."
Sono di sicuro brutte notizie. Non gravi altrimenti sarebbe venuta lei in persona a chiamarmi, né segrete perché ha mandato una delle studentesse più appariscenti e rumorose di Hogwarts.

ExperimentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora